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27/03/18

Recensione di Le assaggiatrici di Rosella Postorino

Trama: Con una rara capacità di dare conto alle ambiguità dell'animo umano, Rosella Postorino, ispirandosi alla storia vera di Margot Wölk (assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf) racconta la vicenda eccezionale di una donna in trappola, fragile di fronte alla violenza della storia, forte dei desideri della giovinezza.


La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. «Da anni avevamo fame e paura,» dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l’autunno del ’43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: «Mangiate», davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato.

Nell’ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s’intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del ’44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti – come una sorta di divinità che non compare mai – incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito.

I miracoli dei gruppi di lettura. Libri che non voglio leggere diventano papabili della tbr e magari mi piacciono pure!
E' il caso de Le assaggiatrici di Rosella Postorino.
Leggendo la trama ho pensato "manco morta, ma che è sta tizia che già deve lavorare per Hitler ed elemosina amicizia?". Poi è un romanzo ambientato nel '900, non la mia passione.
E però ho iniziato a leggere per sfizio e non mi sono più fermata!

Di Rosa sappiamo subito che è sposata, ma il marito Gregor è al fronte e che, sola al mondo, vive coi suoceri. Ha lasciato Berlino ed ora vive a Gross-Partsch dove viene recluata assieme ad altre donne come assaggiatrice ufficiale di Hitler.

26/03/18

Recensione di Babilonia di Yasmine Reza

Trama: In un posto chiamato Deuil-l'Alouette (che, tradotto alla lettera, sarebbe «Lutto-l'Allodola»), un posto qualunque nella periferia di Parigi, una donna qualunque, con un buon lavoro, un marito, un figlio, una sorella e dei vicini di casa, si lascia coinvolgere, nel corso di una strana notte di quasi primavera, in una faccenda che potrebbe costarle assai cara. Per affettuosa solidarieta` con un uomo di cui non sa molto, tranne che e` solo, profondamente solo. O forse perche?, di colpo, ha voglia, foss'anche per un'ora, di respirare fuori dalla soffocante banalita` del quotidiano, di farsi un giro «on the wild side» – di immergersi in una «dimensione di tenebra». Tirando con la consueta, stupefacente maestria le fila di una vicenda in cui il comico e il tragico si mescolano in maniera inestricabile come in una sorta di perverso vaudeville, Yasmina Reza da` voce alle angosce piu` segrete, e mette in scena il suo beffardo teatrino della crudelta` scavando ancora una volta in quello spazio di connivenze e mostruosita` che puo` diventare la coppia; e ci ricorda che – non diversamente dagli ebrei, che «sulle rive dei fiumi di Babilonia» sedevano e piangevano «al ricordo di Sion» – ciascuno vive in esilio: da se stesso, da cio` che avrebbe voluto essere, e dagli altri.

Questo è il libro scelto dal gruppo di lettura di Padova della Feltrinelli e non sapevo proprio cosa aspettarmi!

Iniziando a leggere ho pensato ad una versione differente di Le nostre anime di  notte di Haruf. Bè..Niente di più sbagliato!
Di protagonisti ne abbiamo pochi, ma chiari... 
La voce narrante è quella di Elisabeth, anziana lavoratrice del Pasteur. Una donna mite, tranquilla, sposata con un uomo altrettanto mite. Le viene in mente di organizzare una festa per accogliere la primavera ed invita amici, colleghi, conoscenti...Anche Jean-Lino e sua moglie Lydie, i vicini del piano di sopra che fanno loro la cortesia di prestare alcune sedie. Sembrava il minimo invitarli! Inoltre, recentemente, Elisabeth aveva fatto amicizia con lui, questo mezzo italiano goffo, dallo sguardo vitale e bonario e che ama alla follia il suo gatto Eduardo con cui parla in italiano.
La festa sarà una gran fonte d'ansia per la protagonista e finirà in maniera assolutamente imprevedibile, con un colpo di scena a poco prima di metà che non smetterà di produrre effetti.

