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15/12/20

Recensione di Turbolenza di David Szalay

Trama: Secondo studi recenti, una conseguenza imprevista dei riscaldamento globale sarebbero turbolenze molto più frequenti rispetto al passato, e soprattutto imprevedibili. Nel mondo fisico può essere vero oppure no, ma in questo romanzo di David Szalay le vite dei dodici personaggi che da un capitolo all’altro – sfiorandosi alla security, scambiando un parola in un terminal – si passano il testimone non sanno davvero cosa potrà succedere, fra il terminale delle partenze e quello degli arrivi, né che esito avrà il loro disperato tentativo di fuga. E se i maschi di "Tutto quello che è un uomo" avevano ancora un continente di terra e acqua in cui tentare di mimetizzarsi, sfuggendo alle proprie catastrofi interiori, gli uomini e le donne di "Turbolenza" vivono in aria, fra un continente e l’altro – come, sempre più spesso, molti di noi. E, come molti di noi, sanno che dall’aria non si può sperare di proteggersi: nell’aria, soprattutto, non si può sperare di nascondersi. 

Questo era il libro in lettura per il GdL delle Personal Book Shopper di febbraio. Io, ovviamente, arrivo mesi dopo.

Avevo molte perplessità all'inizio, temevo che fosse un libro noioso e difficile o comunque non adatto a me.
Mi veniva in mente un altro libro letto ed abbandonato a metà tra saggio ed autobiografia. Per fortuna ho potuto ricredermi.

SI tratta di dodici storie divise in dodici capitoli ognuno contrassegnato dalle sigle degli aeroporti di riferimento (la storia è ambientata all'arrivo o alla partenza). Già questa è una piccola chicca.
Il primo capitolo è uno dei pochi ambientati in volo, nonostante l'idea che me ne fossi fatta prima di iniziare la lettura.
I protagonisti sono i più disparati. La madre che ha prestato assistenza al figlio malato, il passeggero che chiama soccorso per la vicina che si è sentita male e che all'arrivo apprende della morte del figlio, il pilota che cambia taxi perché il suo autista investe un giovane in moto, due fratelli rivali che hanno vite diversissime e  covano rancori sotto pelle, la colf che vuole aiutare la sorella che subisce violenza dal marito quando ha permessi dal lavoro all'estero ogni due anni per andare a trovarli (avrà una seconda vita?).

E' straordinaria la capacità dell'autore di andare da un capitolo all'altro, come se travasasse acqua in diversi bicchieri.
In realtà è di una normalità assurda perché passa da un personaggio all'altro con naturalezza, narrando delle turbolenze nelle loro vite (non solo di quelle che incontrano gli aerei), vite comuni che però ci fanno riflettere su disparati temi (violenza, crisi di coppia, problemi di famiglia, malattie, pregiudizi razziali, maternità...)grandi o piccoli e quotidiani.

C'è un legame tra tutte queste comparse, a volte forte ed evidente ( ad esempio i fratelli hanno un capitolo a testa con esiti differenti), altre labile ma chiaro al lettore.
Szalay ha la rara capacità di narrare con semplicità e al contempo eleganza la vita, i fatti più o meno ordinari come se fossero straordinari, senza snaturarli né renderli ciò che non sono, 
Sembrano sequenze di film.
La trama è "poca roba", ma ho trovato questo libro "speciale".

Finito il 17/05/2020



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