02/06/13

Il circolo letterario #4 - Recensione di I regni di Nashira - Le spade dei ribelli di Licia Troisi


Buonasera a tutti! 
Ecco il quarto appuntamento de “Il Circolo Letterario”, un piccolo spazio dedicato al nostrano e magari a quegli autori poco conosciuti sia perchè datati e non famosi sia perchè autoubblicati che hanno deciso di affidarsi a questo nuovo mondo anziché all'editoria a pagamento o proprio perchè vi si sono scontrati contro.
Ultimamente ho letto qualche romanzo italiano deludente stra sponsorizzato da editori conosciuti. E quindi doveva essere “garanzia di successo”. Peccato fosse un obbrobrio. Capita invece che i romanzi autopubblicati cadano molto dietro le quinte quando invece si può trattare tanto di perle di valore che di lavori mediocri ed entrambi dovrebbero avere la possibilità di saltare agli occhi.
Io mi auguro per lo meno, per coloro di cui parlerò, di destare interesse nel lettore e di far conoscere tali autori che non sono sotto ai riflettori.
E nel caso siano autori più noti che la recensione sia gradita per la catalizzazione di attenzione su questi autori.
 
Trama: Suo padre Megassa, conte del Regno dell'Estate, l'aveva rinchiusa in un monastero, ma Talitha è fuggita con il fedele schiavo Saiph per far luce su un terribile mistero: i due soli che illuminano il cielo, nascosti dagli immensi alberi che ricoprono Nashira, stanno per subire una trasformazione che porterà il pianeta alla morte. Le sacerdotesse del monastero sono a conoscenza dell'imminente catastrofe, ma proteggono il segreto per non mettere in discussione i fondamenti della loro religione. Talitha e Saiph dovranno combattere da soli fuggendo dalle milizie inviate da Megassa e dalle sacerdotesse, mentre in ogni città e villaggio si moltiplicano le ribellioni degli schiavi, incoraggiati dal loro gesto. Solo un eroe mitico, emerso dalle profondità della terra, potrà aiutarli a cercare una strada per salvare il mondo dalla distruzione...


I fatti narrati partono esattamente dalla fine dello scorso volume.
Talitha e Saiph fuggono dal monastero dove è confinata la ragazza e giungono in una miniera del regno dell'inverno dove vivono sotto copertura finchè Megassa, padre di Talitha, mette a ferro e  fuoco la città per riprendersi la figlia e farle pagare il torto arrecatogli a causa della sua fuga dal monastero e dell'incendio ad esso.
I due riescono a fuggire. O meglio, la ragazza si corica in spalla un Saiph ferito e privo di sensi, fino ad una grotta isolata dove trovano...Verba! Proprio colui che stavano cercando per sapere come poter salvare Nashira dall'avanzata del sole maligno Cetus ai danni di Miraval. 
Però Verba non è come crede Talitha. E' millenario  e non ha intenzione di aiutarli, poichè gli uomini non meritano nuove possibilità. E' sempre la stessa storia e Verba è stufo (come dargli torto!). Li abbandona nel sonno, lasciando disposizioni su come curare Saiph ed un libro..Un diario che Saiph cerca di tradurre per seguire le tracce di Verba.
Il viaggio così comincia peccato che Nashira sia così infinita e piena di creature, fenomeni sconosciuti che mai nessun Talarita o Femtita potrebbe immaginare, chiuso nel suo piccolo mondo. Sarà durante il viaggio che entreranno in contatto con la cellula ribelle dei Femtiti e che Talitha, dopo essersi duramente guadagnata questo diritto, decide di sposare la causa dei connazionali di Saiph ed unirsi nella lotta contro Talaria. A nulla valgono le raccomandazioni di Saiph, tutti i suoi richiami circa la loro vera missione nel cercare un mezzo per fermare l'avanzata di Cetus. Talitha si sente chiamare dalla guerra e Saiph dalla speranza d salvare il loro mondo. Risulta chiaro che le strade si divideranno...

Questa è la Troisi che io amo. Certo, come le Leggende del Mondo Emerso e I dannati di Malva, nessuno mai... Ma nessuna sua opera mi ha mai particolarmente delusa.
E' il caso de I Regni di Nashira, la trilogia su cui meno avrei scommesso istintivamente. Nonostante il particolare inserito nella trama in cui si afferma che non vi è aria a Nashira se non all'ombra degli alberi Talareth. Più gli accenni al sole distruttore Cetus. Invece la lettura mi prende e mi trovo a seguire con interesse tutti i percorsi proposti.
Mi piace la capacità della Troisi di prendere ispirazione al reale per infonderlo nelle sue opere e plasmarlo. Non posso fare a meno di pensare alla tratta degli schiavi se andiamo ad analizzare il rapporto tra Femtiti e Talariti. Questi ultimi si riservano il diritto di essere superiori e di poter disporre di vita e di morte sugli schiavi Femtiti, di poterli bastonare, punire, denigrare. Dalla loro parte, gli schiavi, odiano e disprezzano i Talariti che si divertono a colpirli con bastoni contenenti pietra dell'aria, la sola materia in gradi di causare dolore ad un Femtita. Loro si considerano il popolo eletto, che verrà guidato dal messia verso il Bosco del Ritorno, il vero regno dei Femtiti e sognano di farla pagare ai Talariti. Sogno realizzato dai ribelli che però stanno divenendo peggio dei loro carnefici. Sono stati così abituati ad alimentare il loro odio e risentimenti verso i propri padroni, anche grazie alla crudeltà e boria che i Talariti dimostravano, da aver perso l'umanità ed il senso di giustizia. Così però sono ben peggio dei loro padroni. Sono andati oltre questo livello.
E per quanto la storia si ripeta, nessuno impara mai...La gente è più impegnata a combattersi che a notare i problemi climatici ,parodia del nostro inquinamento. Peccato che noi non abbiamo un Cetus che cerca di farci arrosto..Forse diverremmo più consapevoli delle aberrazioni che il nostro pianeta deve sopportare per mano nostra.
Anche Talitha , ben consapevole del problema soprattutto perchè sua sorella è morta per scoprire qualcosa, decide di farsi accecare dalla furia della battaglia. Lei è l'unico personaggio che un pò mi rimane indigesto. Avventata, prepotente e cocciuta, non vuole mai sentire ragioni. Prende cantonate su cantonate eppure mai che impari. Tocca sempre al buon Saiph andarle dietro. Non ottiene mai nulla sia che esprima la sua approvazione che lo scontento. Tanto Talitha non cambierà idea! Un pò è anche colpa della sua natura di schiavo, ma un pò sono convinta che anche lui ci metta del suo per essere poco incisivo! 
Rispetto alla protagonista è preferibile lo sgradevole padre, il conte Megassa. Maligno, avido di potere e calcolatore. Stereotipo massimo, ma anche genuino. Non riesco ad apprezzare nemmeno un pò Grele, l'antagonista di Talitha al monastero di Messe...La versione femminile di Megassa, ma completamente pazza.
Per il resto non conosciamo molto gli altri personaggi. Giusto il minimo indispensabile, ma è più che sufficiente.
Il finale è spettacolare, termina nel pieno dell'azione e voglio proprio vedere cosa si inventerà l'autrice per dare una, si spera, degna conclusione alla trilogia.
Consigliato a tutti i fan dell'autrice.

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