22/03/18

Recensione Schegge di Me /Shatter Me di Tahareh Mafi

Trama: Sono 264 giorni che Juliette, 17 anni, vive segregata in una cella. Non ha contatti con il mondo esterno e nessuno può avvicinarla perché ha un potere terribile: se tocca una persona la uccide. L'organizzazione militarizzata che l'ha rinchiusa la considera un'arma grandiosa, ma per lei non è altro che una maledizione. Un giorno arriva Adam, a condividere la cella con lei. Juliette si tiene distante, non vuole fargli del male, ma quando lui la prende tra le braccia per consolarla, una notte che è in preda agli incubi, scopre che è immune al tocco di lei. Insieme si danno alla fuga. Per Juliette è un tentativo di ritrovare se stessa, di smettere i panni del mostro e fare i conti con il suo dono. 

Ho letto qualche anno fa questo libro. 

Ho avuto modo di riprenderlo in mano grazie ad un gruppo di lettura organizzato da La lettrice sulle nuvole, come saprete se avete partecipato al GDL.


Juliette è prigioniera da 264 giorni. E' isolata e soffre. Questo da tutta la vita, ma ora è proprio rinchiusa. Lei ha un potere pericoloso che ha causato la sua prigionia in questa specie di manicomio/centro di recupero minorile che serve a perdere il senno piuttosto.

Inaspettatamente le viene concessa compagnia. Un ragazzo. Cosa che la terrorizza, ma pian piano inizia a fidarsi. Finchè non scopre che è un soldato infiltrato e questo la condurrà ad essere la bambolina di Warner, il folle figlio del capo della Resistenza, movimento nato per aiutare la popolazione dopo la rovina del pianeta e che in realtà è solo una dittatura.
Ma Adam, quel ragazzo, era sincero e farà di tutto per dimostrarlo.

19/03/18

Recensione di La figlia di Clara Usòn


Trama: Ana è una ragazza estroversa, allegra, brillante. È la migliore alunna del corso di medicina a Belgrado, è amata dagli amici, è l’orgoglio di suo padre, il generale Ratko Mladić, che lei ricambia con una devozione assoluta. Un viaggio a Mosca è l’occasione per passare alcuni giorni in giro per una grande città con il solo pensiero di divertirsi. Invece al ritorno Ana è cambiata. È triste e taciturna. Una notte afferra una pistola, quella a cui il padre tiene di più, e prende una decisione definitiva. Ha solo ventitré anni.


Cosa è successo a Mosca, tra corteggiamenti e feste, in compagnia degli amici più cari? Nelle allusioni e nelle accuse dirette Ana ha intravisto nel padre una figura spaventosa. Quello che per lei è un eroe e un genitore premuroso, per tutti gli altri è un criminale responsabile dei maggiori eccidi del dopoguerra: l’assedio di Sarajevo, la pulizia etnica in Bosnia, il massacro di Srebrenica. Crimini che lo porteranno a essere accusato di genocidio, in un processo che dopo una lunga latitanza ha avuto inizio nel maggio 2012.

Pochi casi come quello di Ana rivelano in tutta la sua oscura profondità una condizione, la perdita dell’innocenza, al tempo stesso individuale e collettiva. E Clara Usón, in un romanzo potentissimo che la consacra come una delle grandi autrici europee, si immerge in una vicenda di forza shakespeariana mantenendo un perfetto equilibrio tra i dati storici e la creatività letteraria, per scrutare nella follia del male, dell’amore, e orientarsi nel labirinto di un’infinità di voci e congetture raccolte in tre anni di ricerche. Memore della lezione di Javier Cercas, La figlia è un originalissimo ibrido di romanzo e documento con un’ampia galleria di personaggi storici come Slobodan Milošević e Radovan Karadžić, in cui la scrittrice riesce a combinare linguaggi narrativi diversi e a coniugare l’indagine rigorosa e l’arte della narrazione, la tradizione dell’epopea e la storia recente, per riflettere sul nazionalismo estremo, sulla manipolazione politica, sul mistero della malvagità umana


Questa è la nuova lettura del gruppo di lettura della biblioteca locale ed  è stata tosta, molto tosta.

