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06/04/18

Recensione de Il castello Rackrent di Maria Edgeworth

Trama: Thady Quirk è il vecchio servitore di un’antica famiglia anglo-irlandese. Nel corso della sua lunga vita trascorsa al castello Rackrent (letteralmente il castello ‘arraffa-affitti’) ha assistito alla progressiva decadenza dei suoi aristocratici padroni: Sir Patrick, che riempie la casa di ospiti e si ubriaca fino alla morte; Sir Murtagh, il suo erede, un “grande avvocato” che rifiuta di pagare i debiti di Sir Patrick “per una questione d’onore”; e Sir Kit, giocatore d’azzardo che alla fine vende la proprietà al figlio di Thady. Generazione dopo generazione, il graduale declino della famiglia diventa la simbolica premonizione dei profondi cambiamenti che investiranno la società irlandese e dei problemi che, a oltre duecento anni di distanza, sono ancora ben lontani dall’essere risolti.

Apparso all’inizio del 1800, anno in cui si compiva l’esautorazione del Parlamento di Dublino e si preparava la strada all’unione tra l’Irlanda e la Gran Bretagna, Il castello Rackrent ebbe un enorme successo. Politicamente audace, stilisticamente innovativo e incredibilmente piacevole, questo romanzo è una tappa fondamentale della letteratura irlandese e un grande classico da riscoprire.


Visto su internet, nella pagina Facebook Fazi, quando mi è capitato tra le mani come novità in biblioteca mi sono detta "perchè no?"
Ed ho fatto benissimo!

Non conoscevo l'autrice, non sono molto informata circa la cultura irlandese ed avevo preso ampiamente sottogamba la storia narrata. Che non è una storia, ma un saggio abilmente mascherato da racconto e memoria di una famiglia.

La voce narrante appartiene al vecchio Thady, fido servitore della famiglia Rackrent. Che sia esistito o meno io non lo so, ma è la miglior figura narrativa che io abbia recentemente incontrato.
Thady è fedele, mai oserebbe dire mezza parola contro i propri padroni, minimizza i difetti ed esalta le doti. Ci racconta di Patrick, Kit e Condy, gli ultimi tre signori della proprietà, e con loro la decadenza di una famiglia.

Narrandoci le gesta familiari, in realtà, ci erudisce circa la storia irlandese, particolarità dialettali ed altre curiosità tradizionali. Numerose sono le note di testo e il glossario, quest'ultimo fornito post pubblicazione dall'autrice e qui incluso. Sono assolutamente appendici necessarie per capire a tutto tondo la storia benchè il narratore sia abile e chiaro.
E' ironico leggere quante formule onorifiche usino i personaggi di basso rango coi nobili, intendendo chiaramente essere irriverenti eppure rendendo dubbio riconoscere tale mancanza di rispetto. Ancora è assurdo leggere che gli irlandesi sono ottimi conoscitori dl alcuni aspetti della legge perché è meglio essere previdenti e volgere al meglio la sorte futura.
Altrettanto interessante è leggere dei lamenti funebri che hanno qualcosa di vagamente simile al modo di piangere i morti in alcune zone meridionali dell'Italia.
L'autrice ha reso volontariamente imprecisioni temporali perché a parlare è un uomo di servizio di non altissima formazione e il racconto vuole essere inteso al parlato, ove quasi tutti uno scivolone lo facciamo.
La cosa curiosa è che il romanzo è ispirato alla prima metà del '700 ed è scritto in maniera accattivante, dinamica ed arguta nientemeno che da una dama nata nella seconda metà del secolo. Assolutamente strabiliante!
Non posso che consigliare caldamente questa lettura. Ai curiosi, agli amanti dell'Irlanda, agli appassionati di storia, insomma a chiunque abbia voglia di immergersi in atmosfere d'altri tempi, verdi e rilassate eppure ricche e sorprendenti.


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