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12/01/21

Recensione di Echi in tempesta di Christelle Dabos - L'attraversaspecchi 4

 

Trama: Crollati gli ultimi muri della diffidenza, Ofelia e Thorn si amano ormai appassionatamente. Tuttavia non ufficialmente: la loro unione deve infatti rimanere nascosta perché possano continuare a indagare di concerto sull’indecifrabile codice di Dio e sulla misteriosa figura dell’Altro, l’essere di cui non si conosce l’aspetto, ma il cui potere devastante continua a far crollare interi pezzi di arche precipitando nel vuoto migliaia di innocenti. Come trovare l’Altro, senza sapere nemmeno com’è fatto? Più uniti che mai, ma impegnati su piste diverse, Ofelia e Thorn scoprono che i crolli sono collegati agli echi, che sempre più spesso alterano le comunicazioni radio. Ma come sono fatti gli echi? È ciò che viene studiato all’osservatorio delle Deviazioni, un istituto avvolto dal segreto più assoluto e gestito da una setta di scienziati mistici in cui, dietro la facciata di una filantropica clinica psichiatrica dedita ad aiutare i cittadini colpiti da infermità mentale, si cela un laboratorio dove vengono condotti esperimenti disumani e terrificanti. È lì che si recheranno Ofelia e Thorn, lì capiranno tutto quello che c’è da capire e da lì proveranno a fermare i crolli e a riportare il mondo in equilibrio.

Ho  iniziato Echi in tempesta poco dopo che mi è arrivato dalla biblioteca, dove l'avevo prenotato (ho dovuto attendere perché non era un acquisto della mia biblioteca).
Avevo nostalgia del mondo creato da Christelle Dabos e volevo sapere come sarebbe proseguita la storia. Ofelia e Thorn sarebbero riusciti a fermare l'Altro?

La narrazione riprende a Babel, l'arca dove Ofelia era approdata per cercare Thorn e varie risposte e sembra proprio che abbia trovato il gomitolo, ora manca solamente raggiungere il bandolo della matassa. Le ricerche conducono Ofelia all'Osservatorio delle Deviazioni, clinica sospetta di Babel dove possono venire curate le persone come lei.
Quel luogo sarà centrale per tutte le vicende oltre che un focolaio di informazioni e scoperte. Mentre Babel mi ricorda molti problemi attuali: col problema dei crolli, saltano all'occhio odio, differenze, immigrazione, espulsioni... E' un ambito realistico, un'arca molto simile alla vera terra benché non negli aspetti futuristici.

Nonostante le critiche rivolte ad ambientazione e protagonisti sono entusiasta della lettura.
Ho trovato ancora una volta innovativo e ben costruito il worldbuilding, lasciandomi desiderosa di vivere in questo universo.
Ofelia e Thorn li ho adorati, li ho trovati umani ed imperfetti, sono maturati come individui e come coppia e li ho trovati a me affini.  Questa volta si guardano dentro senza esclusione di colpi e senza perdono.

Lo svolgimento delle vicende diventa molto metafisico ad un certo punto, normalmente non mi piace, ma qui l'ho trovato perfetto e molto alla "inception", più concettuale ed al contempo onirico.
Inutile dire che alla Dabos piace seguire i suoi tempi, con uno stile di scrittura leggero e scorrevole.
Ho solo un rimprovero: il finale. Bello, atipico, ma così non si fa!
Poiché l'epilogo lo consente voglio un seguito perché non può finire così, non m'importa se servono anche i finali dolce amari e senza un vero happy ending.

Finito il 21/10/20

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