Innanzitutto io già conosco assolutamente poco questo periodo storico, gli anni dei conflitti nei Balcani. Avrò avuto circa cinque anni e quando si studia la storia a scuola è più o meno così quando si arriva al '900: sì, c'è la guerra fredda, cade il muro (e nasco io), un mezzo accenno a Ceausescu e "oh, l'11 settembre!". Se si è fortunati.

In più questo libro è difficile anche per come viene presentato. Ci vuole una concentrazione forte.
La storia comincia con una serie di video di una famiglia, poi si salta ad un episodio storico del 28 giugno 1389 tra serbi e turchi di una guerra condotta dal principe Lazar, poi si torna nel "presente" in cui troviamo dei ragazzi "jugoslavi" in viaggio a Mosca che iniziano ad alternarsi con capitoli complessi circa la formazione dei vari conflitti, i chi, i per come e vagamente i perchè.
Da perderci la testa!

15/03/18

Recensione di Fai bei sogni di Massimo Gramellini

Trama: Fai bei sogni è la storia di un segreto celato in una busta per quarant'anni. La storia di un bambino, e poi di un adulto, che imparerà ad affrontare il dolore più grande, la perdita della mamma, e il mostro più insidioso: il timore di vivere. Fai bei sogni è dedicato a quelli che nella vita hanno perso qualcosa. Un amore, un lavoro, un tesoro. E rifiutandosi di accettare la realtà, finiscono per smarrire se stessi. Come il protagonista di questo romanzo. Uno che cammina sulle punte dei piedi e a testa bassa perché il cielo lo spaventa, e anche la terra. Fai bei sogni è soprattutto un libro sulla verità e sulla paura di conoscerla. Immergendosi nella sofferenza e superandola, ci ricorda come sia sempre possibile buttarsi alle spalle la sfiducia per andare al di là dei nostri limiti. Massimo Gramellini ha raccolto gli slanci e le ferite di una vita priva del suo appiglio più solido. Una lotta incessante contro la solitudine, l'inadeguatezza e il senso di abbandono, raccontata con passione e delicata ironia. Il sofferto traguardo sarà la conquista dell'amore e di un'esistenza piena e autentica, che consentirà finalmente al protagonista di tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo.

Questa è una lettura che è stata proposta nel gruppo della biblioteca. Non so se lo avrei comunque letto, mi ispirava e anche no, ma il gruppo ha deciso e dunque ho letto.

La storia è quella di Massimo, nato nel dopo guerra, probabilmente negli anni 60 circa, che alle soglie della mezza età fa più o meno volontariamente, un viaggio nel passato per scoprire delle verità su cosa e su chi lo ha trasformato nell'uomo che è oggi.

14/03/18

Recensione di L'estate dei fantasmi di Saundra Mitchell

Trama: Benvenuti a Ondine, soporifero paesino della Louisiana in cui non succede mai niente. L’unico fatto degno di cronaca risale a molti anni fa, quando un ragazzo scomparve misteriosamente. C’è chi dice che sia affogato nel lago, chi sostiene che sia scappato lontano.

Questo posto dimenticato, popolato da ragazzini indolenti, vecchi benpensanti e manovali non offre molti diversivi per Iris e Colette. Le due amiche inseparabili si preparano a passare l’afosa estate dei loro quattordici anni fra noia e sogni di fuga dalla monotonia.

Ma quella caldissima estate, inaspettatamente, si rivela per loro piena di segreti, misteri e scoperte, tra l’emozione di esperienze normali, come il primo amore, e paranormali, poiché a Ondine il posto più vivo sembra essere il cimitero.


Anche questo è un libro che ho visto qualche anno fa. La copertina, soprattutto in estate, attira assai perchè promette frescura XD

Le protagoniste iniziali sono Iris e Colette., due annoiate quattordicenni di Ondine, Louisiana, piccolo paesino noioso e dove non succede mai nulla.
Il loro sogno è prendere la patente ed andare via, nel frattempo si divertono a giocare alle streghe.
Per non farsi bersagliare dai compagni, iniziano ad incontrarsi nel cimitero per evocare gli spiriti ed una di queste volte dev'essere stata quella buona perchè Iris è entrata, scoprirà presto, in contatto con lo spirito di Elijah Landry, scomparso molti anni fa. 

