10/04/13

Recensione di Alice all'inferno di Jane Elliot

Trama: Per la piccola Dani Sinclair la vita non è mai stata facile. La fredda notte d'inverno in cui è venuta al mondo, sua madre, un'adolescente dal passato doloroso, è scomparsa senza neppure curarsi di lasciare un nome alla bambina. Dodici anni dopo, la mancanza di amore ha trasformato Dani in una ragazzina timida e solitaria. A seguito delle violenze subite dalla madre adottiva, Dani viene portata in un istituto, dove continua a soffrire finché, spaventata e tormentata dagli altri bambini, decide di fuggire lasciandosi alle spalle tutto l'odio che la circonda. Davanti a lei, soltanto le strade di Londra. E la necessità di chiedere l'elemosina per sopravvivere. Quando tutto sembra perduto, all'improvviso, un estraneo le offre una via d'uscita. Dani accetta ma non ci vorrà molto perché l'uomo le mostri il suo volto brutale. Così una ragazzina di dodici anni sprofonda nel mondo sordido e maledetto della prostituzione minorile: un inferno di abusi e droga pronto a punire nel più crudele dei modi chiunque osi solo pensare di ribellarsi alle sue leggi mostruose. Una storia toccante e dolorosa scritta da un'autrice che, nella vita reale, ha subito le stesse violenze a cui è costretta Dani ma che, malgrado tutto, non ha mai avuto paura di fare i conti con il lato perverso della realtà

Un libro duro e che narra di una realtà che facciamo fatica ad immaginare benchè sappiamo che esista.
Dani viene abbandonata alla nascita da una ragazzina di neanche sedici anni che rimase incinta in seguito ad una violenza.Sa che portare a casa la bimba la causerebbe solo enormi problemi e le negherebbe un futuro, persa a vivere con la madre di lei, alcolizzata e violenta.
Non che alla stessa Dani vada meglio. La famiglia adottiva si divide e la piccola resta coi figli veri e prepotenti della madre adottiva, adorante dei suoi pargoli , mezza alcolizzata e  violenta solo con Dani per cui ha solo parole di scherno e biasimo.
 Vittima di bullismo, odiata da tutti, un giorno finisce in casa famiglia in seguito ad un episodio violento causato dalla madre che comunque voleva liberarsi della bimba.
Li le cose non migliorano. I ragazzi sono abili a fingere di essere bravi e buoni davanti agli educatori, ma appena girate le spalle..ecco che per Dani è come e peggio di essere a scuola.Spintonata, offesa...E nessuno le crede, quelle rare volte in cui parla.
Allora fugge e viene ritrovata da BAxter mentre chiede l'elemosina in quel di Soho, affamata e stanca e quasi non crede al suo "salvatore". Questi è un "protettore" e trasforma subito Dani nella sua merce più preziosa. Una vergine di appena 12 anni.
Li incontra due prostitute. Una va via subito e resta a vivere sottochiave con Ellie che sarà anche la sua unica amica.
Qui la narrazione scorre più lenta e ci fa scoprire tutte le zone oscure che la piccola deve subire e attraversare.
La perdita dell'innocenza, percosse, la conoscenza diretta e non dell'eroina, i suoi effetti devastanti, le umiliazioni e minacce dei clienti e di Baxter e il loro essere spregievoli. Ogni singolo diritto umano calpestato: infanzia, libertà,a more, rispetto. Una piena dimostrazione che se pensavamo che le cose potessero peggiorare non è minimamente così. C'è sempre il peggio.
Peggio di una famiglia violenta e disinteressata, peggio di una casa famiglia dove si sta male. Una famiglia che fa soffrire presto o tardi si abbandona e se proprio si subisce troppa violenza presto o tardi si viene scoperti e si viene aiutati con le case famiglia per quanto possa essere brutto persino stare  li ma la maggior parte non sono abitate da persone cosi subdole come quelle incontrate da Dani per quanto non sia impossibile. SOno ragazzi che escono da esperienze traumatiche dove o si diventa carnefici o vittime per sopravvivere.
Ma dove finisce alla fine Dani è la perdita massima. Si tratta di sistemi dove non se ne esce. E provarci può costare la vita. Senza contare che le ragazze vengono spesso legate ai protettori tramite la dipendenza da droga che le renderà marionette dipendenti dalla prossima dose. Altro che voglia di fuggire!
Ma la speranza ci viene data da una madre che ha scelto di recuperare il suo ruolo (si, la piccola e ora adulta Hayley) e non si arrende alla ricerca della figlia perduta per quanti guai possa passare e da Ellie, che sotto la scorza di tossicodipendente, nasconde ancora la donna amorevole che avrebbe potuto essere e che cerca di difendere Dani fin dove la sua dipendenza le consente.
La stessa autrice ci da speranza poichè questa storia è ispirata alla sua vita e per cercare di esorcizzare il suo dolore scrive in forma di romanzo la sua vita rivisitata. Chiaramente con uno pseudonimo. Visto che il suo ambiente non perdona ed è chiaramente invischiato con una polizia corrotta che dovrebbe proteggere, non divenire corrotta, come spesso succede. 

