28/04/13

Recensione di Morti di Sonno di Davide Reviati

Trama: Sei bambini che vivono la loro infanzia nel Villaggio ANIC di Ravenna, all’ombra minacciosa (e tossica) del polo petrolchimico nato nel 1958. Riviviamo la loro storia negli occhi di uno dei ragazzini, Rino, detto Koper, in una narrazione cruda e efficace, che affronta temi duri come quello della tossicodipendenza e dell’AIDS. Reviati scrive delle pagine indimenticabili, facendoci vivere insieme ai suoi protagonisti le gioie e i dolori di una generazione spazzata via dalla droga e da un disagio esistenziale poco letterario ma drammaticamente vivido nelle sua concretezza. Tra la comparsa dell’eroina e la vittoria dell’Italia ai Campionati del Mondo di calcio si consuma una parabola bruciante e indimenticabile.

Una grafic novel d'impatto. I disegni sono brutti, scuri, angoscianti. E non credo si tratti solo di voler usare uno stile simile (un bozzetto dell'autore dimostra che sa fare decisamente di meglio, anche se accademico), ma della necessità dell'autore di instillare questi sentimenti oscuri nel lettore, di fargli capire la tragedia del vivere in un luogo abbandonato dalla città che vive all'ombra del fondatore dell'Anic, la ditta colpevole di inquinamento dell'intera zona. Di convivere ogni giorno con gente piena di problemi, di invito al silenzio ed all'omertà, di ignorare chi muore per strada per i motivi più disparati. Di ritenere normale che dei ragazzini uccidano animali per divertimento (io farei le stesse torture a loro!) che comunque sono poco seguiti o che stanno con genitori poco pazienti e presi da se stessi.
L'unico faro è l'Anic. Nel bene e nel male. Ha dato lavoro, si è costruito attorni un piccolo villaggio pressochè autosufficiente. Se ci sono problemi con le sostanze inquinanti trattate basta fare finta di nulla, andare avanti e non farlo sapere o far finta almeno di aver fatto il proprio lavoro. Ho percepito chi è devoto a vita al colosso locale e che sarebbe pronto a menar le mani ad ambientalisti e simili e chi invece è rancoroso perchè ci han perso la vita i suoi cari o lui stesso ci sta rimettendo.
Assistiamo la gioventù bruciata, fatta di delinquentelli che forma buona parte della popolazione giovanile. Nessun rispetto ne interessi. SOlo un andare avanti senza scopi particolari.
Buona parte di loro almeno una volta ha avuto a che fare con la polizia detta pula.

La cosa che più fa rabbia è che l'Anic, nata nel 58, ma anche tutto un susseguirsi di discussioni del polo di Marghera, anche casi in India riportano sempre la stessa identica e tragica storia.
Ci sono degli uomini che vogliono far soldi. Ce ne sono altri che vogliono un lavoro. E tra di loro c'è un progetto validissimo, a dire dei signori che vogliono i soldi. Si costruisce, si lavora come schiavi. Poi iniziano ad esserci i primi malati, i primi segni di inquinamento, pochi controlli su sicurezza ed inquinamento nonostante vengano stampati manuali che chiaramente vengono sottovalutati da chi da lavoro come da chi lo fa. Di volta in volta ci sono tragedie e la situazione divine insostenibile. Ma mi chiedo: impariamo mai? Sicuramente noi comuni mortali si anche se all'occorrenza di una paga si fa di tutto, gli avidi no. E si ripete ciclicamente. Pensiamo all'Ilva di Taranto, ennesima vergogna italiana. Beninteso, non siamo gli unici. Ma la tendenza a cercare di aver ragione anche nel torto e di nascondere i danni fatti a ragion di profitto è ormai per noi materia di "persona training". Potremmo dare lezioni a mezzo mondo anche ad occhi chiusi.

Così come mi fa rabbia che il tempo passi e cambiano le circostanze ma che tutto resti uguale. Adesso io non conosco le zone di questo villaggio. Ma, siamo tanto bravi a fare belle parole. E i fatti? Attenzione all'ambiente, nessuna intransigenza verso chi inquina , veri nterventi riguardo la droga e non mi riferisco alla marijuana ma a quella droga che brucia il corpo e l'anima ancora prima di averla assunta a momenti, recupero sociale, aiuto ai più deboli, sensibilizzazioe delle masse.

QUANDO ci sveglieremo? QUANDO anche una simile opera semplice e facile da leggere ci spronerà a muoverci? Il nostro paese sta sprofondando ogni giorno di più ( e non solo negli ambiti trattai dal volume) ed è ridicolo che opere come queste servano a farci passare bei momenti ed informarci ma che nessuno manifesti il proprio scontento, sconcerto e sdegno alla somiglianza della situazione italiana di ieri ed oggi e non nel meglio ma nel peggio più assoluto. I tempi e i dettagli cambiano. Il resto no. Io da un libro simile mi aspetterei di pensare " Eh si, eravamo proprio incivili. Ma ora guarda che progressi..". Ora mi tocca dire "Idioti ieri, idioti oggi."
Dimenticavo che è più facile andare avanti e fare finta di nulla.

"Ma puoi sempre startene sulla riva a far fita di aver capito tutto."

2 commenti:

  1. Bellissima recensione.
    Lo prenderò sicuramente, aspetto che esca nella collana "Graphic Journalism" del Corriere.

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    1. E pensa che me ne ha messo a conoscenza una cliente per di piu americana! L ho ringraziata tanto

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