13/03/18

Recensione de Il profumo delle foglie di limone di Clara Sànchez

Trama: Spagna, Costa Blanca. il sole è ancora molto caldo nonostante sia già settembre inoltrato. Per le strade non c'è nessuno, e l'aria è pervasa da un intenso profumo di limoni che arriva fino al mare. È qui che Sandra, trentenne in crisi, ha cercato rifugio: non ha un lavoro, è in rotta con i genitori, è incinta di un uomo che non è sicura di amare. È confusa e si sente sola, ed è alla disperata ricerca di una bussola per la sua vita. Fino al giorno in cui non incontra occhi comprensivi e gentili: si tratta di Fredrik e Karin Christensen, una coppia di amabili vecchietti. Sono come i nonni che non ha mai avuto. Momento dopo momento, le regalano una tenera amicizia, le presentano persone affascinanti, come Alberto, e la accolgo nella grande villa circondata da splendidi fiori. Un paradiso. Ma in realtà si tratta dell'inferno. Perché Fredrik e Karin sono criminali nazisti. Si sono distinti per la loro ferocia e ora, dietro il loro sguardo pacifico, covano il sogno di ricominciare. Lo sa bene Julian, scampato al campo di concentramento di Mauthausen, che da giorni segue i loro movimenti passo dopo passo. Sa bene che le loro mani sottili e rugose si sono macchiate del sangue degli innocenti. Ma ora, forse, può smascherarli e Sandra è l'unica in grado di aiutarlo. Non è facile convincerla della verità. Eppure, dopo un primo momento di incredulità, la donna comincia a guardarli con occhi diversi. A leggere dietro i loro silenzi, i sorrisi, le parole dette non dette, i regali. Adesso Sandra l'ha capito: lei e il suo piccolo rischiano molto. Ma non importa. Perché tutti devono sapere. Perché è impossibile restituire la vita alle vittime. Ma almeno fare in modo che tutto ciò che è successo non cada nell'oblio. E che il male non rimanga impunito. 

Ho questo titolo in wishlist da qualche anno. Non l'ho preso appena arrivato in biblioteca perchè all'epoca non avevo il tempo di prendere tutti i libri che avrei voluto (non che ora...).
E forse avrei fatto bene a lasciare la situazione invariata, ma è giusto fare anche "brutte" esperienze.

La storia parte da una semplice base. Juliàn è un ex internato di Mauthausen, ma anche ora che è in pensione non smette di dare la caccia ai mostri. Anche loro saranno ad un passo dalla tomba come lui, ma il desiderio di vendetta non riesce a farlo proprio morire.
I suoi ultimi obiettivi sono Karin e Fredrik Christensen, felici residenti di Dianium, in Costa Blanca e la pista gli è stata data dall'amico Salva che ormai non può più proseguire nell'inseguimento. 
Ciò che ignora è che i due vecchietti abbiano presto sotto la loro ala Sandra, giovane vacanziera incinta e che i Christensen non sono gli unici ex nazisti della zona. Non sarà facile convincere questa giovane innocente della verità benchè presto molti dettagli inizino a saltarle agli occhi.

Recensione di Monster di Christopher Pike

Trama: Angela è appena arrivata nella tranquilla cittadina di Point, per vivere con il nonno. Ma la prima, ambita, festa a cui è invitata si trasforma in una carneficina: due ragazzi vengono uccisi a sangue freddo da Mary, la sua nuova migliore amica. Perché lo ha fatto? Perché si ostina a dire che non erano esseri umani, ma mostri assetati di sangue? E perché la implora di non uscire con Jim, il ragazzo per cui Angela prova un'attrazione irresistibile? Un'antica leggenda affiora dalle acque del lago e sembra diffondere la violenza assassina come un veleno. Angela lotta contro gli impulsi più viscerali per capire chi è Jim e risolvere il mistero, ma ben presto capisce di non essere più padrona di se stessa, né del proprio corpo. E mentre si abbandona nelle gelide acque del lago, una brama divorante la possiede sempre più.

