Trama: Storia di Gordon Pym è uno dei libri più famosi di Edgar Allan Poe (1809-1849). Scritto tra il 1837 e il 1838, racconta la vita del giovane Arthur Gordon Pym che, di nascosto dalla sua famiglia, s'imbarca con il suo cane e l'amico Augustus sulla baleniera Grampus, affrontando avventure misteriose e terribili in un viaggio oltre i confini della ragione.
Grazie a Leggo Quando Voglio, che organizza palate di gdl, nel progetto #MaratonaClassica, il primo libro letto è Gordon Pym di E. A. Poe, non esattamente un signor nessuno che, con questo libro, sarà d'ispirazione a molti maestri della letteratura che scriveranno altri romanzi d'avventura di non indifferente levatura.
L'inizio per me non è stato dei migliori, mi sono ritrovata annoiata, ma il libro scorre e non è neanche difficile stare al passo.
Protagonista è proprio Gordon Pym, una sorta di alter ego di Poe, anche per la struttura del nome, che è inquieto ed è in pace con sé stesso solo nelle situazioni di tensione più estrema, non certo un pantolofaio. Amante del mare e dell'avventura, parte con l'amico Augustus ma, per nascondere la cosa ai genitori, inizialmente si nasconde nella stiva per uscirne quando saranno ben distanti da casa. Purtroppo le cose non vanno come previsto e il giovane si troverà prigioniero nella stiva a causa, scoprirà poi, di un rovesciamento di ruoli e potere all'interno dell'equipaggio, rischiando di morire di stenti e di mancanza d'aria.
Le premesse sono pure interessanti (Pym, superstite, finge di far scrivere dei pezzi a Poe per mancanza di doti narrative...romanzo e realtà si fondono, Unamuno sei arrivato tardi e non sei stato il primo!), ma solo andando avanti mi sono sentita più coinvolta anche se non esageratamente (per molti altri lettori è stato il contrario, partiti carichi ed arrivati stremati). Sono frequenti i momenti alla Super Quark nella seconda parte del libro (giuro, avevo la musichetta in testa) perché, probabilmente, missione degli scrittori all'epoca era anche istruire i colti in grado di leggere e comunque si tratta di fatti che al tempo erano attualità.
Poe è senz'altro bravo a narrare la disperazione, la claustrofobia, il senso di speranze defunte, soprattutto durante la deriva della nave che ad un certo punto avverrà. Altro elemento di pregio è la capacità di creare tensione, anche a scapito della coerenza narrativa, in quanto ci sono cose che accadono o che mutano e non si spiega mica perché. Però non ho avvertito sentimento.
In vari mi hanno detto che Moby Dick e l'Isola del tesoro sono migliori e forse, prima o poi, li leggerò.
Chissà, forse è un romanzo veramente troppo lontano da me per essere apprezzato, sicuramente non il mio genere. Non so se leggerò tanto presto sue opere, anche se alcune edizioni di libri fanno gola.
poe è un autore che mi piace anche se questo suo romanzo ancora non l'ho letto. capisco il tuo punto di vista però è sempre bello provare a leggere di tutto.
RispondiElimina