Lo stile narrativo sicuramente non è di alto livello, come molti hanno rimproverato alla Elliot ma credo sinceramente che fosse l'ultimo dei suoi pensieri. L'obiettivo è liberarsi da un male che la accompagnerà sempre. Per cui non si deve guardare tanto alla correttezza linguistica ma al tema, carico e pesante.
I personaggi sono pieni, veri. Hayley, ragazza madre che vive con una famiglia dura e Dani dalle vicende similari. Entrambe, a causa della loro fragilità e delle rispettive famiglie, crescono con un ritardo nella crescita psicologica e nelle relazioni e il tutto acuito dal bullismo.
Anche i ragazzi della casa famiglia sono dei gran pezzi di.....Ehm, no scusate. Dal vivo quelli che ho conosciuto nella mia esperienza non sono tutti cosi. Si ci sono le situazioni dove c'è il bullo e anche lo scagnozzo. E si divertono a fare gli angeli coi superiori e schiavizzare gli altri. Altri invece sono magari antipatici ma mai ai livelli del romanzo. Altri ancora sono mezzi criminali. Altri le vittime o semplicemente i remissivi. Non c'è un panorama omogeneo. E bisogna tenere conto degli ambiti di provenienza. Nessuno va li perchè a casa al massimo c'è un battibecco a casa. C'è di tutto. Di tutto. Semplici litigi violenti come veri e propri abuisi o peggio. Non ci si può sorprendere che poi i ragazzi prendano una cattiva strada.
La polizia è quanto mi sconvolge di più. C'è chi crede al suo lavoro e chi ci sputa proprio su e lo usa come copertura per i fattacci suoi.
La Elliot non ci risparmia nessuna crudezza. E secondo me è stata dolce, ci ha regalato fatti edulcorati ed esemplificativi. Avrebbe potuto essere più esplicita e dura. E' stata quasi magnanima e deve essere stato duro modificare abbastanza i fatti per non far capire chi fosse lei e a chi si riferisse.

Unico dubbio: ma Alice chi diamine è? Nel libro è nominata una sola volta ed è un personaggio che definire comparsa è addirittura troppo!!!!! Insomma...Ma che titolo hanno scelto?

"Nella sola Inghilterra ogni cinque minuti un bambino scompare.
Alcuni di questi bambini vengono ritrovati,
altri diventano oggetto di campagne mediatiche su larga scala.

Una parte di loro non viene mai ritrovata."

"Meglio non ribellarsi, donnina-le disse.-Meglio lasciar stare.-"

"La gente chiedeva di Ellie a ogni ora del giorno e della notte. Le definiva sempre "clienti" le persone che venivano a trovarla, ma Dani non riuscì mai ad abituarsi a usare quella parola. Per lei un "cliente" era qualcosa di serio. Qualcosa di rispettabile. Non c'era nulla di rispettabile in quello che quegli uomini venivano a fare."

4 commenti:

  1. un libro molto forte...mi piace leggerli ma allo stesso tempo fanno male e mi dedico a libri più.... superficiali??bella recensione

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è detto superficiali. Semplicemente meno dolorosi ^^" Almeno te non sei letterariamente masochista u.u"

      Elimina
  2. bella recensione. A volte però preferisco evitare libri "troppo forti" è sbagliato lo so, ma nella lettura cerco lo svago.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è sbagliato ! ognuno ha i suoi gusti che possano o meno piacere agli altri. E se i libri "forti" non fanno per te, ora o in futuro, pazienza. Farai sicuramente altri incontri letterari^^

      Elimina