Ho notato molto tempo fa questo romanzo, la copertina mi ripugnava ed affascinava al contempo ed è in una scatola di libri che vorrei restituire e che mi furono prestati. Sarebbe anche ora di leggerli tutti!


Angela si è  trasferita durante l'estate a Point, in Michigan. Iniziata la scuola da due settimane, viene già invitata alla festa di Jim, popolare atleta della scuola nonchè fidanzato della sua migliore amica Mary.
Peccato che a quest'ultima sia venuta la bella idea di venire alla festa per uccidere lui e due suoi amici. Lui è l'unico che si salva, lei ovviamente viene arrestata ed Angela è una delle principali interrogate per via del suo ruolo di amica e per aver salvato Jim da morte certa.
Apparentemente un gesto di pazzia nato dalla possibile volontà di Jim di lasciare la sua ragazza, cela una caccia ai mostri che è difficile prendere sul serio e che Angela sarà costretta però ad accettare man mano. Infatti Jim pare invaghito di lei e ciò le darà modo di approfondire la questione.

07/03/18

Movie Review Civlità Perduta


E ogni tanto prende il matto e si scelgono film a naso, senza guardare genere, a malapena la trama...
In questo caso una vera rarità perchè  il '900 non è assolutamente un periodo storico da me amato.

Il film è tratto da una storia vera, come ho poi scoperto alla fine, ed il protagonista è Percy Fawcett, militare, esploratore ed archeologo britannico con un vero amore per la scoperta.
La British Geographical Society autorizza la sua partenza e quella di altri compatrioti per un'esplorazione del sud america, inizialmente in Bolivia, allo scopo di riprodurre carte fluviali dettagliate. I fatti hanno luogo circa nel 1905 e si protrarranno per circa vent'anni.
Le cose però vanno per il verso sbagliato e rischiano di essere abbattuti dalle frecce di alcuni indigeni e dai piranha.
La loro fuga conferma, straordinariamente, a Percy l'esistenza di una civiltà, da lui denominata Z, antichissima, molto più degli inglesi, una civiltà non primitiva.
Il suo, non scontato ritorno a casa, è accolto con gioia dalla moglie, perplessità da figlio maggiore ed assoluto sonno da parte del neonato. Ma appena tornato parteciperà ad un incontro della società per perorare la sua causa ovvero tornare e dimostrare la sua teoria. La questione susciterà un certo putiferio presso la società dell'epoca che rifiuta di crederci, ma Fawcett andrà avanti, nonostante il profilarsi di una guerra all'orizzonte.

06/03/18

Gruppo di lettura Shatter me - Recap capitoli 26- 30

Buongiorno a tutti,
allora...Ci state seguendo in questa folle avventura?
Eccoci giunti al capitolo 30. Cosa ne avete pensato finora?
Io ho letto con piacere ed apprezzato molto le tappe delle altre blogger che, puntualmente e con passione, ci hanno ragguagliato passo passo circa quanto leggevamo nel libro, fangirlando assieme. D'altrone, un gruppo di lettura a cosa serve se non anche a questo?

Ma veniamo ai capitoli di cui vi parlo oggi... Non consigliati a chi deve ancora iniziare il libro perchè chiaramente sono ricchi di spoiler e forse poco comprensibili per chi non è già dentro alla storia.

