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28/08/21

Recensione di Una storia privata di Carla Maria Russo

 

Trama: Milano, 1932. La vita di Pietro Morando, segnata dalle feroci liti tra il padre e la madre, lontani nell'età come negli ideali, cambia in meglio quando, nel caseggiato popolare del Ticinese in cui si è trasferito insieme ai suoi, incontra la famiglia Ronchi. Tutti comunisti, genitori e figli, solidali l'un l'altro e impegnati nella lotta contro il fascismo. Sono loro, in particolare i suoi coetanei Giovanni ed Ettore, che lo introducono nel mondo della lotta clandestina, delle imprese rischiose e delle fughe dalla polizia, loro a offrirgli una casa e una famiglia quando la madre fugge con un altro uomo, loro a fargli incontrare Lucia, la donna che amerà sempre. Ma essere considerato dai Ronchi come un fratello non basterà a distoglierlo dal progetto che ha concepito.


Milano, 2008.
Emanuele Morando ha sempre amato il padre, benché diverso da lui e lontano dai suoi valori, troppo concentrato sul denaro e sull'impero immobiliare creato negli anni dell'immediato dopoguerra. Per questo, quando, dopo la morte del genitore, si accinge a mettere ordine fra le sue carte, si imbatte in scoperte che lo turbano profondamente, perché sembrano non coincidere in nulla con la storia che Pietro Morando ha sempre raccontato. Determinato a fare chiarezza, Emanuele ricostruirà la vita di suo padre durante gli anni del fascismo e si vedrà costretto a confrontarsi con rivelazioni sconvolgenti, legate a una famiglia mai nominata prima, i Ronchi, che getteranno una luce sinistra sul passato di Pietro Morando e condizioneranno il futuro di Emanuele.
Carla Maria Russo affronta con maestria una pagina difficile e controversa della nostra storia recente, dove amici e nemici, sodali e traditori si scambiano continuamente di ruolo e dove ogni verità non è che un frammento di molte bugie, regalandoci una saga familiare potente e intensa.

Chi dice di non giudicare un libro dal titolo o dalla copertina ha pienamente ragione. Possiamo averla anche noi che invece lo facciamo, consci dei nostri gusti, ma ciò ci espone al rischio di perdere delle belle storie.
E' quel che ho rischiato io qui, quando, sin dalle prime pagine, mi sono fatta rapire dalla storia.

Abbiamo due linee narrative e temporali intrecciate. Quella di Pietro Morando e della famiglia Ronchi e quella di Emanuele Morando, figlio di Pietro, la prima negli anni '30-50 e la seconda al giorno d'oggi (2008, in realtà).
Il senso di tradimento di Pietro, un tradimento che pensa di aver subìto, lo trasforma in un mostro, una macchina spietata anche nei confronti di chi gli è caro perché, dal tradimento, ha giurato di bastare solamente a sé stesso e di essere una sciagura per il mondo.
Emanuele è la pecora nera della famiglia, l'intellettuale, ma il destino sta per sconvolgere la sua esistenza facendogli conoscere la vera personalità di suo padre, un uomo che credeva duro, eppure non un orco.

Questo è un libro che parla di famiglia, di tradimento, di valori ed ideali, ma ci mostra anche gli anni '30, la guerra, il comunismo, la guerra civile spagnola, la Resistenza, il fascismo e molto altro a livello storico.
Al di là dei fatti si àncora nelle viscere, coinvolge con la fiamma della passione e si fa divorare grazie ad uno stile semplice, d'effetto eppure completo.
La rabbia ci assale quando scopriamo l'ignobile atto in procinto di compiersi, al pari della tristezza per alcuni personaggi, per i loro dolori, rimpianti e sventure, siamo inquieti quando presagiamo la sciagura nonostante (o proprio a causa) di alcune pagine felici.

Devo informarmi se esistono seguiti perché il libro termina in maniera brutale, improvvisa ed incompiuta.

Finito il 27/04/21


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