10/08/17

Recensione de I fantasmi di Portopalo di Giovanni Maria Bellu

Trama: La notte di Natale del 1996 nel canale di Sicilia è avvenuto il più grande naufragio della storia del Mediterraneo dalla fine della seconda guerra mondiale. Nel tentativo di sbarcare nel nostro paese, circa trecento clandestini di origine pakistana, indiana e tamil, muoiono per l'affondamento di una "carretta del mare". Il fatto passa quasi completamente sotto silenzio. Nulla avviene durante quei giorni di festa e quando all'inizio di gennaio arrivano dalla Grecia le prime denunce dell'accaduto, la reazione delle autorità italiane è il rifiuto di credervi: come poteva essere successa una tragedia di simili proporzioni senza che il mare e le coste siciliane ne portassero traccia? Il libro è la ricostruzione di questa incredibile vicenda. 

Mi chiedo quando smetteremo di farci del male, di farci la guerra.
Non so se troverò una risposta perchè per quante disgrazie possano accadere, diventiamo sempre più zucconi e forse in un'epoca sempre più ricca di informazioni è inevitabile, creano assuefazione alla violenza, al male, alla morte.
Non è bastata la prima guerra mondiale, la seconda, gli attentati degli anni '80, le tragedia più recenti, i barconi affondati degli immigrati... No, soprattutto questi ultimi non bastano. Abbiamo le documentazioni delle nostre privazioni più recenti, del nostro passato di emigranti, eppure non capiamo. Il male degli altri non è il nostro.
Sono d'accordo a definire la questione complessa, ma non sono d'accordo a dire basta, aiutiamoli a casa loro. La questione diventa troppo facile di gestione perchè vuol dire lavarsene le mani. Aiutarli a casa loro vuol dire rompersi i coglioni e pure tanto per avere a che fare con i governi del posto, assicurarsi che le cose migliorino. Cosa che ovviamente non si fa.
Dire basta è facile. Tanto se affogano o muoiono nel loro paese di fame e/o di guerra amen. Il bello è che molte di queste persone segue il Cristianesimo (Cristo docet, nevvero?).

Questo è il reportage, col ritmo di un thriller, che riesuma i ricordi di una vicenda che non conoscevo. Ero una bambina d'altronde.
Nei giorni del Natale del 1996 un trasbordo di immigrati dalla nave Yohan alla F-124 va piuttosto male. Quest'ultima affonda con oltre 300 migranti. Ma è una disgrazia che passa sotto silenzio. Si dubita perfino dei fatti perchè cadaveri non se ne trovano.
La verità è molto più tragica perchè chi vive a Portopalo, nei cui pressi, a venti miglia dalla costa, sa, ma tace. Il governo sa, ma tace. Non dirà una parola nemmeno quando grazie a Giovanni Maria Bellu e ad i suoi informatori (Salvatore Lupo in primis, che ovviamente verrà additato perchè non si è fatto i fatti suoi, ha imbrattato la fama del posto perchè è l'apparenza a contare e non l'umanità) il caso scoppierà. Nonostante molte voci, anche importanti, richiedano giustizia, rispetto, pietà, fratellanza, la questione ottiene sempre un'attenzione a breve termine. 

Se nella prima parte ricostruiamo a fatica l'esistenza dei fatti di cui si dubitava, nella seconda parte inizia a ricostruirsi la vicenda, alternata a capitoli riguardanti soggetti che hanno avuto a che fare molto direttamente col trasbordo, ovvero i due capitani delle navi, ad altri che riguardano l'indagine del giornalista per dimostrare la verità oltre le informazioni ottenute inizialmente, insomma la ricerca delle prove del fatto.

Io mi domando, ma dopo questi fatti come è stato possibile avere un 3 ottobre 2013 (che ha il triste merito di aver creato la giornata mondiale dell'immigrazione), altri morti ed assistere impotenti? Non fare nulla? Anzi, c'è chi è felice, persone in meno (fossero quelle che lo dicono e chi se ne importa se sembro stronza, mai quanto loro). Nessuno che si fa domande, che si chiede chi siano quelle persone, perchè fuggono, pretendere che la vita da loro diventi dignitosa, sicura. 
Cerchiamo di aprire la mente e gli occhi. Gli sciacalli, i delinquenti ci sono, ma partire per mare non è uno scherzo. Se non si sta così male perchè rischiare il tutto per tutto? Non è uno gioco e lo sanno. 
Pecco di ingenuità? Buonismo? Forse, ma credo anche di avere ancora un cuore.

1 commento:

  1. Book of 10 and praise, I thought worse instead I read it with taste, I would give you an Oscar, gorgeous. I think I'm sorry to buy back because I lost my old copy.

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