Juliette è stata costretta da Warner a toccare un bambino molto piccolo ed è in crisi in doccia. Ha rivissuto il suo peggiore incubo.
Meno male che quelle maledette telecamere non ci sono perchè piange senza ritegno e Adam, da cavaliere senza macchia e senza paura qual è, la consola.
E qui, ragazzi...Ci sono una dichiarazione ed un momento di passione favolosi! Lui brucia di desiderio e lei si sente sciogliere, ha trovato una casa, delle braccia che possono stringerla.
Trova anche il coraggio di guardarsi allo specchio. E' un'esperienza estraniante (beata lei che ha i denti dritti con le condizioni di vita che ha dovuto sopportare!).
Finalmente ha trovato chi crede in lei e la ama, si sente sostenuta, felice.
Warner però, tanto crudele e manipolatore, fa un pò la figura del fesso eh... Magari sospetta, infatti ha dei comportamenti particolari, ma per il resto sembra dormire. Ho capito che lei è intoccabile (all'apparenza per tutti), ma sembra saper fare solo 1+1 e non anche 2+2.
Adam non riesce più a sopportare i suoi comportamenti meschini e le sue avances verso Juliette e ad un certo punto esplode.
Durante una falsa esercitazione (che sia falsa lo scopriamo poi) Adam prima ci mette parecchio a rispondere al richiamo, tanto che Warner entra nella camera di Juliette e lo incita a muoversi. Poi Adam rientra e decide che è ora di dire basta. Minaccia Warner, il quale non vuole cedere di un millimetro. I due sono costretti ad usare la forza ed a fuggire in maniera rocambolesca calandosi dalla finestra di Juliette per circa 15 piani.
Nel mentre lei pensa che Warner l'abbia toccata inavvertitamente senza provare dolore e spera di essersi sbagliata.
Gli altri soldati cercano di tirarla su tramite la corda, ma lei si lancia tra le braccia di Adam e i due si danno alla macchia.
Adam la conduce nella città abbandonata fino ad un ex centrale nucleare le cui radiazioni sembrano inefficaci sui due ed hanno il pregio di annullare il siero di localizzazione del ragazzo, fornendo tempo extra per fuggire.
Nascosta nell'area nucleare, dove difficilmente Warner si dirigerà, c'è anche un'autoblindo rubata con l'astuzia che li aiuterà a muoversi più in fretta. La destinazione? La casa di Adam! Ebbene sì.. Il ragazzo ne ha una! Ed ha pure un fratello: James.

Che dire...Wow!
Io avevo già letto il libro qualche anno fa e lo ricordavo a grandi linee. Mi sono emozionata nuovamente e forse anche di più.
Lo strazio che prova Juliette dopo l'esperimento di Warner è straziante, anche il suo desiderio di morte che non verrà mai esaudito. lei è un'arma troppo preziosa.
Adam sarà troppo buono ed insipido, ma io lo adoro. Anche per me rappresenta casa, sicurezza, protezione, coraggio, iniziativa. Per Juliette probabilmente è anche di più. Ha passato una vita da emarginata, odiata, ha dovuto rinunciare a contatti umani ed affetto. E finalmente tutto questo non le è più negato.
Warner non lo sopporto. Amo il suo personaggio perchè è il cattivo per eccellenza. Può sembrare ragionevole, tranquillo e curato, ma anche estremamente pazzo. E pericoloso. Senza di lui la storia non avrebbe pepe. Però siamo agli antipodi XD
Ho amato il modo in cui la situazione si è capovolta dando una marcia in più. Ed adesso sono proprio desiderosa di proseguire nella lettura.

Mi raccomando, state con noi! La prossima tappa l'8 marzo su....Librintavola

A presto e buona lettura!


05/03/18

Recensione de Il pittore e la ragazza di Margriet De Moor

Trama: Il 6 marzo 1664 Elsje Christiaens, giovane e bella diciottenne, dolce di carattere e del tutto ignara del corso del mondo, avvolta in uno scialle, con un bauletto da viaggio ben legato al braccio, lascia le fredde terre danesi dello Jutland e si imbarca sulla Dorothe, un veliero diretto ad Amsterdam.

Il 3 maggio 1664 la ragazza viene giustiziata in piazza Dam mediante strangolamento, e il suo corpo messo in mostra sulla forca di Volewijck per essere divorato dal vento e dagli uccelli nel corso delle stagioni.

