13/02/19

Recensione di Figlie di una nuova era di Carmen Korn

Trama: Uno strano destino, quello delle donne nate nel 1900: avrebbero attraversato due guerre mondiali, per due volte avrebbero visto il mondo crollare e rimettersi in piedi, stravolgersi per sempre sotto i loro occhi. Sono proprio loro le protagoniste di questa storia, quattro donne che incontriamo per la prima volta da ragazze, ad Amburgo, alle soglie degli anni Venti. Hanno personalità e provenienze molto diverse: Henny, di buona educazione borghese, vive all’ombra della madre e ama il suo lavoro di ostetrica più di ogni cosa; l’amica di sempre Käthe, di estrazione più modesta, emancipata e comunista convinta, è un’appassionata militante; Ida, rampolla di buona famiglia, ricca e viziata, nasconde un animo ribelle sotto strati di convenzioni; e Lina, indipendente e anticonformista, deve tutto ai suoi genitori, che sono letteralmente morti di fame per garantirle la sopravvivenza. Insieme crescono e vedono il mondo trasformarsi, mentre le loro vicende personali s’intrecciano in una rete intricata di relazioni clandestine, matrimoni d’interesse, battaglie politiche e sfide lavorative, lutti e perdite, eventi grandi e piccoli tenuti insieme dal filo dell’amicizia. Pagine che ci fanno respirare il fascino d’epoca di un mondo che non c’è più: i cocktail al vermut, i cappelli a bustina, gli orologi da tasca e gli sfarzosi locali da ballo, ma anche le case d’appuntamenti, i ristoranti cinesi e le fumerie d’oppio del quartiere di St Pauli. E poi la lenta, inesorabile disgregazione di tutto, la fine di ogni libertà, il controllo sempre più pressante delle SS, la minaccia nazista…

Quattro donne, un secolo di storia: Figlie di una nuova era è il primo capitolo di una nuova, avvincente trilogia tutta al femminile.


Figlie di una nuova era mi aveva già conquistata dalla prima volta in cui ne avevo sentito parlare, strano per me che non amo troppo la storia del '900 benché sia necessario imparare a conoscerla.

Questo libro è un bel tomone: 522 pagine. Un pò può spaventare, ma si legge senza alcuno sforzo.
La storia comincia nel 1919, in seguito alla fine del primo conflitto mondiale, quando la Germania ne esce piegata a causa del Trattato di Versailles.
Le storie principali sono quelle delle quattro principali protagoniste: Kathe, Henny, Lina ed Ida.
Le vicende cominciano dalla storia di Kathe ed Henny, quando iniziano il loro percorso di ostetriche, cariche di speranze per il futuro. Sarà la possibilità di essere indipendenti e costruire qualcosa e sono anche delle pioniere perché il loro obiettivo primario non è fare famiglia né trovarsi subito un uomo anche se sulla loro strada compaiono presto Lud e Rudi.
Parallelamente ci sono Lina, sorella di Lud, che desidera diventare insegnante e non la spaventa il celibato per le insegnanti benché presto abolito perché non desidera sposarsi, e Ida, giovane viziata che dovrà sposarsi con Campann, creditore del padre, anche se, grazie alla sua domestica Mia, inizia ad uscire e conoscere il mondo, innamorandosi  follemente del cinese Tian.
Tutti scenari atipici, che possono trovare concordi o meno, ma simboli di cambiamento.
Tra tutte la più "piatta" è Lina, forse Henny che non si  impone mai, mentre Ida ha del potenziale che si esprime man mano. La più complessa e controversa è Kathe, comunista e refrattaria al matrimonio.


In questo volume si parla di molte cose.
Innanzitutto di donne, lavoro, maternità e consuetudini, di epoche in evoluzione, tumultuose.
Anche di rapporti coi genitori, i figli adulti che vogliono emanciparsi, chi per lo meno ne ha in vita.
Presto nasce il movimento nazionalsocialista, un movimento politico che ha dei deboli consensi, per lo più irriso perché capitanato da un austricolo scialbo e insulso. Però, pian piano questo politico di bassa lega inizia a mietere consensi sempre più vasti, anche se varie sacche di popolazione ancora lo irridono. Continua inesorabile la crescita del partito, iniziano a diventare normali le persecuzioni, gli scontri e le repressioni, l'isolamento di comunisti, ebrei e minoranze. L'incubo diventa realtà.
Ed è qui che inizia il mio, di incubo.
Questi avvenimenti sembrano più che mai attuali, vedo il presente nel passato. Nessuno che crede che dei movimenti politici ridicoli possano salire al potere. Poi però lo prendono. Iniziano messaggi di odio, insoddisfazione, mal sopportazione. Sempre più spesso questi sentimenti malevoli si traducono in azione. Effettivamente a livello economico non siamo al meglio. E' facile puntare il dito nella direzione in cui il popolo può abboccare meglio. Tutto questo fa paura. Non sarà facile entrare in conflitto come un tempo, gli equilibri geopolitici e l'ambito storico sono diversi, ma il peggio può sempre accadere, purtroppo. I vari centri di accoglienza non sono campi di concentramento, però nemmeno centri di vacanza. Si spinge sempre più all'intolleranza, con la scusa "prima noi altri" anziché ragionare sulla complessità del fenomeno ed andare alle origini. Tutto comincia sempre "per caso" e da piccole cose.
Quel che fa più male è che i totalitarismi hanno colpito tutti, le batoste sono devastanti e senza fine nel dolore che causano e le bassezze sono terribili ed ignobili, arrivano da ogni dove, da CHIUNQUE  e per qualunque motivo.

Ho amato la capacità dell'autrice di dipingere la storia con poche pennellate essenziali.
Concordo col fatto che i salti temporali sono grandi, a volte azzardati. Anche i paragrafi passano  da un personaggio all'altro solo con degli spazi appena più pronunciati, non rendendo sempre facile capire chi parla, anche se ci ho fatto presto l'abitudine.
Secondo me questo imbastire le storie e dare i tratti principali è perfetto, essenziale e spesso colpisce a fondo, spinge a pensare. E quando la scrittrice dà cattive notizie colpiscono dritto al cuore, senza pietà.
Il libro è scritto in maniera estremamente scorrevole, fresco e realistico.
Si concentra sulla quotidianità anziché sui grandi fatti della Storia, quella ufficiale, dandoci la dimensione della realtà, di chi vive in quegli anni e regalandoci persone vere, comuni.
Certo, il colpo di scena che tronca il volume è "sleale" soprattutto perché non so quando avrò il secondo volume e non conosco il tedesco nemmeno a livelli basilari.

Un'opera, almeno all'inizio, che comunica molto ed ha grande potenziale.

2 commenti:

  1. L'ho regalato a un'amica a Natale, magari me lo faccio prestare

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