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14/05/17

Recensione Il sentiero del bosco incantato di Rosamund Hodge

Trama: All’età di quindici anni, Rachelle era la migliore allieva di sua zia: aveva appreso le arti magiche e proteggeva il villaggio dalla magia nera. Ma la sua natura impavida la portò ad abbandonare il sentiero sicuro e a inoltrarsi nel bosco, per poter liberare una volta per tutte il suo mondo dalla minaccia dell’oscurità eterna. L’incontro proibito non diede i risultati sperati, e Rachelle fu costretta a fare una scelta terribile che la legò a quello stesso Male che aveva sperato di sconfiggere. Tre anni più tardi, Rachelle ha messo la sua stessa vita al servizio del Regno, combattendo creature mortali nel vano tentativo di espiare la propria colpa. Quando il re le ordina di proteggere il figlio Armand, l’uomo che lei odia con tutta l’anima, Rachelle riesce a farsi aiutare proprio da lui a trovare la spada leggendaria che potrebbe salvarli. Insieme, i due compiranno un viaggio pericoloso attraverso l’opulenza e le insidie delle élite di corte, dove non possono fidarsi di nessuno. Inaspettatamente alleati, Rachelle e Armand scopriranno l’esistenza di pericolosi, giganteschi complotti e magia occulta… e un amore che potrebbe essere la loro rovina. All’interno di un palazzo maestoso costruito su ricchezze incredibili e segreti pericolosi, riuscirà Rachelle a fermare l’arrivo di una notte senza fine?

Il sentiero del bosco incantato è il secondo libro di Rosamund Hedge, autrice che ho scoperto di apprezzare in seguito alla lettura di "Bellezza crudele" perchè fa rivisitazioni di fiabe, sottogenere che adoro.
Solo che se, mentre la prima opera è più romantica benchè sia ambientata in un mondo grigio e senza speranza, questa è più cupa. 

La protagonista è Rachelle Binon, una vincolata ad un figlio della foresta. Un tempo era l'apprendista di Lèonie, sposa dei boschi del nord, il cui compito è da sempre quello di respingere la Foresta, luogo-non luogo pieno di male, tenebre e mostri, il cui capo fu sconfitto secoli fa. Lei però si fa irretire da un figlio della foresta, nella speranza di impedire il ritorno del luogo oscuro. Il prezzo da pagare per la propria audacia e la propria ingenuità sarà di divenire una vincolata uccidendo entro tre giorni o morendo. Rachelle fa la scelta oscura e riuscirà, a scopo di espiazione per il suo peccato, ad andare a servizio del re che però la metterà a guardia di un figlio illegittimo,Armand, scampato inspiegabilmente ad un figlio della foresta. Ma la sua presenza potrebbe aiutarla a cercare delle armi mitologiche ed impedire il ritorno del Divoratore, re della Foresta. 
Questo romanzo l'ho trovato splendido, meno coinvolgente di "Bellezza crudele" con cui condivide una protagonista dura e tosta, meno di quanto creda comunque, che convive con odio e dolore.
Amo le descrizioni tenebrose, le atmosfere spettrali, mostruose e sanguinose. In più alcuni fatti sono così incompresibili da risultare metafisici, veri e surreali, cosa che se fatta bene mi fa andare in estasi!
Ho apprezzato le sensazioni disorientanti sui personaggi maschili principali. La Hodge è riuscita a farmeli amare ed odiare alternativamente, cambiando pertinentemente gli elementi a mia disposizione e rendendo il tutto credibile. Non c'è nulla di definitivo. Bene e male si confondono assai bene.
Gli elementi di contorno sono tutti ben delineati (luoghi e personaggi secondari), i sentimenti espressi complessi al punto giusto.
Inoltre la sua scrittura mi culla, la trovo perfetta e scorrevole e nulla è scontato fino al finale, travagliato e complesso come sempre. 

                                                  

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