17/10/18

L'angolo vintage 2.0 #1 - Recensione de L'inganno delle pagine segrete di John Harding

Buongiorno Lettori,
la recensione di oggi sarà più speciale del solito perché è la prima che scrivo per la rubrica "L'angolo Vintage", ideata da La lettrice sulle nuvole allo scopo di sfoltire la nostra lunghissima quantità di titoli accumulati. Non dite di no, ogni lettore che si rispetti ha la casa che esplode di volumi da leggere, continua a comprarne oppure ha almeno una Wish list estremamente nutrita dalla notte dei tempi.
E ne ho subito approfittato per leggere questo volume del 2014.

Trama: L'istituto con le sue antiche torri svetta solitario sull'isola sferzata dal vento. Quella è l'unica casa che Jane conosce. Perché Jane, bellissima e silenziosa, non ricorda chi è. Non ricorda la sua età né da dove proviene. Non sa più leggere né scrivere. Ma quello che non ha dimenticato è che i libri hanno tutte le risposte. Nel buio e tetro edificio la sua stanza preferita è la biblioteca. Sente come uno strano richiamo che la attira verso quel luogo. Quel luogo in cui non può entrare. È proibito. Fino al giorno in cui arriva qualcuno in grado di aiutarla: il dottor Shepherd. L'uomo non crede nei metodi di cura crudeli e violenti usati dagli altri medici. Crede che i libri abbiano il potere di arrivare nel profondo delle persone. Il potere di far ritrovare sé stessi. Giorno dopo giorno i versi di Shakespeare e i romanzi di Charles Dickens fanno riaffiorare piccoli frammenti nella memoria di Jane. Circondata dalle pagine che ha sempre amato, è forte la tentazione di riportare in superficie il passato. Quel passato che deve essere messo a tacere. Deve stare attenta perché mentire non è più così semplice. Per nessuno. Nemmeno per il dottor Shepherd. La sua attenzione per Jane nasconde qualcosa di più oscuro. Eppure proprio lui è la sua unica salvezza. E quando fra i corridoi dell'istituto cominciano a riecheggiare rumori sinistri e avvengono morti misteriose, non c'è più tempo. I loro destini sono legati. L'uno ha bisogno dell'altra. Ma non è semplice affidare la propria vita nella mani di qualcuno se non ci si può fidare nemmeno di sé stessi. Dopo lo strepitoso successo internazionale della Biblioteca dei libri proibiti, per mesi in classifica in Italia, John Harding torna alle ambientazioni affascinanti e oscure che l'hanno fatto amare dal suo pubblico. L'inganno delle pagine segrete rapisce il lettore che, pagina dopo pagina, non sa più cosa è vero e cosa non lo è. Una storia in cui il buio riesce a dare vita alle ombre e le bugie trovano infiniti modi per rimanere nascoste. Un romanzo che mostra come a volte i libri siano l'unica strada per la libertà.

A leggere Harding, in verità, ero titubante perché non è che io ne abbia sentito un gran bene. Sostanzialmente tutto fumo e niente arrosto. Non saprei dire, sicuramente la storia mi è piaciuta, ma non sono stata pienamente soddisfatta... Partiamo dall'inizio.

Il romanzo si apre con un certo dottor Sheperd che è appena arrivato in un manicomio su un'isola. La storia sembra apparentemente ambientata nel 1800, negli Stati Uniti, su un'isola in mezzo al fiume (forse il San Lorenzo? Oppure è un elemento inventato? Si fa riferimento ad inverni rigidi ed è al confine col Canada...). Vari elementi mi fanno supporre così, anche se non è esplicitamente dichiarato: le cure  cui sono sottoposte le pazienti, gli elementi tecnologici e quotidiani, i riferimenti alla pazzia di Giorgio III, scomparso nel 1820.
Il dottor Sheperd in realtà non è chi dice di essere. Si tratta sicuramente di un attore, finito nei guai, che ha preso il posto di quest'uomo, un furto d'identità per salvarsi la pelle. Si introduce così nell'ambito psichiatrico, con cui prende presto mano e s'identifica molto con le idee psichiatriche sulla Cura Morale, a cui il vero Sheperd aderiva, scontrandosi così col rigido Morgan, direttore dell'istituto, rigoroso seguace della psichiatria ufficiale. Presto prende sotto la sua ala, per provare l'efficacia della Cura Morale, Jane Dove, giovane senza memoria, incapace di leggere, scrivere o comunicare correttamente, ma dotata di uno sguardo arguto. L'obiettivo sarà migliorare la sua condizione usando gentilezza e trattandola come una persona sana di mente, non con violenza e trattamenti durissimi.

