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28/04/19

Recensione di L'amica geniale di Elena Ferrante - Ci provo con #1


Buongiorno Lettori,

sono qui al primo appuntamento con "Ci provo con", rubrica tutta nuova ideata da Chiara Ropolo de La lettrice sulle nuvole.
L'idea è di leggere un nuovo autore, qualcosa di "inedito" per noi, ma non necessariamente una novità editoriale.
Altra rubrica utile per smaltire le letture che si accumulano, che si tratti di acquisti di cartacei, ebook o prestiti in biblioteca.

Trama: L’amica geniale comincia seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il loro percorso con attenta assiduità.

L’autrice scava intanto nella natura complessa dell’amicizia tra due bambine, tra due ragazzine, tra due donne, seguendo passo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto. Narra poi gli effetti dei cambiamenti che investono il rione, Napoli, l’Italia, in più di un cinquantennio, trasformando le amiche e il loro legame. E tutto ciò precipita nella pagina con l’andamento delle grandi narrazioni popolari, dense e insieme veloci, profonde e lievi, rovesciando di continuo situazioni, svelando fondi segreti dei personaggi, sommando evento a evento senza tregua, ma con la profondità e la potenza di voce a cui l’autrice ci ha abituati...
Non vogliamo dirvi altro per non guastare il piacere della lettura.

E' da tempo che mi prometto di leggere questo libro. La spinta si è fatta più forte dopo la visione della serie tv.
Questa esperienza mi ha talmente avvinta che ho avuto quasi l'urgenza di leggere il primo libro.

La versione televisiva è estremamente fedele al libro, tanto che le prime pagine sono messe in scena fedelmente e così, alla fine, anche tutto il libro. Veramente, c'è qualche inezia o qualche sfumatura non inclusa, per non allungare troppo il brodo.
E' così che conosciamo Lila e Lenù, bambine di circa sei anni che stringono un improbabile legame che diventerà sempre più duraturo nel tempo.
Quella che trascina l'altra è sempre Lila, forte, indipendente, cattiva. Lenù deciderà di seguire sempre la sua scia per non perdersi mai. Sarà lei a infiammarla, a darle motivazione.


Questo libro, primo di una tetralogia, descrive la Napoli degli anni '50 in un rione immaginario, tanto che è stato costruito appositamente come scenografia.
E' la risposta al celebre "si stava meglio quando si stava peggio". Matteo Strukul ha ragione: balle.
Certo, tutto si sudava, si apprezzava ciò  che si aveva, la vita era più semplice.
Ma a che prezzo?
Analfabetizzazione, ben pochi studiavano. I più privilegiati arrivavano alla quinta elementare, i ricchi ed i privilegiatissimi fino alla terza media ed oltre. I ragazzi poveri che andavano avanti dovevano quasi sputare sangue per meritarsi di proseguire gli studi, tanto più se si dovevano pagare lezioni extra, viste come volontà di arricchirsi degli insegnanti e come prova che il figlio non è abbastanza bravo. Mandare ai figli a scuola è un onere, una rottura di scatole che toglie braccia alla famiglia per portare il pane in tavola per lungo tempo e che costringe a sacrifici immani.
Gli insegnanti sembrano preparati, ma non esitano a far pesare l'ignoranza, se non proprio a chiamare "plebe" chi non ha la possibilità di studiare, anche se dotato. Diciamo che oggi gli insegnanti non sono perfetti, ma quello che si comporta così viene subito linciato. Basta dare due pagine in più, figurarsi in caso di affermazioni talmente gravi!
In più la vita, almeno in questo rione, portava i bambini a respirare cattivi influssi, a non sapere che sorte li avrebbe attesi, se sarebbero sopravvissuti alle malattie, addirittura ai genitori che ricorrevano alle mani come metodo educativo. Essere bambini non era un diritto a non assistere o a non ricevere violenza. Tanto che i rapporti tra bambini sfociavano, più che in bullismo vero e proprio, in generica  violenza.

C'è viva anche la storia, pure se in sordina.
Famiglie mafiose o disoneste che si sono fatte dal nulla, sui sangue altrui, in particolare durante il fascismo. Di quegli anni non si parla più, nessuno ricorda, chi non sa non vuole sapere, chi sa afferma di non avere idea. Così quel che respirano le due bambine è un clima teso, si sa chi si deve evitare o non provocare, ma non perché, non ci sono tentativi per migliorare la propria sorte, al massimo a rendersi amici i "potenti".
Chi parla, chi si oppone, viene schiacciato o comunque considerato un nulla.
C'è la convinzione a non andare con chi sta peggio. Tu studi? Guai a te se vai col muratore, quello pezzente è e pezzente resterà. Poco importa che si spacchi la schiena per mettere insieme due lire.

