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14/02/20

Recensione de Il castello errante di Howl di Diana Wynne Jones

Trama: La giovane Sophie vive a Market Chipping, nel lontano e bizzarro paese di Ingary, un posto dove può succedere di tutto, specialmente quando la Strega delle Terre Desolate perde la pazienza. Sophie sogna di vivere una grande avventura, ma da quando le sorelle se ne sono andate di casa e lei è rimasta sola a lavorare nel negozio di cappelli del padre, le sue giornate trascorrono ancor più tranquille e monotone. Finché un giorno la perfida strega, per niente soddisfatta dei cappelli che Sophie le propone, trasforma la ragazza in una vecchia. Allora anche Sophie è costretta a partire, e ad affrontare un viaggio che la porterà a stipulare un patto col Mago Howl, a entrare nel suo castello sempre in movimento, a domare un demone, e infine a opporsi alla perfida Strega. Insomma, Sophie, nel tentativo di ritrovare la sua giovinezza, dovrà affrontare suo malgrado molte più avventure di quante ne avesse mai sognate! Questo romanzo ha ispirato al maestro del cinema d'animazione Hayao Miyazaki il film omonimo. 



Ho aspettato anni prima di leggere questo libro e la colpa è per la venerazione che provo per il film d'animazione di Miyazaki (che dovrei pure rivedermi).

Protagonista è Sophie Hatter, figlia del cappellaio del paese. Le sorelle Lettie e Martha sono apprendiste una presso una pasticceria e una presso una maga da quando è morto il padre. Sophie rimane a lavorare come apprendista della cappelleria, arrendendosi ad una routine monotona e noiosa. Certo non è un cuor di leone, ha anche il complesso della primogenita, teme il mago Howl come tutti, ma così è davvero un piattume di vita.
Dovrà ricredersi quando la Strega delle Terre Desolate, recatasi al negozio ed insoddisfatta dei suoi cappelli, le scaglia una maledizione, rendendola vecchia.
Sophie si vede costretta a fuggire e si imbatte nel castello errante di Howl, dove abiterà rendendosi utile e stringendo un patto con Calcifer, demone del fuoco legato ad un contratto con Howl. Il patto tra Calcifer e Sophie consiste nell'aiutarsi a disfarsi dei rispettivi vincoli.

Da anziana Sophie si riterrà libera di essere più spavalda e decisa e si renderà spesso protagonista di gaffes e discussioni semi serie con Howl che non è terribile come viene dipinto.
Ogni personaggio giungerà a compiere il suo destino, quando l'unico scopo della storia sembra quello di sciogliere la maledizione di Sophie. La storia si rivelerà però più complessa del previsto.
Ci muoviamo in un mondo completamente di fantasia, che ricorda un po' i reami medievali ed i villaggi del tempo, o almeno piccoli paesi dell'ottocento inglese, ma ci sono, ho scoperto, degli appigli al nostro mondo.
Io rimango affezionata al film d''animazione, più magico, ma il romanzo è sorprendente. Complesso, ricco di avvenimenti a volte fantasiosi, però mai insensati benché possano a volte sembrarlo. La spiegazione c'è sempre e presto o tardi viene fornita.
I personaggi hanno una caratterizzazione semplicistica, tipica delle narrazioni fiabesche, dove i personaggi sono già abbastanza incasellati, ma sono comunque ben delineati. Inutile dire che adoro Howl, il mago di Ingary ha conquistato il mio cuore molti anni fa: affascinante, purtroppo narciso, birbante, un po' don Giovanni, volubile ma non crudele.
Vorrei ardentemente che il castello esistesse davvero, magico e dotato di quattro porte capace di aprirsi in ognuna in un luogo diverso e preimpostato.
Ci sono dei piccoli messaggi che io ho interpretato così: non dobbiamo farci abbattere da difficoltà e luoghi comuni perché abbiamo la forza di crearci le nostre opportunità, a volte abbiamo già le capacità e non lo sappiamo, altre dobbiamo tirarle fuori. Se sarà destino, alla fine, ce la faremo.

L'autrice, classe 1934, ha una grande abilità narrativa e la capacità di scrivere in maniera semplice e scorrevole, ma con periodi ben costruiti e compatti e conto, presto o tardi, di finire la trilogia.

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