Trama: «Mi chiamo Vince Corso. Ho quarantacinque anni, sono orfano e per campare prescrivo libri alla gente». Insegnante precario e lettore come pochi, si è inventato un nuovo lavoro, quello di biblioterapeuta; ha casa e ufficio in via Merulana, un monolocale con soppalco e angolo cottura più da studente fuorisede che da medico delle anime, dove accoglie le sue pazienti - sì, sono donne in prevalenza. Vince le ascolta e poi trova per loro il libro adatto, le pagine che possono lenire, la letteratura insomma come medicina dell’anima e, perché no?, anche del corpo. A rivolgersi al suo pronto soccorso letterario un giorno arriva Giovanna; il fratellastro Fabrizio, sinologo, collezionista di libri, esperto di lingue e di molto altro, ha smarrito il senno e ricoverato in una casa di riposo per malati di Alzheimer ripete ossessivamente poche e smozzicate frasi, sempre le stesse. La donna è convinta di un possibile miglioramento del fratello se solo potesse ritrovare il libro da cui quelle parole sono tratte: sembra proprio il terreno in cui Vince Corso si trova più a suo agio. Così accetta la sfida e visita la biblioteca del professore, ma si trova ben presto a indossare i panni dell’investigatore, a svelare l’enigma che si cela dietro quel labirinto di volumi, una autentica biblioteca di Babele. Un libro sulla memoria, sull’importanza del ricordo, sulla lettura come terapia.
Ho letto sul filo del rasoio questo libro in scadenza in biblioteca. Lo avevo preso in prestito perché era una delle opzioni per un'iniziativa di febbraio.
Mi ha sedotta perché era dedicato "A te che tieni strette le cose più preziose che hai...E poi chissà quali sono le cose più preziose che abbiamo?".
La storia è quella di Vince Corso, biblioterapeuta di Roma che riceve nel suo appartamento scalcagnato le sue pazienti. Ognuno si rivolge a lui per motivi diversi, ne ha sentite di ogni tipo. Il suo scopo è aiutarle con la lettura giusta.
Un giorno arriva Giovanna, il cui fratellastro è malato di Alzheimer e spera che le frasi che lui dice siano parte di un libro, in modo da poterglielo leggere. Immagina che questa lettura potrebbe rallentare il decorso della malattia. Il compito di Vince, stavolta, non è consigliare un libro bensì trovarlo, se esiste.
Questo libro, contemporaneamente alla trama che porta avanti, parla di vari argomenti.
Il primo è che i libri sono diversi ad ogni lettura, i personaggi crescono con noi e, qui, mi incuriosisce l'esperienza riportata di La metamorfosi di Kafka, molto interessante.
Si parla di letteratura che mette tutto in discussione, un elemento che fa paura ai dittatori che spesso perseguitano intellettuali e distruggono opere.
Purtroppo la vita "vera" fa capolino anche qui e troveremo il ritratto di un'Italia razzista e bigotta, il prima gli italiani che sta andando sempre più in voga perché non siamo razzisti, ma ci siamo prima noi. Condivido la rabbia del protagonista che è al contempo una persona molto comune, umana. E' imperfetto, sa di esserlo eppure cerca di fare qualcosa, anche se non per quanto tempo, con la sola passione che anima da sempre le sue vene: i libri. Una passione che ha cercato di infondere anche ai suoi studenti, per esempio, con la tecnica del caviardage, ovvero la manipolazione di un testo, escludendone una gran parte e quel che resta dev'essere una frase di senso compiuto. Utile da usare a scuola con mattoni pesanti che vengono visti in maniera meno minacciosa se c'è la possibilità di "demolirli".
E' importante anche come suona il romanzo, senza pensare a tutte le domande correlate perché la lingua è "musicale". Io poi adoro le lingue in senso stretto. Qui se ne parla molto e anche il mio pallino, pur da ignorante, è conoscere la "lingua zero", l'origine. Da che suoni, come davvero è nato il linguaggio. E questo riporta "all'indagine" di Vince. Si cerca la chiave per restituire dignità ad un uomo che delle lingue aveva fatto la sua vita e che invece ha perso tutto.
Questo libro è grazioso, lenisce, fornisce anche il mistero da risolvere, con tutti i suoi retroscena.
Ha una scrittura fluida e semplice, si legge senza alcuno sforzo. Vengono presentati pochi pazienti e le persone con cui interagisce normalmente Vince, come Emiliano, il libraio, o Gabriel, il portiere sudamericano. Sono tutti pennellati in maniera diversa, ma più che sufficiente a farci capire di chi si tratta anche grazie agli abbagli del biblioterapeuta che, non sempre, capisce la sua cliente e fa delle...gaffe.
Mi ha solo infastidito che i dialoghi non siano segnalati. A volte si fatica a capire chi inizia a parlare.
I consigli letterari sono numerosi, alcuni li ho letti (come Piccolo blu piccolo giallo di Leo Lionni, un albo illustrato adatto dai 3 ai 99 anni) e sono tutti elencati a fine libro.
Mi ha lasciato impresso che le cose importanti sono quelle nel nostro intimo, quelle che tendiamo a proteggere e nascondere, magari anche solo parzialmente oppure facciamo credere siano in bella vista, ma non è così. Per ognuno sono diverse: affetti, ricordi, sentimenti. In ogni caso si tratta di quel che ci infiamma e che ci rende "noi". Non è qualcosa che svenderemmo al miglior offerente.
Ovviamente si tratta di una libera interpretazione oggetto di errore.
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