17/05/20

Recensione di Le due città di Charles Dickens - L'angolo vintage #13

Buongiorno Lettori,

come state?
Questo è un post programmato, quindi può essere che il pupo sia già nato. In ogni caso non manca molto!


Siamo qui per il nuovo appuntamento de L'angolo vintage, rubrica ideata da La lettrice sulle nuvole al fine di smaltire i libri comprati nel 1923.. No, scherzavo, comunque l'obiettivo è quello di leggere i libri che accumuliamo senza speranza di smettere di farlo, nemmeno per un po'. E' la maledizione di noi "lettori forti". Anche perché, diciamocelo, a leggere recensioni mica si accorciano le wishlist né si svuotano le librerie! Noi però diciamo di crederci e qualche arretrato lo smaltiamo...se non pensiamo a quel che aggiungiamo!


Trama:Romanzo storico a forti tinte, Le due città narra le vicende private di un gruppo di persone coinvolte nel vortice degli eventi della Rivoluzione francese e del successivo periodo del Terrore. Sebbene l'ambientazione, tra Londra e Parigi - le due città del titolo - differisca notevolmente dall'Inghilterra vittoriana, cui il romanziere ha quasi sempre attinto per i suoi lavori, quest'opera contiene tutti i classici temi dickensiani: dalla povertà alla nobiltà di spirito, dal sacrificio alla redenzione. Considerato dall'autore stesso uno dei suoi più riusciti esiti narrativi, Le due città è un testo che appassiona il lettore sin dalla prima pagina per il suo mescolare verità storica e finzione, ricerca erudita e capacità di rappresentazione delle sofferenze umane. 

Ho letto questo famoso classico per un gruppo di lettura, organizzato da Leggo quando voglio su Telegram, felice perché lo cita Tessa nella saga The Infernal devices del ciclo Shadowhunters. Comunque avevo già letto ed apprezzato libri di Dickens anni fa.

Ammetto che ho inizialmente fatto molta fatica ad entrare nella storia.
Troviamo Lorry, un bancario, che si reca a Parigi nel novembre 1775 per rivelare alla signorina Lucia Manette la verità su suo padre Alessandro che è ancora vivo, benché un relitto umano in seguito ad una debilitante prigionia. L’obiettivo è che rientri in Inghilterra e si ristabilisca, assieme alla figlia. Ci sono però molte parti fumose e così nel resto del libro.
Il fine comunque è unire le vicende dei protagonisti alla prossima Rivoluzione francese con relativo periodo del Terrore.

Le descrizioni di luoghi e situazioni sono ottime. Il libro è ambientato in Inghilterra e in Francia, a Londra e Parigi, anche se quest’ultima sarà il principale palcoscenico, da un certo punto in poi particolarmente. Viene resa molto bene la rabbia del popolo francese, l’insofferenza verso i nobili ed i privilegi, le privazioni e le ingiustizie patite e subite. Il Terrore me lo immagino proprio così, caotico ed arbitrario, raramente davvero giusto (ma cavolo...vivere repressi da sempre ed avere l'occasione di un riscatto farebbe perdere la giusta prospettiva a chiunque).
Allo stesso tempo però non sono molto soddisfatta perché a livello storico mi aspettavo più contestualizzazione, più analisi storico-politica, nomi, date, riferimenti. Questo è un romanzo molto “di pancia”, come fanno anche capire le reazioni e le esternazioni dei protagonisti principali, a volte un po’ troppo stucchevoli ed amorose.

Ci sono numerosi punti nebulosi, ma, la storia, letta nel suo insieme è valida, ricca di dettagli e regge, diventando sempre più ricca di sostanza man mano che si procede nella lettura. Purtroppo Lucia, sempre presente, è destinata a fare da tappezzeria, al contrario di molti personaggi, alcuni dei quali anche troppo ingenui, ma certamente fondamentali.

Il finale è eccessivamente buonista (gente che si sacrifica o si fa uccidere innocente per più alti ideali, ma per piacere!), però parliamo anche di un libro ambientato un paio di secoli fa e scritto da un autore che “ha i suoi anni” quindi non mi aspetto certo tremori, adrenalina ed analisi di tutti gli aspetti che desidero. Si tratta comunque di un libro qualitativo, con una prosa prolissa e descrittiva, con all’interno insegnamenti ed ideali e non certo un mero librucolo privo di contenuti e dalla scrittura povera.

Di seguito invece trovate i blog delle blogger partecipanti del mese. Leggeteci tutte!

12 commenti:

  1. Io fatico sempre con i classici. Bella la tua recensione!

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    1. Grazie! Nel mio "masochismo" cerco di non farli mancare, se posso.

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  2. Leggere i classici non è sempre facile. Ammetto che negli ultimi anni prediligo libri più attuali ma vorrei comunque riprovarci prima o poi

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    1. Come dicevo, sono masochista e il mio problema è che leggo di tutto, recente in particolare, ma anche "vecchio" XD

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  3. 1923... wow vintage davvero! Io ho un rapporto alternato con i classici

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    1. ho applicato alla lettera la definizione XD alcuni classici sono più impegnativi, come questo che è una via di mezzo, altri scivolano, come Racconti di Pietroburgo.

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  4. Non l'ho letto ma immagino che ci sia davvero questo atteggiamento buonista ma devo dire che leggere un autore con qualche messaggio del genere a volte non mi spiace, soprattutto se ambientato tempi addietro ^^

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    1. Ha i suoi pregi e difetti, sicuramente la qualità c'è, ma mi ricordavo un autore diverso con le altre letture fatte in passato.

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  5. Ciao! Io apprezzo molto Dickens ed ho già letto altre sue opere (anzi, ho una vera e propria fissa per "Canto di Natale"). Questo romanzo, però, mi manca!

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    1. E' stato piuttosto prolisso, io ho letto poco (Canto di Natale, Grandi speranze e, eoni fa, David Copperfield).

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  6. Adoro i classici. Dickens l’ho letto pochissimo tempo fa e mi è piaciuto, ma nel suo Canto di Natale. Questo non lo avevo mai neanche sentito nominare😓

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    1. Io lo conoscevo per lo più grazie a Cassandra Clare che lo nomina nella trilogia degli Shadowhunters vittoriani (l'angelo, il principe, la principessa). Questo mi aveva infuso "grandi speranze", ma forse avrei dovuto partire con più contegno XD

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