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06/09/21

Recensione di Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna

 

Trama: Ci sono momenti in cui i ripetuti insuccessi, un matrimonio a rotoli, lo stress, la solitudine sembrano davvero troppo per conservare la voglia di vivere: non è meglio farla finita e andarsene da questo mondo che pare sempre meno “un luogo adatto all’uomo”? Seduto sui gradini di casa con una bottiglia di birra in mano, il direttore Onni Rellonen, imprenditore fallito, decide di dire basta a “quel suo vivacchiare privo di senso”. Ma cosa succede se il fienile scelto per “il botto finale” è già occupato da un colonnello a riposo risoluto a mettere fine ai suoi giorni? Non ci saranno anche molti altri nelle stesse condizioni, con cui varrebbe la pena di spartire timori, rischi e spese, per un dignitoso suicidio collettivo? E così, caricati sulla Saetta della Morte, lussuoso pullman dotato dei più desiderabili comfort, trentatré selezionati aspiranti suicidi partono per un viaggio che li porterà da un capo all’altro dell’Europa alla ricerca del migliore strapiombo da cui lanciarsi nel vuoto. Sotto il comando del colonnello Kemppainen, frustrato da un’epoca “così profondamente pacifica”, con l’assistenza di Rellonen e della fidata vicepreside Helena Puusaari, conturbante trentacinquenne dai capelli rossi con l’hobby di struggenti passeggiate nei cimiteri, la Libera Associazione Morituri Anonimi raccoglie i più disparati e folli personaggi, decisi, come il Vatanen dell’Anno della Lepre, a tagliare tutti i legami di un’esistenza che li ha delusi e maltrattati, per la libera avventura di un fatale Grand Tour, che diventerà presto il più gioioso manifesto della voglia di vivere. Dalle falesie di Capo Nord ai burroni del Furka, fino all’estrema punta dell’Algarve, tra spericolate avventure, amicizie, solidarietà e nuovi amori, la banda degli apprendisti suicidi sarà immancabilmente raggiunta dall’irriducibile nemico da cui ha tentato di fuggire: la vita.

Ho letto questo libro in seguito alla sua "estrazione" nel gruppo PBS al quesito: quale libro leggere per l'incontro successivo.
Non ne avevo mai sentito parlare benché la casa editrice sembri proporre libri validi, fuori dal coro, però, purtroppo ne leggo pochi di suoi (sarebbe interessante quello sul lavoro che c'è dietro la pubblicazione di un libro).

Il romanzo di Paasilinna nasce da un dato allarmante: ogni anno il paese è colpito da 1500 suicidi.
I protagonisti che danno il via alle vicende sono l'uomo d'affari fallito Onni Rellonen, il militare Hermanni Kemppainen e la vicepreside Helena Puusaari. In realtà la storia comincia dai primi due personaggi, ma, poiché il loro suicidio fallisce, decidono di riunire tutti i finlandesi per escogitare un suicidio di massa, nonostante l'incontro nasca come convegno sul suicidio. D'altronde Kemppainen e Rellonen sono uomini sensibili alle sofferenze altrui, lo sanno in prima persona, ed a loro si aggiunge presto la signorina Puusaari, donna ricca di intelligenza ma anche di fascino.

E' un libro anticonformista ed anche dissacrante. Mi rendo però anche conto che possa essere sconsigliato a persone molto depresse o a chi ha tentato il suicidio, non per il rischio di indurre queste persone a togliersi la vita, ma proprio perché potrebbero sentirsi offese e potrei capirlo benissimo.
Ridendo e scherzando, benché macabramente, l'autore denuncia alcune cosine, dimostrando una grande attenzione ai dettagli, al realismo ed alla logica. I personaggi hanno fame, occorre un mezzo per il loro piano, servono fondi per il progetto o il passaporto se si va all'estero e qualcuno non ce l'ha...

Cosa denuncia l'autore semi-seriamente?
Attraverso protagonisti che altro non sono se non anticonformisti ribelli a cui il mondo moderno va stretto, si parla della piaga del suicidio in un popolo molto rispettoso delle autorità, esageratamente.
C'è anche una velata critica all'interferenza della Chiesa luterana che ha reso i finlandesi castigati e succubi, da quel che si evince da qui.
I mali vengono combattuti e sopportati col bere e qui ci viene raccontata un'abitudine, chissà se vera, che ha luogo sull'Ebbro (che in italiano ha già un suo significato come aggettivo: mi riferisco ad ebbro). In pratica si lascia una bottiglia con del liquore sulla superficie in modo che arrivi dall'altra parte della riva affinché venga bevuta da chi la trova.
La natura trova ampio posto qui, collegandosi anche al tema dell'inquinamento. Un loro ruolo lo hanno anche le località naturali, benché estreme o potenzialmente pericolose, ed i cimiteri (lo scoprirete leggendo).
Grandi protagonisti dei libri dell'autore sono anche i militari e la guerra, oltre alla malcelata antipatia per i russi (nominati come nemici, dopo il diavolo anche dalla chiesa luterana).

E' un libro scritto con cura ed attenzione ai dettagli, dal ritmo e dalle frasi ben articolate e raramente minime, però non risulta pesante ed invoglia a conoscere il destino dei protagonisti (tra cui uno che va incontro alla morte, scopo originario del gruppo).
Dissacrante e particolare.

Finito il 25/06/21


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