28/04/13

Recensione di Nessuno sa di noi di Simona Sparaco

Trama: Quando Luce e Pietro si recano in ambulatorio per fare una delle ultime ecografie prima del parto, sono al settimo cielo. Pietro indossa persino il maglione portafortuna, quello tutto sfilacciato a scacchi verdi e blu delle grandi occasioni. Ci sono voluti anni per arrivare fin qui, anni di calcoli esasperanti con calendario alla mano, di "sesso a comando", di attese col cuore in gola smentite in un minuto. Non appena sul monitor appare il piccolo Lorenzo, però, il sorriso della ginecologa si spegne di colpo. Lorenzo è troppo "corto". Ha qualcosa che non va. "Nessuno sa di noi" è la storia di un mondo che si lacera come carta velina. E di una donna di fronte alla responsabilità di una scelta enorme. Qual è la cosa giusta quando tutte le strade portano a un vicolo cieco? Che cosa può l'amore? E quante sono le storie di luce e buio vissute dalle persone che ci passano accanto? Come le ricorderanno le lettrici della sua rubrica e le numerose donne che incontra sul web, Luce non è sola.


 Nessuno sa di noi, candidato al premio strega 2013 è un libro che entra dentro come una spina nel fianco, che ci spinge a vedere l'invisibile e inaccettata fetta di mondo, proprio quella dove hanno sede le tragedie umane e da cui distogliamo lo sguardo a disagio ed imbarazzati.

Luce e Pietro, dopo anni di tentativi, sono finalmente in attesa del loro sognato bimbo. E' il settimo mese. Ne mancano due e tra poco ci sarà la loro ragione di vita a vagire e pretendere attenzioni. Purtroppo una delle ultime ecografie permette al dottore di diagnosticare la displasia scheletrica in una delle sue forme più letali che potrebbe far nascere morto il bambino o peggio condurlo in una vita di dolore e sofferenza.
E' Pietro a prendere in mano la situazione e partire per il Regno Unito per effettuare un aborto terapeutico presso un luminare della neonatalogia. Qui da noi oltre la ventritreesima settimana è vietato. Il feto diventa a tutti gli effetti un essere umano. Per noi è infanticidio, anche se le sofferenze che il bambino patirà sono peggiori.
Luce lo segue, ma non vive. Non sente. Subisce, si demonizza, vede solo nero e un compagno troppo sicuro di sè che non ha sentito suo figlio in pancia per sette mesi come ha potuto lei. Al ritorno è morta dentro, Pietro non riesce a darle la forza che le serve e le prova tutte. Per fortuna lei si imbatte in un forum di mamme con esperienze simili e, senza rendersi conto, dal dolore ricomincia la salita.

Non ci saranno mai parole sufficienti ne giuste per trattare temi cosi difficili.
Io sono contro l'aborto, credo che avrei sofferto come Luce al solo pensiero. Però spero che ne avrei avuto la forza sapendo che mio figlio avrebbe sofferto per uscire da me e subito morire o vivere con un dolore costante, impossibilitato a fare ogni più basilare azione. Si fosse trattato di un qualunque altro problema "vivibile" la domanda non me la sarei neanche posta. L'aborto è una scelta durissima e va sempre rispettata. Però chi lo fa per paura di status invalidato o perchè è rimasta incinta per sbaglio, non lo concepisco. Per una esistono i contraccettivi, nel 2013, per l'altra è complesso e dipende dal problema. Ad esempio, manca un dito. E quindi?

Questo libro mi ha angosciata. All'epoca della mia gravidanza tutto filava liscio come l'olio che ringrazio anche il Dio in cui non credo che mio figlio sia sano, forte e felice. E tremo al pensiero della prossima gravidanza che vorrei presto intraprendere. A mio favore posso dire che sono così giovane che le patologie neonatali mi guardano col binocolo da miglia di distanza. Ma non si può mai sapere. La crudeltà della vita può uscire in ogni momento e attentare ad una coppia come Pietro e Luce, solidi ed innamorati, poi divisi da una maternità tragica.
In cui lui cerca di comunicare, ma in maniera troppo forte e reattiva. Lei invece che non riesce a reagire, ancorata a quel bambino mai conosciuto ne visto.

Anche il mondo di forum collegato è un vero universo. Utilissimo a mio dire perchè chi ci è passata faccia sapere alle nuove che non è sola. In una società dove certi temi sono tabù, suscitano imbarazzo, vergogna, biasimo, compassione, talvota anche derisione e ribrezzo. Non c'è libertà di parola a tema. Quando queste sono donne che precipitano e raramente risaliranno dal buio. Qualcuna ce la fa, da sola o con il sostegno dei propri cari, di amici, del web. Di coloro che l'hanno guardata con calore facendole sentire che può farcela. Che non è veramente sola. Che, aborto o proseguimento di gravidanza, la scelta giusta non c'è e che avrà comunque fatto del suo meglio per suo figlio.

"Il fatto  è che io questo figlio lo voglio. Chiamalo pure istinto, l'hai inventato Tu. Ho voglia di amare qualcuno che quando lo guardo penso: l'ho creato io. Ho voglia di sentirmi un pò come Te."

"Era su feti come quello che la ricerca medica aveva affinato le sue armi. ERa sulla morte che la vita nutriva la sua speranza di longevità. Mentre mi rivestivo, pensavo alla vita dentro di me, e tutto quello che potevo augurare a mio figlio era un futuro lontano dagli artigli imperiosi della scienza."

"Firmo senza leggere niente di ciò che c'è scritto. Distinguo unicamente i caratteri stampati in grassetto: I agree..., I understand..., I have been told..., I understand....
Ma non è la verità. La verità è che non posso e non potrò mai comprendere cosa ci è successo. E che da questo momento in poi, mi sarà solo concesso di guardare indietro."

"Dietro quelle piccole fotografie csricate sul web, dietro tutti quei nomi di fantasia, ci sono donne che escono dall'ombra, dal bunker in cui si sono barricate, per troare il conforto che la società gli nega. Uno sfogo che non potrebbero concedersi altrove."

1 commento:

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