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07/02/18

Recensione de Il ragazzo invisibile - Seconda generazione di AAVV

Trama: IL RAGAZZO INVISIBILE È CRESCIUTO. Michele Silenzi ha sedici anni e qualcosa nel suo sguardo è cambiato. Da quando ha perso la mamma gli adulti non possono fare a meno di compatirlo, vive da solo con il cane Mario in una casa disordinatissima e, come se non bastasse, la sua amata Stella sta con un altro. Michele è arrabbiato con il mondo intero, con se stesso e, più di tutto, con la verità che non può raccontare: essere uno degli Speciali. Ma nella sua vita irrompe una ragazza altrettanto speciale, con un’esistenza non meno complicata della sua: la sorella Nataša. E con lei arriveranno altre sconvolgenti rivelazioni sul suo destino, che si intreccia pericolosamente con quello del crudele magnate russo Zavarov, proprietario di un gasdotto che sta per essere inaugurato in città. Da quel momento il mondo a cui era abituato, fatto di scuola, aperitivi, serie tv, si sovrappone a quello sotterraneo, inquietante e incredibile degli altri Speciali: Michele ha finalmente un piano, una missione. Ma nessuna missione è senza imprevisti e la parte più difficile per ‘Miša’ sarà confrontarsi con il suo lato più oscuro. Dagli sceneggiatori dell’acclamata saga di Gabriele Salvatores, una storia appassionante che con le sue atmosfere dark sfida gli stereotipi del genere e rivela che l’impresa più difficile per un supereroe è essere normale.

Di corsa potevo non leggere il seguito de Il ragazzo invisibile (qui la recensione del primo)? Certo che no!

La storia riprende tre anni dopo.
Michele ha sedici anni, è al liceo, sempre in classe con Brando e Stella. Ma qualcosa è cambiato. Sua madre è morta, lui si rode per i sensi di colpa visto che stavano litigando al telefono. 
Non prova più interesse per nulla, Stella non può sapere la verità sul suo salvataggio di tre anni prima e sembra avere una relazione con Brando. Si lascia vivere per caso.
Finchè alla sua porta non bussa sua sorella Natasa che lo fa ricongiungere con la madre naturale che li coinvolge subito nel suo progetto di riunire gli speciali e punire Igor Zavarov, magnate che ha sempre puntato a fare esperimenti con gli speciali.

Per Michele sarà importante allacciare questi legami, anche se, superato l'idillio, dovrà ragionare con giudizio sulla persona che vuole essere e se i legami di appartenenza giustificano tutto.

Questo secondo volume è ancora migliore del primo.
Michele è più grande, benchè non in meglio. Prima poteva rispondere indietro, ma ragionava, disposto ad ammettere gli errori.  Ora è proprio diventato un cretino (magari grazie anche all'assenza di Andrej che aveva garantito la sua presenza), anche se avrà occasione di maturare davvero. Però è cresciuto davvero.
Mi piace un'osservazione di Natasa sugli adolescenti: sono ingenui ed al contempo molto bastardi, distruggono con niente un coetaneo. E me lo ricordo con perfezione assoluta!
In queste pagine noto come la storia sia evoluta.
I personaggi sono più complessi, si parla anche del proprio lato oscuro e di come tutto non sia semplicemente bianco o nero, di come il male ed il bene possano essere fusi insieme, confusi, non avere un confine netto. Infatti la madre di Michele, quella vera, ne sarà l'esempio lampante quando racconterà di sè. 
Ancora una volta leggo una storia attuale, "fantastica", ma che riprende la vita di un adolescente comune (nel caso di Michele non troppo) alle prese con la vita di tutti i giorni e preda di alti e bassi.
Come sempre la narrazione è eccezionale, tutto è amalgamato alla perfezione ed il finale è diverso, più maturo anche questo. C'è lo spazio per nuovi avvenimenti, ma è dolce-amaro, più triste ancora rispetto al primo volume perchè c'è il sapore del dolore della sconfitta, della perdita, del "non è detto che tutto vada sempre bene". Se nel precedente capitolo c'era solo la tristezza di Michele per non poter parlare di sè e di non far sapere la verità ai suoi cari, qui si respirano proprio bruciore e delusione.
Adesso mi mancano le proiezioni cinematografiche che spero siano all'altezza e che mi regalino le stesse emozioni.

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