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01/04/19

Recensione di Un intero attimo di beatitudine di C. R. Parenti

Trama: Arianna Brandi non è certo una ragazza che passa inosservata: capelli rossi come il fuoco e occhi pieni di rabbia. La rabbia di chi ha già perso tutte le cose che contano davvero: la famiglia, l'innocenza, la voglia di credere nel futuro. Infatti, da quando il padre se n'è andato, sparito nel nulla senza lasciare traccia, la vita di Arianna non è stata più la stessa. Qualcosa si è spezzato, e lei ha cercato rifugio nelle compagnie sbagliate, tra alcol, feste e notti infinite. Le cose cambiano il giorno in cui Arianna viene bocciata e la madre la costringe a lavorare nel bar di un piccolo paese alle porte di Siena. Per Arianna quello è l'inferno, l'estate peggiore che possa immaginare. Almeno fino al momento in cui incontra Daniel. Lui è tutto ciò che Arianna non è: timido, riservato, serio. Se ne sta seduto in un angolo del bar con una vecchia macchina fotografica tra le mani, sempre solo. Tra i due l'amore scoppia come una scintilla inaspettata, sorprendente. Lui la trascina nel suo universo misterioso, lei trova il modo di ricucire i pezzi della propria vita. Daniel sembra essersi materializzato dal nulla per salvarla, per portarla via sul suo cavallo bianco come un cavaliere dall'armatura scintillante. Eppure Arianna non sa che il ragazzo che le ha rubato il cuore nasconde un segreto. E che, forse, sarà lei a salvare lui. Una storia romantica sull'amore e sulle seconde possibilità. Quelle che la vita ci regala, sempre e comunque. 

Questo è in assoluto il primo romanzo di Chiara Parenti che leggo in assoluto e posso dire di esserne stata molto colpita.
Infatti il titolo è "un intero attimo di beatitudine". A fine lettura la parola beatitudine sarà un lontano ricordo e poiché questo romanzo è assolutamente una girandola di emozioni, lo stato evocato dal titolo rimane solo a livello semantico.


Arianna è la classica bad girl: eccessiva, sopra le righe, non teme niente e nessuno e ne combina una più del diavolo, sempre. Sua madre è esasperata. Non solo ha avuto in sorte un marito poco di buono che per fortuna non fa più parte della sua vita, ma c'è anche una figlia scavezzacollo a cui stare dietro. Quando troppo è troppo però Elena decide di imporre a sua figlia Arianna un lavoretto estivo per far rimettere la vita a posto alla ragazza e per farle rimborsare un paio di orecchini ad una compagna di scuola con cui Arianna ha giusto un rapporto vagamente teso ed ostile.
La giovane, inviperita, si trova così catapultata a lavorare nel bar di Walter, ex paziente dell'ospedale in cui lavora Elena, che ha bisogno di un aiuto. Visto che la vita non mette abbastanza alla prova la gente Arianna dovrà condividere l'estate con il figlio del gestore, Carlo detto Carlito, un ragazzo molto eccentrico, e la sua partner di ballo Carmen, conoscenza ben nota alla piccola teppistella dai capelli rossi.
Ciò che non si aspettava, oltre a queste pessime novità, è di trovare come cliente abituale del bar che ha suscitato la sua attenzione, un coetaneo sempre intento a fotografare qualche soggetto e capace di stare da solo, in silenzio, nonostante la giovane età.

Quello che colpisce prima di tutto in questo romanzo è la capacità con cui le parole scorrono sotto gli occhi. E' gradevole, ironico, scorrevole.
Poi salta fuori lei. Arianna, quella che alle superiori avrei evitato come la peste e che, avessi avuto la possibilità, l'avrebbe pagata per le sue angherie e pure cara. La ragazza facile e cattiva della scuola e della zona, sempre in giro con soggetti per niente raccomandabili. Ma ha una verve che gli altri non possiedono. Nella realtà la odierei davvero, ma è ben più di ciò che mostra. Sicuramente una persona fragile, nonostante la spietatezza che mostra.
Ha un rapporto duro con la madre, fa paura visto che ho due figli piccoli e che con uno dei due iniziamo ad avere divergenze. Queste discussioni me le aspettavo alle medie, non certo adesso, pochi anni prima, sapendo che "mal comune mezzo gaudio" con altre mamme che conosco, anche se mi auguro di non arrivare ai veri ferri corti come le donne di questa storia che sono in questa situazione per un motivo preciso e che quando si scontrano fanno tremare i muri e feriscono anche il lettore. La protagonista non capisce che è solo una donna sola che fa il possibile, ma è normale, soprattutto nel caso dei ragazzi, essere così. Sono più diretti, emotivi e "feroci" e per un genitore è un compito immane andare oltre questo muro e trovare un terreno fertile per il dialogo.
Carlo e Carmen sono eccezionali, lui è perfetto, un raggio di sole, mentre lei è una giovane ingenua, ma non è fessa. E' semplicemente brava a tirare fuori il sorriso ed a vedere il buono nelle persone.
Il gruppo di Arianna invece...avrebbe bisogno di un team di psicologi, come molti giovani che, per i più disparati motivi, passatemi la parolaccia, sono veri e propri stronzi. Lo dico per esperienza personale, c'è un muro tra i giovani che divide prede e predatori sin da piccoli. L'ho provato sulla mia pelle e non è possibile che vengano tutti da famiglie difficili.

Questo libro sconvolge e travolge sin dalle prime pagine.
E' un "monumento" alla sfida ed alle difficoltà che vuol dire viaggiare verso la vita adulta, quando si sfaldano tutte le certezze e ci si butta nel mondo da soli.
E' una mostra permanente sui legami importanti e sui sentimenti, su quanto siano basilari e permettano di crescere, migliorare e tutto ciò anche se il brutto segna.
E' la possibilità di capire che il bello è ovunque e ne sono convinta. La vita spesso mi sopraffà, come a tutti, credo sia normale, e vedo solo buio, con tutte le mazzate ricevute, ma se guardo con attenzione so di avere affetti, qualcosa per cui combattere, se guardo con attenzione trovo il bello pure se non smetto di soffrire.
Il cambiamento è sempre doloroso, spesso si pensa o si agisce istintivamente, senza pensare alle conseguenze e non avendo idea di come aggiustare il tiro perché, in ogni caso, sarà un lavoro immane e dall'esito incerto.

Questo è un romanzo intenso, sentito. Parla di amore, di vita, di legami, di famiglia, di rimorso e di rimpianto, di dolore, di seconde occasioni e di occasioni che non torneranno, di adolescenti ed irruenza, di adolescenti ed errori, di adolescenti e percorsi di crescita, di maturazione.
Arianna e Daniel saranno dei maestri di vita per i lettori giovani e per quelli più anziani, certo non più adolescenti.
Non mi aspettavo di trovare una lettura così ricca, un linguaggio così semplice, perfetto e curato, ma anche così forte da colpire dritto al cuore.

Io vi avviso: fazzoletti, tanti fazzoletti vi serviranno. Ve lo dice chi, anche da commossa, non piange mai in lettura.
Questa nuova sfida da parte dell'autrice, per me, è ampiamente vinta!

Ps: potreste scoprire anche un'attrazione inattesa per la poesia di Emily Dickinson, scoprirete perché.

Un esempio?

Temo un uomo di poche parole
temo un uomo che tace
l'arringatore - posso superarlo
il chiacchierone - posso intrattenerlo

ma colui che pondera
mentre tutti gli altri spendono tutto ciò che hanno
di questo diffido
temo che egli sia grande.

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