Come sovente accade, la sua triste sorte avviene per un mero capriccio del destino. Una volta ad Amsterdam, la ragazza trova rifugio in un’ambigua locanda dove alle ragazze ospiti è chiesto spesso di pagare in natura intrattenendosi con i clienti. Dopo il suo ostinato rifiuto a cedere alle avances di un cliente, la locandiera le intima un giorno di saldare il conto – un misero tallero, non di più – sull’unghia, senza proroghe, e la colpisce con una scopa. Elsje Christiaens sente divampare dentro di sé un’improvvisa, inarrestabile violenza e poi la perfetta calma con cui si annuncia sempre qualcosa di terribile. Sventura vuole che scorga un’accetta su una sedia e che con quella colpisca, ripetutamente, la locandiera.
Il caso di Elsje Christiaens, assassina per un tallero, sarebbe consegnato irrimediabilmente all’oblio del tempo, se un grande pittore, impegnato in quei giorni di maggio del 1664 a dipingere un’opera che chiameranno La sposa ebrea e che, dal XVIII fino al XX secolo, nessuno riuscirà a guardare senza «infinita tenerezza», come scrisse van Gogh, non avesse deciso di recarsi a Volewijck, e non avesse immortalato su una pergamena la sfortunata ragazza danese, ancora bella, ancora fresca e pallida, con gli stivaletti di renna ai piedi, la gonna rigonfia in corrispondenza della pancia, e le ginocchia strette dalle corde.

Basandosi su fatti realmente accaduti – Rembrandt nel 1664 ritrasse davvero in due disegni la serva danese Elsje Christiaens, giustiziata dopo essere stata accusata di omicidio –, Margriet de Moor descrive abilmente le passioni, le speranze e gli amori di una ragazza e di un grande artista, entrambi stranieri nell’Amsterdam del XVII secolo (Rembrandt proveniva da Leida), in una storia vibrante di pensieri ed emozioni.


Io amo l'arte, ma, leggere romanzi a tema, ho scoperto che non è esattamente la mia passione...
Questo sarà il terzo romanzo che leggo dove si parla quasi esclusivamente di arte ed è uno dei peggiori.
Il libro comincia con il pittore che, in passeggiata, capisce che ci sarà un'esecuzione, scopre che si tratta di una diciottenne e fa di tutto per evitare di recarsi in piazza, non è mai stata una sua passione anche se intuisce che il caso è certamente particolare.

Recensione Bruciata viva di Suad

Trama: «Nessuno può immaginare il dolore che si prova con il corpo in fiamme. Un dolore atroce, profondo, che non si dimentica più.» Suad, giovane cisgiordana, sta facendo il bucato nel cortile di casa quando sente sbattere una porta alle sue spalle. È il cognato, che le rivolge una frase scherzosa. Suad si volta per replicare ma, all'improvviso, il suo corpo è intriso di un liquido freddo che in meno di un secondo diventa fuoco. Bruciata viva, è questa la punizione inflittale dalla famiglia, lesa nel suo onore, per aver commesso il peggiore dei peccati, essere rimasta incinta prima del matrimonio. Perché nel villaggio in cui è cresciuta le donne non possono andare a scuola, non possono vestirsi come vogliono, non possono guardare un uomo negli occhi. Il loro destino è occuparsi delle mansioni più umili, al servizio di padri e mariti. Nonostante le ustioni di terzo grado che la ricoprono, Suad riesce a salvarsi. Con l'aiuto di un'organizzazione umanitaria fugge in Europa. Da qui, con indosso una maschera che protegge e nasconde il suo viso deturpato dal fuoco, racconta al mondo la sua storia, sfidando la legge degli uomini e la loro sete di vendetta. 

Qui in Europa siamo bravi con le belle parole, nel bene e nel male. L'Italia, che io vivo  di cui quindi posso parlare, ultimamente sta dando il meglio di sè col male.
Nessuno (poche persone in caso) credo possa dire di aver vissuto quel che ha vissuto Suad, nome di fantasia per proteggere la sua identità e meglio per lui. Ma sapere che lei qui nel nostro continente ed è salva, ha una vita piena, mi rincuora.

Il racconto comincia a spizzichi e bocconi sulla vita in Cisgiordania, una vita agricola, semplice, almeno nel villaggio di Suad. Sembra bello, pittoresco. Una vita naturale ed è ritenuto naturale anche che le donne siano nulla, che solo gli uomini contino, uomini che ti possono riempire di botte, se non anche ammazzarti, quando vogliono e per qualsiasi motivo, anche averci messo troppo a scaldare il tè o aver fatto cadere una goccia di latte, singola.
Basta nulla per essere definita charmuta, figlia di puttana. Anche solo alzare lo sguardo. Vietato uscire da sole, ogni passo è sorvegliato.