14/10/19

Recensione di ogni piccola cosa interrotta di Silvia Celani


Trama: Mi chiamo Vittoria e la mia vita è perfetta.
Ho una grande casa e tanti amici. Non mi interessa se mia madre si comporta come se io non esistessi. Se mio padre è morto quando ero piccola. Se non ricordo nulla della mia infanzia. Se, anche circondata da persone e parole, sono in realtà sola.

Io indosso ogni giorno la mia maschera, Vittoria la brava figlia, la brava amica, la brava studentessa. Io non dico mai di no a nessuno. Per me va benissimo così.

È questo senso di apnea l’unica cosa che mi infastidisce. Quando mi succede, quello che ho intorno diventa come estraneo, sconosciuto. Ma è solo una fase. Niente potrebbe andare storto nel mio mondo così impeccabile.

Ero convinta che fosse davvero tutto così perfetto. Fino al giorno in cui ho ritrovato i pezzi di un vecchio carillon di ceramica. Non so cosa sia. Non so da dove provenga. Non so perché mi faccia sentire un po’ spezzata e interrotta, come lui. Ma so che, da quando ho provato a riassemblarlo, sono affiorati ricordi di me bambina. Della voce di mio padre che mi rassicura mentre mi canta una ninnananna. Momenti che avevo sepolto nel cuore perché, come quel vecchio carillon, all’improvviso si erano spezzati per sempre.
Eppure ora ho capito che è l’imperfezione a rendere felici. Perché le cose rotte si possono aggiustare e diventare ancora più preziose.

La mia testa a volte è dura, ma, per fortuna, posso aggirarla.
E' successo così per questo libro.
Inizialmente mi "nauseava". E' una copertina troppo zuccherosa e credevo fosse lezioso anche il libro.
Poi mi sono fidata di pareri di blogger a me note, l'ho visto in biblioteca e gli ho dato una chance, meritata, dire.



La protagonista è Vittoria Castellani, una giovane dalla vita perfetta. E' bella, ricca, il mondo è ai suoi piedi se lei lo desidera.
Però, però...Non riesce a respirare, soffre di attacchi di panico. Non sapendo perché, ma volendo arrivare in fondo, decide di iniziare un percorso di psicoterapia con una famosa terapeuta di Roma. Chissà che torni a respirare e che magari torni a ricordare il suo defunto padre.
A casa è sola, con una madre algida ed altera, la cui lingua è affilata come una lama  e per cui Vittoria quasi non esiste.
Per fortuna esistono gli incontri inaspettati e aver notato un ragazzo con due nei gemelli sul collo, una persona lontana dal suo ambiente, può essere un'occasione positiva.

Questo romanzo è stata una continua sorpresa.
Se inizialmente si discostava poco da quel che credevo fosse, si rivela man mano sempre più corposo.
Innanzitutto siamo spettatori di una famiglia rotta. Quanto può distruggere una madre spietata e in crisi, quanto può rompere una figlia? E perché quella madre è così? Perché poi non parla del passato? Perché un padre è stato cancellato?
Torniamo indietro anche di svariate decine d'anni, al tempo in cui era un'onta dichiararsi diversi dagli altri e, in Italia, è più noto, ma resta problematico uguale non seguire la massa. Perché in questo romanzo si affronta l'omosessualità, quel che chi decide di venire allo scoperto deve affrontare, l'ottusità perfino della propria famiglia.
Si affronta anche il tema della vita che imbruttisce, tutti, ci si concentra pure sugli stranieri e sui loro figli che vivono qui e non tutti hanno vita facile. Poi c'è chi riesce a non farsi rovinare dagli eventi perché decide di essere integro,a dispetto di tutte le ferite interiori ed esteriori che gli vengono inferte, come Ion, altri invece diventano mostri, pallide eco del loro vecchio io.
Si parla di una cosa che credo essere vera: la persona che, pur non essendo la nostra stampella, è la nostra casa perché al mondo si può vivere da soli, ma non  è vera vita. Se non c'è l'amore (in ogni sua forma) è una vita arida.
Si rende chiara l'importanza dei ricordi che sono un legame con le nostre origini.
Un altro nodo centrale è l'importanza di non essere perfetti. Questa è una società performante, non ammette né perdona le rotture di niente e nessuno. Questo è uno degli aspetti più importanti che fa crollare Vittoria che, di essere perfetta, non ne può più e noi valiamo anche e soprattutto per le ferite visibili su di noi, pure se invisibili agli occhi. La sua amica Carlotta invece la sua maschera la porta abbastanza bene e non comprende la metamorfosi dell'amica. Per fortuna i legami di lunga data non si annullano in cinque minuti, la maggior parte delle volte.
Non meno importante Roma che fa da sfondo. Una città splendida, ricca di storia, essa stessa è Storia, sede del potere, ma anche una metropoli difficile e maltrattata.

Sono proprio stata felice di leggere queste pagine che mi hanno portata sull'orlo della commozione più volte. Ho amato Vittoria ed Ion, è stato intenso leggere le vicende delle loro famiglie, la battaglia per essere capaci si svelarsi pur rimanendo nudi e per capire che l'altro non avrebbe colpito, ma accettato tutto di noi, come quella di guardarsi dentro e conoscersi. In questo libro in molti combattono i propri demoni e questa lotta non lascia indifferenti.
La scrittura di Silvia Celani è semplice, ma ricca e densa, porta a voler conoscere subito la fine, ma anche a gustare le pagine che abbiamo sotto agli occhi.
Non posso che consigliarlo.

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