Trama: Agli inizi del 1700 la politica spregiudicata di Vittorio Amedeo II porta il Ducato di Savoia in guerra contro la Francia. Laura Chevalier, cresciuta vicino a Nizza, crede di essere al sicuro fuggendo a Torino, ma scopre che la capitale del Ducato non è una città come tutte le altre. Ci sono cose di cui non si può parlare se non sotto la protezione dei Santi, perché l’Uomo del Crocicchio è sempre a caccia di anime e potrebbe essere in ascolto. Misteriose presenze si aggirano per le vie quando scende la notte, e cadaveri mutilati vengono ritrovati la mattina seguente. Lo sa bene Gustìn, un tempo monello di strada che si è fatto le ossa fra imbrogli, furti e truffe fino a diventare una delle spie del Duca. Disilluso e intraprendente, è l’uomo giusto per fare i lavori sporchi, ma anche per mettersi a caccia di banditi, streghe e serial killer.Le loro vite si sfiorano mentre la città si prepara a sostenere l’assedio che deciderà i destini della guerra e del Ducato, tremando per i segni diabolici, affidandosi ai presagi celesti.
Con pregiudizi o disinteresse si possono perdere belle letture, lo so.
Questo è uno storico, con qualche risvolto misterioso.
La storia comincia nel 1700, quando la guerra tra la Francia ed il Ducato di Savoia è imminente, la miccia accesa in maniera importante dalla questione Valdese, un culto protestante.
Protagonisti sono Gustìn e Laura, due personaggi che non si incroceranno mai, se no indirettamente.
Il primo è un uomo al servizio del Conte Gropello, unico personaggio realmente esistito con cui il lettore interagisce (il conte, sia chiaro). E Gustìn si fa adorare da me: è razionale, ateo, intelligente, pungente. La seconda è una ragazza che non si arrende di fronte alle molte difficoltà della vita, benché sembri spesso fin troppo pia e santa, nonostante l'inizio promettente (era una ragazzina peperina).
Laura familiarizza con la città di Torino, destinazione che ha dovuto accettare a causa della persecuzione valdese in Francia, anche se le cose sono andate perfino peggio nella nuova località.
Gustìn ha sempre per mano lavori scomodi. Tra essi vi è quello di dare la caccia alle streghe, alle masche come dicono i torinesi.
La razionalità gli darà ragione, ma ne scoprirà lo stesso delle belle.
Mi fa sempre piacere scoprire ciò che non so grazie ad un libro, i romanzi storici poi si rivelano utili in tal senso.
Mi suona poco familiare l'attenzione di alcuni personaggi per l'igiene, ma magari in mestieri come saponai e profumieri è necessaria da sempre.
L'unico difetto che ho da appuntare è qualche imprecisione di forma (non le ho segnate con attenzione, ma ricordo ad esempio un "non fece tempo" anziché "non fece in tempo") comunque non invalidante, non ci sono nemmeno i refusi che ormai sono la norma.
Per il resto è un romanzo storicamente ben curato che pone l'attenzione su un periodo, almeno a me, poco noto. Un male, perché la storia, soprattutto della nostra nazione, è importante.
Fino alla fine l'ho trovato un romanzo godibile, scorrevole, dettagliato, scritto con attenzione, ma non il libro del secolo. Poi arriva il colpo di scena: l'autore mi ha gabbata, ALLA GRANDE!
Capisco, dalle schede a fine volume, che si tratta di una trilogia. Tecnicamente "può anche finire qui", ma il mistero è grande e sicuramente vorrò venirne a capo.
Verso la fine ho anche provato i brividi che ho atteso per 2/3 del libro e che temevo non sarebbero mai arrivati.
Un'inaspettata sorpresa, perfetta per amanti dello storico e dei misteri. Torino è lo scrigno ideale (seguita da Ferrara).
Finito il 09/05/21
Sono davvero felice che abbia apprezzato la mia creatura. La ringrazio della bellissima recensione.
RispondiEliminaÈ stato un piacere leggerlo ed aver scoperto un libro ricco di argomenti. Sepolta come ogni lettore dai libri, spero di leggere presto i volumi mancanti.
Elimina