31/10/18

Recensione di Album di famiglia di Maria Capasso

Trama: Nora, fin da giovane, aveva optato per la solitudine in nome dell'indipendenza. Se questa scelta non aveva mai pesato troppo per lei, dopo la morte della sua amata madre la protagonista si trova ad affrontare un dolore troppo grande per chi non ha nessuno a cui aggrapparsi. Prima di morire, la donna le aveva lasciato un raccoglitore nel quale aveva racchiuso le pagine della sua vita, quella che aveva sempre tenuto nascosta alla sua famiglia. Immergendosi nel suo passato del tutto inaspettato, Nora dà sfogo a tutta l'emotività che aveva finora represso, abbattendo la barriera che da sempre la separava dagli altri individui. In questo modo Marco, con la sua dolcezza e la sua sensibilità, riuscirà a farsi largo nella sua vita e a darle il giusto sostegno nella scoperta di una verità che va oltre le vicende private di una donna che ha voluto liberarsi dal peso dei suoi segreti.

Prima di iniziare, un doveroso grazie all'editore Ensemble ed all'autrice per la copia digitale omaggio.

Quel che mi ha colpito molto è proprio il tema centrale: la famiglia. Non ne esiste una uguale all'altra anche se all'apparenza è così. Io non ne so molto perché la mia è stata molto atipica e quindi ho sempre guardato con invidia alle famiglie "perfette" degli altri.
Anche la famiglia di Nora è sempre sembrata perfetta. Una bella e brava madre, un padre che non ha mai fatto mancare nulla, la figlia conformista e la figlia tetra e ribelle. Fin qui possiamo aver descritto tipo metà delle famiglie italiane. Però, a guardare oltre il velo, il padre è stato un uomo arido, a tratti violenti, neanche lontanamente in grado di dare affetto ed attenzioni a nessuno, con una moglie dallo sguardo spento e dalle speranze disattese.
Nora, appena ha potuto, ha preso le distanze da tutto questo ed è fuggita a Firenze, col beneplacito della madre Anna, anzi con la preghiera che sua figlia vivesse per lei che è sempre stata prigioniera, figlia di un'epoca in cui le cose dovevano andare così e stop.
Però succede che sua madre muoia e che lei crolli. Tutte le sue certezze, la sua incrollabile e confortevole solitudine non le bastano più.

Chiaramente il destino non sta con le mani in mano. Anna le lascia un diario con la verità sul suo passato e Nora incontra, per caso in un pub, Marco, un ragazzo che sa capirla da subito.
Per la giovane è l'occasione di conoscere sua madre a fondo, di farsi ancora cullare, consolare e capire e di scoprire le gioie che derivano dalla conoscenza profonda di una persona.

Questo romanzo, più un viaggio interiore, si fa leggere con grazia e sa rilassare.
Un capitolo tira l'altro, alternato dalle parole del diario di Anna, quindi abbiamo avuto due storie intrecciate tra loro.
C'è solo un dettaglio che mi ha convinta poco. Quello che alla fine possiamo definire solo come "insta-love". Nonostante anche io ne sia stata vittima, non è automatico sviscerare tutto quel che si ha dentro, come accade qui. Vero anche che si tratta di un romanzo e non di vicende autobiografiche, reali, per cui questa licenza artistica ci sta. Avrei personalmente apprezzato un approccio d'impatto, ma non talmente immediato.
Si vede comunque che Nora non è così fredda come dice. Nonostante sembri e sia cinica e misantropa, una persona fredda si fa, sì, evitare, ma non è capace di parlare di sentimenti come fa con sua sorella Laura che, pur essendo una persona pratica, sembra la sentimentale tra le due.
In pratica questo è un romanzo di specchi. La sorella dura e ribelle nasconde un tripudio di sentimenti, quella tradizionalista tutta "pizzi e merletti" invece è molto pratica ed essenziale.
Quel che mi è piaciuto come uno dei tanti messaggi è che non sono solo i divorzi un guaio, ma anche un matrimonio senza amore. Infatti Nora non vuole essere come i suoi e scappa lontano da casa, decisa a non farsi ingabbiare in nessuna relazione e ad essere indipendente.
Poi questa lettura getta anche uno sguardo sul passato e spinge a fare un confronto col presente.
Ieri una donna aveva solo una scelta: imparare ad essere una brava moglie e donna di casa, non rendersi oggetto di pettegolezzi e non uscire dai binari prestabiliti. Vietato avere ambizioni, dissentire ed amare attività "oziose", non da signora.
Oggi ci crediamo più libere, ma è tutto un caos. Possiamo scegliere chi preferiamo e fare cosa vogliamo, ma o non sappiamo come gestire questa libertà e gettiamo tutto alle ortiche alla prima difficoltà oppure ci vengono posti dei limiti che non abbiamo la forza di superare perché sotto sotto le regole non scritte sanno essere ancora molto forti in alcuni luoghi ed ambienti.
Nel concreto coppie che si lasciano al primo litigio serio o famiglie che ostacolano unioni sconvenienti tra i propri figli e fidanzati/e "scadenti", inappropriati per il loro status.

Non posso che fare i complimenti a Maria Capasso perché ha saputo scrivere una storia moderna, con delle sfumature dedicate al passato, ricca di sentimenti, dedicata alla famiglia e che ci spinge a cercare di fare di tutto per stare meglio, essere completi.

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