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10/06/18

Recensione di Ho finalmente capito l'Italia: piccolo trattato ad uso degli stranieri e degli italiani di Philippe Daverio

Descrizione. Il viaggio di un curioso attraverso alcuni momenti della storia, dell'arte e del carattere del nostro paese. Philippe Daverio ci offre un'originale chiave di lettura dell'italia e degli italiani di oggi.



Per quale motivo gli Italiani sono così diversi dagli altri cittadini d’oltralpe? Con questa “autobiografia di un alsaziano che riscopre le proprie origini lombarde” Philippe Daverio cerca di spiegare il nostro Paese a tutti gli stranieri che ci osservano stupiti, ma anche probabilmente a molti italiani. Il testo su articola su dicotomie come il concetto di “campanile” e quello di “Heimat”, di “principe” e di “re”, racconta come ci ha formato la mente la frequenza dei terremoti, la presenza del Papato, la lingua italiana e molte altre particolarità osservate attraverso i suoi occhiali di cittadino europeo per nascita e per vocazione. Una lettura della realtà attuale a più livelli, divertente e piena di spunti inediti, che, anche attraverso il percorso delle immagini, parte dalla conoscenza della storia, della storia dell’arte e della linguistica di un autore che si autodefinisce “antropologo culturale”. 


Dopo aver terminato la collezione di volumi d'arte dell'autore (per cui gradirei una cena visto l'esborso XD) ho deciso di leggere questa sua ultima fatica perchè anche io sto cercando di capirci qualcosa circa il "mio" paese.
Dico "mio" perché purtroppo fatico sempre più a sentirmi italiana.



Questo volume è stato interessante ed istruttivo per la visione che ha Daverio.
Ha analizzato la storia antica, quando l'Italia compariva come nome molto prima che come idea nazionale, all'epoca in cui non avevamo re.
Mi ha fatto scoprire tante cose come alcuni termini che usiamo oggi e che dobbiamo alla Serenissima (penso ai termini ghetto, zoccole, crucco il termine che sta per pane usato dai croati verso gli asburgici per chiedere il pane durante il primo conflitto mondiale, ciao che deriva dalla riva degli schiavoni dove venivano portati gli schiavi slavi) , il perchè dei piani regolatori e la shock di una materia edilizia transitoria dagli anni '60 e come sempre in seguito a catastrofi che potevano essere evitate.
Ha spiegato meglio il meridione, l'eccellenza di un tempo della Sicilia, di Napoli e Palermo e dei problemi che hanno presumibilmente portato alla situazione odierna e che può condurre le sue radici fin nelle colonie greche (la forte identità è nata dalla forte identità delle colonie e dalla loro rivalità) alle grandi mancanze dei regnanti verso la popolazione ed alla totale assenza di soluzioni da parte del nord quando l'Italia è nata.
Si sono affrontati luoghi comuni come la tendenza dell'italiano a preferire il mattone e le possibili ragioni,  come affrontavamo l'appartenenza ai mestieri (gli europei dovevano allontanarsi almeno in Germania per l'apprendistato che aveva condizioni inaccettabili o comunque dure e che stanno riprendendo piede, mentre in Italia si doveva rimanere nel luogo di residenza).
Vengono analizzate attentamente la signoria di Firenze e la Repubblica di Venezia, capitoli che ho ritenuto molto interessanti .
E poi è una lettura da intraprendere solo per la bellezza delle opere artistiche e delle immagini dei luoghi scelte per il volume. Una gioia per gli occhi (ed un'arma impropria in borsa perché pesa non poco!)

In sostanza, non ho capito ancora il mio paese, ma ho alcune risposte che prima mi erano assenti.

2 commenti:

  1. Io adoro Daverio! L'ho incontrato per caso a Milano in una caffetteria e mi sono emozionata come una groupy! Mi comprerò di certo questo libro! Grazie e buona domenica

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  2. Sarei curiosa di incontrarlo anche io!

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