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02/04/19

Recensione de Il silenzio di averti accanto di Giancarlo Marinelli

Trama:Un uomo “che non è più un ragazzo” sta per diventare padre e stringe un patto con la moglie: se il figlio sarà una femmina, la scelta del nome spetterà alla donna; se sarà un maschio, toccherà a lui. Quando l’ultima ecografia svela che nascerà un maschio, il protagonista comincia a pensare al nome da dargli. Potrebbe chiamarlo Marino, come il nonno che non ha mai conosciuto e che gli ha lasciato una biblioteca di oltre seimila volumi. Un sindacalista che aderì al Fascismo, illudendosi che Mussolini avrebbe portato una maggiore giustizia sociale, e rimase fedele ai suoi ideali fino in fondo. Oppure potrebbe chiamarlo come il fratello minore di Marino, Almo, che scelse il Partito Comunista nella speranza di una rivoluzione che non sarebbe mai arrivata. Almo e Marino, due fratelli diventati una leggenda, un mistero insondabile, quasi una maledizione. La storia li vuole mossi da un odio reciproco che li porta a combattersi fino all’ultimo dei loro giorni: Marino ha mandato al confino Almo; Almo, appena caduto il Fascismo, ha fatto arrestare Marino. Le vite di entrambi si sviluppano così simili ma irrimediabilmente lontane, finché le donne della loro vita proveranno a riavvicinare i pezzi di una famiglia alla deriva. Il protagonista, naturalmente, vuole che il figlio abbia il nome dell’uomo più giusto e si mette a cercare, a interrogare, a scandagliare le storie dei suoi fantasmi, partendo da un misterioso biglietto di Marino trovato nello scaffale della vecchia biblioteca. Inizia così un viaggio nella storia di due uomini, di una famiglia e di un intero paese che dal 1916 arriva fino ai giorni nostri. E la verità che affiora è sorprendente come il nome che porterà suo figlio. Il silenzio di averti accanto è un romanzo che parla di noi, dei nostri desideri, dei nostri segreti. Una saga famigliare che ha il passo spedito dell’epica e il respiro intimo della confessione, ardente come l’amore di un genitore per il proprio figlio.

Cosa mi ha stupito di più di questo libro? Che si tratta di una storia vera!
Lo avevo preso perché mi chiamava. Non amo questo periodo storico, ma qualcosa mi ha stuzzicato. Il rapporto teso tra due fratelli? Gli schieramenti opposti a cui appartengono? Lo scompiglio che ciò porta in famiglia? Non lo so, ma più guardavo il volume e più ne ero attratta.
Non è la scoperta della vita, però ha il suo perché.


Questa è la storia di Almo e Marino e del ragazzo che non è più un ragazzo, ovvero Giancarlo, l'autore, che è alla ricerca del nome per suo figlio che ancora deve venire al mondo.
Le vicende sono senz'altro romanzate poiché, come afferma l'autore in un articolo, suo nonno ed il prozio non hanno mai parlato a nessuno di loro stessi, dei loro guai, della loro storia più intima. Si sono portati tutto nella tomba. Però sono senz'altro veritiere, frutto di cinque anni di ricerca e colpiscono per la potenza evocativa delle parole che ci regalano specchi di quel passato.

Tutto nasce in casa Marinelli, una famiglia socialista dei colli, Este nello specifico, con un padre plurilaureato ed una caterva di figli ed in particolare dai legatissimi Almo e Marino.
Purtroppo inizia a farsi largo il movimento che diverrà poi noto con il nome di Fascismo, cui il fu Carlo Marinelli non vorrà mai aderire. Marino, il maggiore, ne sarà sempre più attratto e sarà una delle prima camicie nere, mentre Almo, al contrario, sarà sempre più rosso e comunista.
Si giungerà presto al punto di rottura che vedrà una famiglia divisa per sempre.
Qualunque cosa succeda però si nota che il legame dei fratelli è compromesso, non reciso. Infatti Almo soffrirà sempre, mentre Marino farà sempre di tutto per vegliare sul fratello minore, pur stando male per la situazione.
Entrambi hanno una dignità ed una presenza fortissima, benché sia facile voler biasimare Marino, almeno all'inizio, ma viene presto fuori la difficoltà ed il dolore con cui il giovane fascista porterà avanti le sue scelte.
La cosa ironica è che leggendo vari volumi i vari totalitarismi, in questo caso fascismo e comunismo, sono dalla stessa parte. I loro movimenti più puri, essenziali, sono dalla parte del popolo, delle persone comuni, di chi sta male. In entrambi ai più alti gradi vola la corruzione e, presto o tardi, chi sta in alto viene fatto cadere e anche male. Almo e Marino, sostanzialmente, non sanno di aver predicato, in fondo, sempre le stesse cose, da pulpiti diversi.

Per leggere questo libro serve il tempo che ci vuole, non tanto perché comunque cattura, pure se, ammetto, spesso ho dovuto rileggere mille volte cosa accadeva e perché.
Non occorre sforzo per scorrere tra le righe. Il linguaggio non è scarno o semplicistico, ma nemmeno astruso e la storia scivola via, a volte con vere e proprie esplosioni di dolore date dai semplici fatti e non da violenze vere e  proprie.
Certo, rispetto ad altri libri sul tema non è così dettagliato né approfondisce troppo dettagli storici e cronologici, non regala troppe chicche, tranne forse le iniziali rassicurazioni agli ebrei, pronti a dichiararsi ebrei fascisti, con tanto di proclama della loro comunità, pur di non subire vessazioni di alcun genere verso la loro "razza".

Devo confessare che ho temuto di lanciare il libro dalla finestra. Perché? Bè, fino all'ultima pagina non è chiaro se sapremo il nome di questo bambino. E adesso, grazie della bella storia e delle emozioni, ma 404 pagine me le sono smazzate perché tu, autore, dovevi scegliere il nome di sto bocia !  Io la capisco quella povera donna che iniziava ad indispettirsi, eh!
L'unica cosa che davvero non mi è piaciuta è , a pagina 30-31, la convinzione, almeno su carta, che si può "essere" madre, ma solo "fare il padre e che i figli sono delle madri, che i padri non c'entrano nulla. Secondo me si può "essere" padre, ci sono uomini che sono eccezionali coi figli, naturalmente. Se parliamo della questione nel secolo scorso sono d'accordo perché il padre era un faro ed il pilastro della famiglia, aveva una certa distanza con i figli. Negli ultimi anni, già con la mia generazione (1989) le cose avevano iniziato a cambiare ed ora più che mai, il modello è molto misto, con i suoi pregi e difetti (ma facciamo notte se iniziamo a parlare di questo...).
Ho comunque apprezzato questa "piccola" saga familiare che, si sente, è genuina ed utile ai posteri.


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