27/10/17

Recensione di Eppure cadiamo felici di Enrico Galiano

Trama: Il suo nome esprime allegria, invece agli occhi degli altri Gioia non potrebbe essere più diversa. A diciassette anni, a scuola si sente come un’estranea per i suoi compagni. Perché lei non è come loro. Non le interessano le mode, l’appartenere a un gruppo, le feste. Ma ha una passione speciale che la rende felice: collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo, come cwtch, che in gallese indica non un semplice abbraccio, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro. Gioia non ne hai mai parlato con nessuno. Nessuno potrebbe capire. 

Fino a quando una notte, in fuga dall’ennesima lite dei genitori, incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo. Nascosto dal cappuccio della felpa, gioca da solo a freccette in un bar chiuso. A mano a mano che i due chiacchierano, Gioia, per la prima volta, sente che qualcuno è in grado di comprendere il suo mondo. Per la prima volta non è sola. E quando i loro incontri diventano più attesi e intensi, l’amore scoppia senza preavviso. Senza che Gioia abbia il tempo di dare un nome a quella strana sensazione che prova.
Ma la felicità a volte può durare un solo attimo. Lo scompare, e Gioia non sa dove cercarlo. Perché Lo nasconde un segreto. Un segreto che solamente lei può scoprire. Solamente Gioia può capire gli indizi che lui ha lasciato. E per seguirli deve imparare che il verbo amare è una parola che racchiude mille e mille significati diversi.

E niente, oggi scrivere questa recensione sembra una mission impossible! Da stamattina che provo a mettermi al computer e ne succedono di ogni tipo. Neppure adesso sarebbe il momento, ma come direbbe Elsa "Ora basta!" con tanto di lame di ghiaccio!

Bene, vorrei esordire dicendo che questo libro io non volevo proprio leggerlo. La copertina così simile ad alcuni libri della Donovan mi faceva pensare ad un romance sciocco e tedioso poichè sono di moda le copertine copia incolla. Poi però arrivano le recensioni delle blogger favorite, l'occasione di un gruppo di lettura e le idee cambiano. 

Questo libro mi ha catturata sin dalla prima riga perchè è stato capace di catapultarmi nel passato, mi ha riempito di ricordi e sensazioni niente affatto piacevoli eppure al contempo di nostalgia.
Protagonista infatti è Gioia Spada, diciassettenne con una famiglia problematica alle spalle e vittima palese di bullismo e chiaramente nessuno che alzi un dito. Anzi no, qualcuno c'è ed è il personaggio che più ho amato nel libro: il professor Bove, insegnante di filosofia di Gioia.
Il professore non è un eroe, ma, con la scusa di insegnare filosfia, non si limita ad insegnare la teoria, bensì a fornire vere e proprie lezioni di vita che vi lascio scoprire da soli. Semplicemente geniali. Ed ha anche un senso della giustizia non indifferente. Vedete come mette i voti!

Comunque è di Gioia che si dovrebbe parlare e di lei parlerò. Non posso non dire di non averla amata. Certo, in alcune cose siamo diverse, ad esempio io al suo contrario preferisco farmi dire le cose con tatto. Lei invece no e lo dimostra la sua amica immaginaria che più schietta non potrebbe essere.
Gioia mi ha ricordato un passato di cui per certi versi sento la mancanza, ma raramente piacevole. Anch'io ho avuto una famiglia difficile alle spalle, fatto quell'esperienza in più che a Gioia nel contesto del sociale manca (oltre ad alcune parvenze di amicizie) e vissuto assai male la scuola per le prese in giro più o meno pesanti e tanta rabbia dentro, che stranamente in Gioia difetta un pò, pur facendoci capire che non è masochista e vorrebbe un mondo diverso. Entrambe con un carattere chiuso e vittime del "trepverter", parola yddish che sta per farsi venire le parole troppo tardi in alcune situazioni in sintesi. Meno male che ci sono quegli insegnanti o quelle passioni che salvano, per Gioia la fotografia e la sua raccolta di parole straniere intraducibili che applica ogni volta che è possibile..
Gioia mi ha ricordato il passato anche nel momento in cui incontra Lo, un ragazzo molto particolare che vede solo di sera e che la capisce benissimo. Ricordo la sensazione di lanciarsi nel vuoto verso quell'amore, quell'ancora di salvezza, la gioia di vivere qualcosa di bello, la paura di perderlo o che sia una presa in giro o di leggere più di quel che c'è, ma anche l'assenza di costrutti che fanno le classiche ragazze circa il negarsi o il non farsi vedere troppo entusiaste. Gioia si dà, perchè quando l'amore, la bellezza, la vita, la protezione, la sicurezza ti mancano da una vita non te le fai scappare per nulla al mondo se si palesano. Infatti la scomparsa di Lo e la rivelazione dei suoi problemi saranno una bomba distruttiva. Ma chi ha ricevuto batoste dalla vita, soprattutto da giovane, sa sempre rialzarsi e Gioia non ci deluderà.

Se non si è capito il libro mi è piaciuto. L'ho trovato una droga, l'ho letto tutto d'un fiato. Mi ha travolto. Non posso che dire che il libro è eccezionale, la storia è perfetta, non delude nemmeno quando delle risposte precise non le dà. Do 10 a tutto: storia, ritmo, lessico... E sono assolutamente certa che leggerò altro di questo autore. Con una partenza simile penso che non mi deluderà.
E voi, quando venite a conoscere Gioia?

2 commenti:

  1. è un libro che lascia senza parole, sembra un controsenso visto che proprio le parole sono alla base di tutto. Ma colpisce al cuore

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    1. E' assolutamente stravolgente. Il cuore si rompe e ricompone mille volte.

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