19/12/20

Recensione di Diario di un killer sentimentale di Luis Sepùlveda

 Trama: Un professionista è sempre un professionista, ma la giornata era iniziata male: faceva un caldo infernale a Madrid e la sua amichetta francese l'aveva piantato come un cretino per qualcuno incontrato a Veracruz. La compagnia di una buona bottiglia di whisky e di una mulatta che si portava dietro tutta l'aria dei Caraibi non gli aveva risollevato l'umore, quella ragazzina viziata dai fianchi sodi e dalla bocca rossa lo aveva proprio messo al tappeto. In fondo, dietro i modi da duro, lui era un killer sentimentale. Non che fosse superstizioso, ma in una giornata del genere la cosa migliore sarebbe stata non accettare incarichi, anche se la ricompensa aveva sei zeri sulla destra ed era esentasse. Il tipo che doveva eliminare, uno con l'aria dell'idealista, ma anche di chi non soffre la solitudine tra le lenzuola, non gli piaceva affatto, puzzava troppo di filantropia. Un thriller deliziosamente ironico, che dopo aver trascinato il lettore da Madrid a Istanbul, da Francoforte a Parigi, lo sorprende con uno strepitoso colpo di scena finale.

 Ho letto questo libretto per una challenge.

Mi ha fatto compagnia prima dell'induzione al parto, mentre aspettavo che i dottori la praticassero, e poi nei primi giorni in ospedale.

E' un volume veramente .
Il killer è una persona con cui è facile empatizzare e un'ottima voce narrante. Non fosse per la sua professione, lo vorrei proprio conoscer,e esistesse: ironico, arguto, piacevole.

Il libro affronta bene la sua "crisi di mezza età", o comunque "lo stress lavorativo" dopo anni di esercizio di attività, ed è interessante scoprire a cosa lo porta questo stato mentale, oltre agli errori nel lavoro. Bello anche il dialogo con sé stesso allo specchio, come se si considerasse un interlocutore, o almeno il suo riflesso.

E' stata una lettura veloce, leggera, poco impegnativa ed allo stesso tempo di qualità.

Finito il 03/06/2020

Nessun commento:

Posta un commento