07/08/18

Recensione di La parabola delle Stelle cadenti di Chiara Passilongo

Trama: 10 agosto 1981: Nora dà alla luce due gemelli, Francesco e Gloria. Achille Vicentini, il neo padre, sta tornando a casa dopo la notte in ospedale, a bordo della sua Giulietta, euforico. Attraversa il panorama di “case e aziende, case e aziende” che ben conosce: così è tutta la campagna veneta dove vive, popolosa e operosa. Lui stesso vi contribuisce da quando con suo padre ha trasformato il forno di famiglia, nel centro di Borgo San Bartolomeo, in una piccola azienda dolciaria.

Alla ditta e ai figli Achille intende dedicare ogni suo giorno. È uno tutto d’un pezzo, un uomo di destra pervaso però da un senso di responsabilità di marca socialista nei confronti di chi lavora per lui: i dipendenti sono parte della famiglia. È con loro che Achille escogita il modo più bello di festeggiare la notte in cui i suoi figli sono nati: una nuova merendina a forma di stella cadente, la Tortina San Lorenzo, destinata ad avere grande successo. Achille già immagina Francesco e Gloria che crescono mangiando quei dolci genuini, che diventano bimbi paffuti, adolescenti sereni, studenti d’eccellenza pronti a prendere in mano le sorti della ditta.

Dagli anni Ottanta a oggi le vite di Achille e Nora, di Gloria e Francesco e di tutta la comunità che li circonda vengono narrate come in un album di fotografie, pieno di luci, di sorrisi e di ombre. Nulla, o quasi, sarà come Achille lo aveva previsto.
Che cosa potrà succedere quando Francesco mostrerà più interesse per l’imperatore Giustiniano che per la “San Lorenzo srl”? E quando Gloria, all’ultimo anno di liceo, si innamorerà di un affascinante ragazzo di sinistra? O quando l’azienda si troverà ad affrontare gli anni della crisi?
Chiara Passilongo esordisce con un romanzo maturo, vasto, sorretto da una scrittura semplice e precisa, capace di intrecciare i fili delle storie di un’intera comunità e di narrare in modo potente un angolo della nostra provincia – il profondo Nordest – che diventa la lente speciale attraverso cui rivivere gli anni più recenti e meno gloriosi della nostra storia.
Lontano da interpretazioni ideologiche e, al contrario, con partecipazione e con un po’ di malinconia.
L’ascesa e la caduta dei Vicentini disegnano la parabola di un Paese intero, ci raccontano le speranze e lo sgomento di una generazione di padri e soprattutto di figli, a cui viene consegnato un mondo che appare irrimediabilmente fragile: ma insieme lasciano intravedere con forza, sotterraneo eppure ostinato, il filo luminoso del bene, della fiducia che i desideri espressi in una lontana notte d’estate possano avverarsi se non ci arrendiamo.

Quando è stata proposta questa lettura per il gruppo di lettura della biblioteca ho storto il naso.
Titolo, copertina e trama non mi convincevano. Temevo un confuso romanzo sulla società locale.

L'inizio non è certo dei migliori. Durante la notte di San Lorenzo nascono i figli a lungo attesi e desiderati da parte di Achille Vicentini, noto imprenditore locale. Sarà l'occasione di unire la vita al marketing rilanciando la sua azienda con la merendina Tortina San Lorenzo, ideata per la nascita dei gemelli e infatti questo evento rende possibile l'ascesa dell'impresa nell'Olimpo delle migliori aziende veronesi e venete. Ho, ammetto, storto il naso.

Achille è un uomo vanaglorioso, presuntuoso, un ultimo solido baluardo della vecchia destra del Movimento Socialista Italiano e decide solo lui, dando per scontato che la sua scelta sia la migliore per tutti. La sua fortuna è avere una moglie docile e remissiva come Nora, che anzi è l'angelo del focolare ed una spalla per tutti, e la madre Italia e l'appiccicosa sorella Antigone che assecondano sempre il prediletto di casa Vicentini (ho il sentore però che il padre Francesco a volte taccia per evitare diatribe).
I fratelli crescono, diversissimi. Gloria ama compiacere ed avere attenzioni, è la cocca di papà. Francesco invece è gracile ed introverso, intelligente e profondo, appassionato di storia bizantina sin da piccolo, assolutamente diverso da come suo padre avrebbe desiderato il suo erede perché amerà la figlia femmina, ma ha ancora una visione antica delle cose.
I figli non riescono a fargli comprendere una cosa: non tutto può andare secondo i piani. Quando si crea una famiglia si può sognare, immaginare, sperare, ma non pretendere che i figli facciano quanto vogliamo. E questo, il volitivo imprenditore, non lo capirà facilmente e sarà un duro colpo quando le cose andranno in direzioni da lui non approvate.
Infatti presto o tardi i figli escono di casa, iniziano a frequentare altre persone, a pensare ed agire per conto proprio. Quando farà la comparsa Andrea Bastiani, nel liceo dei gemelli, sarà proprio l'esplosione di un fuoco d'artificio praticamente per ogni componente della famiglia Vicentini.

Questo è un romanzo sul nord est italiano, ambientato in Veneto, terra di lavoratori, un territorio particolare, anche negli anni moderni.
E' un romanzo che fa il ritratto, anche nazionale per certi versi, della società. Si tratta di uno spaccato che parte nel 1981 e termina nel 2013.
Attraversiamo la fase d'oro per le imprese, l'arrivo dei telefoni cellulari, il crollo delle torri gemelle, la crisi del 2008, l'inizio dell'invasione di termini tecnici in ambito bancario, i governi ballerini, la mancanza d'interesse della dirigenza a salvare la nazione perché tanto l'importante è non perdere i privilegi.
Si parla di famiglia, di educazione, studio, valori, inclinazioni sessuali. Nulla viene risparmiato o tenuto fuori. Dai "diplomifici " privati agli orientamenti sessuali, al valore della persona indipendentemente dai suoi studi agli "obblighi" verso la famiglia.
Ogni personaggio esce profondamente cambiato a fine libro (tutti tranne Antigone che raggiunge vette di stupidità immani), tutti portano il peso di questo trentennio intenso, alcuni in maniera irreparabile.
Alla fine però, il controverso Achille ha fatto breccia. Nonostante tutti i suoi difetti un uomo fedele a sé stesso ed ai suoi principi, così come suo figlio Francesco.
Mi sono  molto arrabbiata leggendo (alla fine non ne parliamo!), per alcuni personaggi ho provato vero e proprio entusiasmo, ci sono stati vari momenti tristi, alcune scene erano la fotografia della realtà e mi sono sentita immersa nella vita vera.
Questa scrittura, parte di una narrazione fluida, è semplice, coinvolge senza che sia possibile rendersene conto eppure è precisa, sa dove vuole andare a parare.

Impossibile dare meno di 4 stelle. Ne do meno di 5 solo perché l'epilogo mi è parso affrettato e speravo si chiudesse ripartendo dal prologo ambientato nel prossimo futuro, qualche anno dopo la fine delle vicende principali. Invece è stato chiuso appena possibile.

Nessun commento:

Posta un commento