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02/09/21

Recensione de I gerani di Barcellona di Carolina Pobla

 

Trama: 1928. Le sorelle Torres abitano nella villa più bella di Málaga. Il padre l'ha costruita per loro, perché vivessero come delle principesse. Rosario, la maggiore, di una bellezza elegante e decisa, ama il canto ed è la preferita della famiglia. Remedios cresce nella sua ombra, comunque felice di dividere con lei i giochi nel loro posto magico: il giardino della villa, che di volta in volta si trasforma in un'isola deserta infestata dai pirati o in un castello incantato. Fino al giorno in cui l'idillio finisce. Una delle navi con cui il padre commercia spezie, tessuti e tappeti affonda. La bancarotta è una tragedia dalla quale l'uomo non si riprenderà più. Rosario e Remedios rappresentano il futuro della casata. Un fardello troppo pesante per due giovani donne. Ma, come la pianta simbolo della loro famiglia, il geranio, devono essere forti e coraggiose. Devono pensare alla primavera che, immancabilmente, torna a sbocciare dopo ogni inverno. Ed è proprio un seme di quel fiore che portano con loro a Barcellona, dove decidono di ricominciare. Tra le vie della grande e colorata città, all'inizio si sentono perse e il loro legame è tutto quello che hanno per affrontare il presente. Eppure Rosario e Remedios, anno dopo anno, si scoprono più diverse di quello che immaginavano. Una fa di tutto per trovarsi un lavoro e un marito che possa darle sicurezza, mentre l'altra insegue ancora i propri sogni e si innamora di un uomo ribelle come lei. Ma anche quando sembra che si siano perse per sempre, i balconi e le finestre delle loro case saranno pieni di gerani in fiore. Non è possibile dimenticare le proprie radici. Perché entrambe hanno una missione: restituire l'onore alla famiglia Torres. I gerani di Barcellona è il romanzo che ha conquistato la Spagna. Ha messo d'accordo i lettori e la stampa più autorevole. Ispirato alla vera vicenda dei nonni dell'autrice, una saga in cui mezzo secolo di storia iberica fa da sfondo alle scelte, agli errori, alle conquiste e alle speranze di due sorelle.

Questo è uno dei romanzi familiari della sfida de La libreria di Ciffa ed è uno dei meno prenotati in biblioteca perché sono scemate le prenotazioni in favore di altre novità.

La storia comincia nel 1928 e ci conduce al 1953.
Tutto ha inizio da don Rafael e dalla sua famiglia composta dai figli: Rosario, Remedios, Rocìo, Rosita e Rafaelito.
La loro è un'infanzia felice, dorata e scevra di privazioni, fino al momento in cui l'idillio si rompe: una delle navi con cui il padre effettuava commerci affonda. La famiglia deve ricominciare e non sarà facile.
Tra i vari personaggi spiccano Rosario e Remedios che, grazie ai progetti e alle ambizioni della prima, hanno voglia di ricominciare una vita deragliata presto e si trasferiranno a Barcellona, dove inizierà la loro vita adulta, tra scoperte, tempo dei divertimenti, gioie e dolori.
Io sarei fuggita anche prima. Rocìo è la religiosa della famiglia, svilente ed asfissiante nei confronti delle pecorelle smarrite che sono i suoi familiari, a suo avviso. E' la strada diretta della morte dentro, questa donna!

La Barcellona che ci viene presentata è gioiosa, allegra, colorata, moderna, cosmopolita, audace...e potrei continuare! Dà proprio una carica leggerla tra queste pagine.
Il contesto storico l'ho trovato leggero e confusionario. Lo conosco poco, ma lo ricordo più travagliato. Qui invece c'è la sensazione di disordini in arrivo, ma è tutto allegro e poi viene fuori il pandemonio, per una situazione ed un contesto a noi lontani di sicuro.
Per carità, per certi versi è una narrazione realistica, ma per altri dispersiva.
I personaggi invece sembrano vivi e praticamente in carne ed ossa. Ben caratterizzati, evolvono e sono umani. Peccato che, finito un arco narrativo, quasi non se ne sappia più.
Certo, questa ha l'aria di essere una saga e prima o poi tornerà tutto al momento opportuno, però ho solo l'impressione che non ci siano sempre tutti i pezzi ed il finale è repentino, comodo e troncato, mi convince poco.
Poi istintivamente patteggio per Rosario che è la "peggiore" e, ragionando, devo dare ragione agli altri personaggi. Anche se la capisco, raramente non ha torto. Verso la fine però viene rovinata, è un peccato, ma non posso dire di più.
I temi trattati sono infiniti: la guerra civile, la prigione, la diversità, le vite degli artisti ed i compromessi per esserlo, atteggiamenti sessuali e morali, nonché l'evoluzione di Barcellona.

Questo romanzo è un 50/50. Bello, coinvolgente, con personaggi seriamente ben fatti, anche quelli secondari (benché non ci siano dei veri protagonisti in quanto romanzo familiare), è poi scritto bene, con dovizia di particolari ed adeguati colpi di scena.
Spero che il senso di mancanza sia dovuto ai volumi in divenire.
E' una lettura gradevole e positiva in ogni caso, utile a divagarsi quanto a pensare.

Finito il 27/05/21

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