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04/12/19

Recensione di Se i gatti scomparissero dal mondo di Kawamura Genki

Trama: Di lavoro fa il postino, mette in comunicazione le persone consegnando ogni giorno decine di lettere, ma il protagonista della nostra storia non ha nessuno con cui comunicare. La sua unica compagnia è un gatto, Cavolo, con cui divide un piccolo appartamento. I giorni passano pigri e tutti uguali, fin quando quello che sembrava un fastidioso mal di testa si trasforma nell’annuncio di una malattia incurabile. Che fare nella settimana che gli resta da vivere? Riesce a stento a compilare la lista delle dieci cose da provare prima di morire. Non resta nulla da fare, se non disperarsi: ma ecco che ci mette lo zampino il Diavolo in persona. E come ogni diavolo che si rispetti, anche quello della nostra storia propone un patto, anzi un vero affare. Un giorno di più di vita in cambio di qualcosa. Solo che la cosa che il Diavolo sceglierà scomparirà dal mondo. Rinunciare ai telefonini, ai film, agli orologi? Ma certo, in fondo si può fare a meno di tutto, soprattutto per ventiquattr’ore in più di vita. Se non fosse che per ogni oggetto c’è un ricordo. E che ogni concessione al Diavolo implica un distacco doloroso e cambia il corso della vita del protagonista e dei suoi cari. Soprattutto quando il Diavolo chiederà di far scomparire dalla faccia della terra loro, i nostri amati gatti. Kawamura Genki ci costringe a pensare a quello che davvero è importante: alle persone che abbiamo accanto, a quello che lasceremo, al mondo che costruiamo intorno a noi.



Ho letto questo romanzo con i gruppi di lettura di Leggo quando voglio e questa volta si intitolava #SettimanadaGatti.
Temevo un libro noioso, lento, da sonno puro…lo avrei letto solo per il mio amore per il Giappone e i giapponesi. Invece mi sono dovuta ricredere!

Questa è la storia di un giapponese di trent’anni che scopre di avere un tumore. Certo, ci rimane male, ma è anche attonito dalla notizia eppure non si dispera. E cosa succede? Arriva Aloha. Che detta così viene da chiedersi: embé? Chi  è sto tizio? Ma il diavolo, naturalmente! E propone al protagonista un giorno in più di vita per ogni cosa che farà sparire. All’inizio il giovane, il nostro novello Dorian Grey, pensa si tratti di uno scherzo, ma scopre presto che è la realtà perché ha acconsentito a che i telefoni fossero eliminati, ma prima poteva fare un’ultima telefonata. Ed ha scoperto che i telefoni non ci sono più!

Inizia così una settimana in cui scompariranno alcune cose e partiranno una serie di considerazioni circa gli oggetti. Possiamo fare a meno di molto, ma sono spesso anche cose importanti. Certo, i telefoni ci hanno fatto ridurre il tempo che dedichiamo alla tv, ai libri, anche agli amici che…tanto sentiamo online! Eppure ci permettono di scoprire molte cose e di intrattenere rapporti con le persone lontane.
Lo stesso vale per film, musica, libri…Sparissero troveremmo altro, ma hanno anche un enorme valore personale. Fanno distrarre, divertire, crescere, cambiare, confortare. Sono importanti benché non vitali, non veramente perché basta dormire e mangiare, bere. Eppure la loro assenza pesa a noi che ci siamo cresciuti assieme perché parlano al nostro intimo. O semplicemente ci fanno stare bene.

Questo libro permette al protagonista di imparare ad essere meno egoista, lo illumina e gli permette di riflettere sul suo rapporto con sé col mondo, con la gente, gli amici, le donne, suo padre, la motivazione del perché abbia deciso di fare il postino. E sentiremo anche come parla un gatto, il suo! Quella parte mi è piaciuta un sacco!

Ci saranno tanti luoghi comuni ed una morale facile (ad esempio: non si ottiene nulla senza sacrificio), ma  è un libro frizzante e che si legge senza sforzo, che comunque qualcosa insegna. Oltre che un viaggio nella memoria, soprattutto per i cinefili.

Grazioso e rilassante.

2 commenti:

  1. uh no, non fa per me. Il titolo mi ispirava un sacco

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    1. Cosa non ti convince?
      Io sono andata sulla fiducia e, temendo una lettura pallosa, mi sono dovuta ricredere.

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