02/01/17

Recensione L'amore ai tempi della neve di Simon Montefiore

Mosca 1945: mentre Stalin si appresta a festeggiare la vittoria sui nazisti insieme ai suoi più stretti collaboratori, poco distante risuonano due spari. Un ragazzo e una ragazza vengono trovati morti su un ponte. Ma i giovani non sono persone qualsiasi, bensì appartengono a due delle famiglie più influenti e più vicine a Stalin e frequentano entrambi il collegio più esclusivo, dove studia tutta la nuova élite politica e intellettuale dell’Unione Sovietica. Si tratta di un omicidio? Di un doppio suicidio? Di una cospirazione contro lo Stato? Le indagini si svolgono sotto il diretto controllo di Stalin, che fa interrogare i compagni di scuola costringendoli a testimoniare contro i loro amici, i loro fratelli e i loro stessi genitori, in una terribile caccia alle streghe che porta alla luce amori illeciti e segreti famigliari e in cui il più piccolo sbaglio può significare una condanna a morte… Emozionante, avvincente, storicamente dettagliato, L’amore ai tempi della neve trasporta il lettore in un mondo e in un’epoca di grandi passioni, amori e tradimenti.

Da tempo volevo leggere questo nuovo libro di Montefiore, ma ero estremamente preoccupata perchè Sasenka è stato un libro duro e straziante, ma splendido. E non mi sbagliavo, visti i precedenti.
Montefiore ancora narra vicende complesse e da più punti di vista.
Inizialmente ci approcciamo alle vicende dall'evento clou. Due ragazzi vengono trovati uccisi il giorno della parata della Vittoria. E non due ragazzi qualsiasi, ma Nikolasa Blagov e Rosa Sako, figli di membri del Politburo. Da li le indagini si sposteranno sugli amici dei ragazzi,Minka Dorova, George Satinov, Vlad Titorenko, Serafima Costantinovna, sempre figli di persone importanti, e verrà alla luce il loro segretissimo club degli Inguaribili Romantici, ispirato dal professor Golden in base alle lezioni di Eugenij Onegin di Puskin, ammiratissimo autore russo. Trattandosi di membri del governo le indagini saranno dure e i ragazzi interrogati ed imprigionati nella prigione Lubjanka, spesso con metodi discutibili e praticamente atti a farti confessare di tutto pur di far finire la tortura.
L'unico che non c'entra nulla col gruppo è  Andrej Kurbskij, un ragazzo che misteriosamente viene riammesso a Mosca e alla scuola 801, la più esclusiva della Russia, dove vanno i figli dei pezzi grossi del governo.Una svolta epocale in un governo che ha segnato la sua famiglia con la condanna del padre e che li ha esiliati lontano dalla capitale. Infatti sa che non può commettere sbagli, pena anche la testa. Peccato che sia intrigato da questi ragazzi stellati e che si infatui della bella Serafima, figlia dello sceneggiatore Costantiv Romaskin e dell'attrice Sofia Zejtlina. Quest'ultima nasconde un segreto e se non peneremo per conoscerlo!
Il libro però ci fa conoscere anche i genitori di molti ragazzi e in particolare le famiglie Satinov, Dorov e Romaskin. Sono importanti anche i loro vissuti.
Infatti l'autore ha la rara abilità di narrare una storia parlando di tanti personaggi e dei loro fatti più salienti, svelati mano a mano e che senza fretta convergono sempre più al nocciolo della questione. E mica in maniera indolore. Se la lettura ci è sembrata a tratti rallentata, molto realistica e alla "mai una gioia" o "una gioia per finta" andare verso la fine vuol dire aumentare il dolore a dismisura. Il finale è perfetto, ha senso, ma è come ci si arriva il tragico. Perchè almeno io ho odiato il finale, ma lo riconosco giusto. Non è cattiveria gratuita, ma realtà dei fatti e il non voler regalare una storia con un happy ending scontatissimo. Questa è la sua grandezza.
E quando intendo realistico non scherzo. Questo volume, che a volte richiama Sasenka con alcuni rifierimenti, è basato su fatti assurdamente e crudelmente reali.
Due ragazzi morirono come i due protagonisti benchè nel 1943, sempre membri di famiglie importanti, così come gli amici dei ragazzi, tutti coinvolti in un club segreto che il governo prende come un tentativo di rovesciamento di stato (a furia di parlare in codice credono anche al quaderno di alcuni sbarbatelli) e ci furono un giro di interrogatori, prigionie, deportazioni e punizioni.
Ci sarebbe anche un altro fatto che non posso dire perchè farei un mega spoiler e che riguarda Serafima e che mi ha sconvolto anche quello.
Molti funzionari erano corrotti.  I metodi coercitivi e violenti nelle prigioni erano veri, così come il volersi imporre dei membri della polizia sulle donne. Gli stupri e le violenze non si contano. Stalin non lo impediva, ma si faceva un fascicolo sul personaggio incriminato per punirlo quando opportuno a suo gusto.
Bastava una cattiva voce messa in giro o essere denunciati anche su basi fallaci da uno che odia la tal persona per passare un inferno e trascinarsi dietro un sacco di gente.
La Russia è stata dura e crudele sotto lo stalinismo, anche fino al 1989 in realtà. Adesso non ci sono garanzie reali che sia cambiata, ma io sono rimasta nuovamente agghiacciata dalla crudeltà del governo sovietico di quegli anni. Bisognava vivere su pavimenti di sottilissimo cristallo, timorosi di creare crepe e rimanerci secchi.
Ho amato molti dei persoanggi coinvolti. Soprattutto Andrej e Serafima per i ragazzi, Hercules Satinov (padre di George) per i genitori e la direttrice Medvedeva e il professore Benja Golden in riferimento al corpo scolastico. Invece i funzionari di governo (Stalin o il governo stesso) assolutamente no. Una manica di bipolari con troppo potere e dalla vita vuota.

Un libro perfetto!!!!


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