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28/03/17

Recensione di La verità della suora storta di Andrea Vitali

Trama: Sisto Santo ha la manualità e la fantasia giuste del meccanico di rango. Da ragazzo ha riparato perfino una Peugeot 403 senza fare una piega, lasciando a bocca aperta il Scatòn, il suo capo officina, che i diesel manco li conosceva. Però adesso fa il tassista. Si è comprato un Millenove e aspetta i clienti alla stazione ferroviaria di Bellano. Pochi. Arrivano da Sondrio o da Lecco e Milano, e vanno in visita all’ospedale o su al cimitero. Oggi gli è capitato un fattaccio. Una donna arrivata dopopranzo, poco prima che dalla radiolina che tiene in macchina partisse la sigla di Tutto il calcio minuto per minuto. Non che fosse importante: ultima giornata; campionato 1970 già bell’e andato al Cagliari, però… Gli ha chiesto di essere portata al cimitero, che non sa nemmeno dov’è. Ma poi, arrivati là, il Sisto si è accorto che la donna era morta. Proprio lì, sul sedile posteriore del Millenove, macchiandolo pure di urina. Un guaio mica da ridere. Da tirare in ballo il maresciallo Riversi. Anche perché la donna è senza borsetta e non si riesce a capire chi sia, né chi stesse cercando al cimitero di Bellano in quel pomeriggio di fine aprile.

Questo è il primo libro di Vitali che leggo e non ero assolutamente intenzionata a farlo. L'ho scelto per una challenge e ho preso il primo volume a caso che non fosse un malloppo, ma al contempo facilmente reperibile. Devo dire che non ho avuto una pessima sorpresa.
Sisto è un orfano che, dopo alcuni anni in officina, decide di iniziare l'attività di tassista a Bellano, dove vive lui. Un giorno deve accompagnare una signora al cimitero, una forestiera che nemmeno sa che il cimitero ha due ingressi. Giunti nei pressi dell'entrata più probabile il tassista chiama la signora che scopre morta.
Arrivano subito il maresciallo  Riversi, il medico legale ed altri soggetti per iniziare l'iter burocratico. A parte la morte naturale ed informazioni sullo stato di salute della vittima, non si sa nulla di lei. La deceduta è stata trovata senza documenti, ma vari frammenti di verità si fanno trovare da Riversi che inizia ad indagare per conto suo ( e contemporaneamente riflettere sulla propria vita) e verranno fuori collegamenti niente male.
Appunto, Vitali mi ha stupito. Avevo dato una scorta alla trama. Alla vista di parole e concetti tali Cagliari, tassista, meccanico, morta nell'auto già sbadigliavo. All'inizio pensavo "uhm, vabbè". Però mi sono trovata incollata alla lettura. Lo scrittore si fa bere, non ci si accorge che il romanzo vola e che si apprezza la sua sottile (a volte poco) ironia. I collegamenti sono insospettabili e geniali.
Certo non muoio dalla voglia di leggere tutta la produzione, non mi ha abbagliata, ma sicuramente so che può esser un autore da leggere per cambiare aria dalle solite letture o da letture pesanti o per far vagare la mente.

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