Questo volume tratta un argomento che è sempre interessante: il manicomio. Presumo sia abbastanza accurato, in quanto la storia è ambientata due secoli fa. Probabilmente le pazienti sono trattate quasi con "gentilezza", soprattutto se penso a quel che ho letto in La prima verità di Simona Vinci, basato su fatti veri che fanno accapponare la pelle.
Fa imbestialire il trattamento cui sono sottoposte le pazienti. Sembrano animali, trattate senza alcuna sensibilità perché tanto non usciranno mai di lì. L'obiettivo è rendere le pazze "mansuete".
Lo stesso Sheperd ammette che anche lui impazzirebbe a guardare il nulla tutto il giorno, praticamente l'attività cui sono costrette molte pazienti non pericolose. Ma i metodi erano questi.
L'atmosfera di angoscia e disagio è gestita benissimo, così come i momenti di suspence, ansia o terrore immotivato. Con solo le candele a disposizione per la notte, incontri e piccole spedizioni fuori dalla camera fanno sudare freddo. Il tutto è aumentato dall'isolamento sull'isola dell'istituto che ingigantisce l'idea di angoscia.
Ad un certo punto ci si chiede dove la storia voglia andare a parare perché pare si giri intorno senza avere idea della meta. Finalmente la situazione si sblocca e le cose si fanno davvero interessanti, sia sul passato di Sheperd sia su Jane Dove che sembra essere più di quel che dimostra. Ed è qui che cade l'asino!
Il finale è splendido. Gli eventi si concludono velocemente, ma con adrenalina e magistralmente. Poi però arriva il momento delle domande e l'unica risposta mancante è: chi è davvero Jane Dove? Ci ha gabbati tutti, ma non si sa chi sia. Nulla! Ci sono accenni sul suo passato, che sembrano inventati e che potrebbero essere invece veri, dopo il vuoto... Sembra quasi avvolta da un'area soprannaturale benché io sappia che non è così.
L'ultima nota stonata è il titolo: l'inganno ci sta, ma le pagine segrete quali sono? Di che? Volendo si possono fare supposizioni, ad esempio sulla vera identità di Sheperd o sul perché Jane non sappia leggere e sono comunque stentate. Poi guardo il titolo in inglese: La ragazza che non poteva/sapeva legegre ( The girl who couldn't read). E allora, titolone per titolone, mettilo pertinente, Garzanti cara!

Al di là di questi dettagli il romanzo mi è piaciuto molto. Si sarebbe meritato almeno 4.5 rose, ma se ne prende 3.5 per le mancate risposte. Siamo comunque molto vicini al 4 perché mi sono emozionata e terrorizzata, mi è piaciuto il contesto e la scrittura di Harding, assolutamente  rilassata ed abbastanza densa, non la scrittura dal ritmo "a rotta di collo" che spesso prediligo nei romanzi. L'autore si prende il suo tempo e lo fa prendere anche a noi.


Sotto invece il calendario delle altre blogger che oggi ci regaleranno altre recensioni vintage. Passate a leggerci!
I miei magici mondiIl regno dei libri La lettrice sulle nuvole Le trame del destino Letture a pois Libri al caffé Librintavola Made for Books!
Le mie ossessioni librose

18 commenti:

  1. Non amo molto il genere ma non so perchè questo libro invece mi ispira e la tua recensione mi ha incuriosita molto. Peccato per i punti di domanda che restano, guastano la lettura e compromettono il giudizio finale ti capisco benissimo e approvo la tua decisione

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    1. A me piacerebbe leggere più di questo genere, ma mi perdo sempre in altro. Però le domande così aperte proprio no! Non si fa! Soprattutto quando non è evidente un seguito.

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  2. oh sembra alquanto lacunoso questo libro. il fatto che non dia risposte mi suggerisce di stargli molto lontano. no no no molto male :D
    peccato perché nel complesso, e dalla tua recensione, sembrerebbe anche interessante.
    diciamo che mi trovo molto d'accordo con il commento di susy.

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    1. Peccato davvero perché io volevo proprio sapere chi fosse sta Jane! Pensare che il libro merita...

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  3. sembra un libro veramente interessante ma non mi ispira lo stesso, forse proprio per le mancate risposte, forse per l'argomento forte. Contenta però di averti a bordo

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    1. L'argomento è difficile da trattare. Lessi Follia, ma non mi piacque proprio. Questo c'era quasi. Peccato!
      Felice di essere con voi 😊

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  4. Chissà, forse Harding aveva in mente un seguito... e forse fra le carte che ha lasciato c'è una nuova storia ancora da pubblicare :)

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  5. La trama è la tua recensione sono intriganti, devo metterlo in lista

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    1. 😍😍😍 Grazie! Nonostante i dubbi su certi aspetti, questo libro mi ha dato molte emozioni.

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  6. Sembra un libro interessante, anche se il tuo appunto sulle "risposte mancanti" mi rende perplessa e non mi convince del tutto a metterlo in lista

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    1. Lo so. Però è un dettaglio che mi ha molto urtata.

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  7. Ma sai che questo è uno di quei libri che ho in libreria e che devo recuperare? Contenta che ti sia piaciuto, peccato però per le domande senza risposta...

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    1. Ma dai??? A volte le coincidenze sono frequenti!
      Fammi sapere se lo leggerai.

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  8. Nonostante le risposte mancate, devo dire che mi attira molto

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    1. Non è stata una perdita di tempo, ma certamente non fa piacere avere buchi nelle risposte e buchi non da poco. Sicuramente proverò altro prima o poi è scoprirò se le risposte assenti sono un tratto di fabbrica.

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  9. Non mi attira questo titolo...

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    1. Si sarebbe meritato un pieno voto, escluse le risposte assenti. .. che lo hanno castigAto, pur facendomi apprezzare la storia!

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