La storia è "difficile". E' lunga, zeppa di personaggi, famiglie, parentele e collegamenti.
La bravura nell'autrice sta nel cominciare a dipingere un affresco, a tratteggiare i primi punti di un ricamo per poi arrivare man mano a regalarci la composizione completa. Questo mi è piaciuto molto.
Partiamo dagli anni attuali, per poi ripercorrere la storia di queste due giovani, diverse come il sole e la luna.
Tra le due, nemmeno a dirlo, adoro Lila. Sono più affine a Lenù, ma il paragone non regge.
Lenù è buona, diligente, ha i suoi momenti di fiamma, non è sicuramente una bambolina inerte. Ma non ha il fuoco che possiede Lila, le sue doti straordinarie. E' "cattiva", però anche ineguagliabile. Si tratta di un portento naturale, arriva dovunque con poco sforzo eppure le vengono tarpate le ali, ma sa sempre come cadere e trovare vie di fuga, anche se non quelle che lei avrebbe messo come prima scelta.
Gli altri personaggi sono molto ben caratterizzati, veri.
Ci credo che chi ha lavorato alla serie abbia affermato che il romanzo usciva dalle pagine. E' verissimo. La trasposizione ha però dei pregi che la carta mi ha trasmesso meno: pur non aggiungendo  o modificando la storia, le scene violente, per esempio, fa male leggerle. Però in tv sono essenziali ed al contempo di una violenza inaudita. Sono raggelata più volte e poi sono stata male anche le ore successive. E' stato messo un sentimento in ogni montaggio, in ogni scena.
Insomma, il romanzo è profondo, però, data la gran presenza di voci e fatti, non sviscera tutto a fondo. Rende comunque vive le vicende che sono non meno potenti.
Io ho il sospetto che a scrivere sia chi le vicende le conosce di prima mano. E' tutto troppo preciso. Certo, un romanziere di professione dev'essere capace di inventare, informarsi e collegare informazioni, creare intrecci stabili. In ogni caso mi sembra fin troppo realistico. Io potrei descrivere così solo qualcosa che ho vissuto in prima persona.

Non c'è dubbio che il ruolo di istruzione e cultura siano ritenuti molto importanti, soprattutto in alcune parti dove Lila parla. Noi non ci diamo più importanza, rimane una scocciatura, invece è un privilegio, così come la libertà di accedere alle informazioni, alla storia, alla giustizia. Che poi alcune cose vadano cambiate, migliorate è fuor di dubbio, però non considererei niente di tutto ciò un obbligo, qualcosa di cui lamentarmi se non mi comoda, di scontato.
L'Italia sta crollando da questi punti di vista, negli ultimi anni davvero tantissimo, in particolare da quando abbiamo i nuovi esponenti di governo.

Scusate, se ho esagerato, ma non sono riuscita ad evitare di parlarne a ruota libera.
Adesso vi lascio i link delle altre partecipanti per il mese di aprile.
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Le mie ossessioni librose
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Niente di personale

19 commenti:

  1. Questo libro dovrei leggerlo visto che ne sento parlare benissimo.

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    1. Per me certo è che prima o poi finirò la serie! Magari prima delle successive trasmissioni, se riesco, in modo da non farmi influenzare dalla visione, anche se positiva.

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  2. Questo titolo è uno di quelli che hanno contribuito all'idea della rubrica. La critica che hai mosso è quello che mi ha frenato finora

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    1. La violenza (nel libro è diversa, benché non meno grave) o l'esagerata pluralità di voci che fa perdere un pò? Ho mosso delle "critiche" per evidenziare quanto ho notato nel romanzo, in sé e per raffronto alla serie tv.
      Ma la rubrica è stata una brillante idea che permetterà vari esperimenti. Grazie ^^

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  3. Avevo comprato la serie a mia mamma. Abbiamo entrambe letto il primo libro e lo abbiamo odiato entrambe. Ho venduto la serie.

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    1. Bè, se non altro non hai perso tutti i soldi spesi :-)

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  4. Ho sentito pareri contrastanti e non mi sono mai permessa di giudicarlo. Non so però se lo leggerò

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    1. A me ha spinto a vedere la serie il docufilm che un'amica fan ha adorato, da lì è venuta la spinta alla serie.

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  5. Mi riprometto sempre di leggerlo questo libro e sono certa che un giorno lo farò 😊😊

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    1. Per me merita, unisce finzione e realtà.

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  6. Io non ho visto la serie tv ma il libro mi è piaciuto moltissimo. Mi ha dobatd tante emozioni amplificate dal fatto che tutto avviene nella mia città natale. Sono felice tu abbia scelto questo libro.

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    1. Oddio...ho perso pezzi? Ecco allora perché citi in modi diversi Napoli (vedi il dolce Pasquale!). Lieta di averti reso omaggio! :-D
      Un'amica lettrice ha visto la serie e letto il libro, pur preferendo il libro. Io propendo per la serie, pur avendo amato il libro.
      Spero di leggere presto i nuovi libri, magari prima delle nuove puntate.
      Alla regia ci hanno saputo fare!

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  7. Avevo anche io una mezza intenzione di vedere la serie televisiva quando è andata in onda su Rai Uno, ma, per la presenza dialettale nei dialoghi -in casi del genere, non riesco mai a concentrarmi sulla scena "visiva" perché sto a leggere i sottotitoli :( Insomma, è un mio limite gigantesco, lo riconosco!-, ho preferito evitare. Tuttavia, il libro continua a intrigarmi tantissimo... Non so, magari un giorno lo comprerò :) <3

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    1. Bè, metà delle volte stavo stirando quindi andavo ad orecchio, sperando di azzeccarci XD

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  8. Mi incuriosisce molto il fenomeno Elena Ferrante e proprio perché ho paura che "i fenomeni" possano non mantenere le promesse non ho ancora letto questo libro, anche se ne sono tentata. I giudizi in rete sono contrastanti e anche questo non aiuta. L'ho già messo in lista da tempo, aspetto il momento giusto in cui mi sentirò motivata per affrontare questa lettura

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    1. L'ho snobbato per anni, ma prima Ferrante fever(portata a forza da un'amica ) che mi ha stuzzicato, poi sono incappata nella serie e una cosa tira l'altra. Ora spero di leggere tutta la tetralogia e magari anche altro.

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    2. Tendenzialmente i fenomeni lo guardo anche io con l'occhio socchiuso, a meno che non ai tratti di autori che già seguo.

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  9. Non ho visto la serie né letto i libri e non c'è un motivo preciso ma non mi attirano nonostante i molti commenti positivi

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  10. Comprato quattro anni fa mentre ero in vacanza,dopo sei pagine mollato. Ci ho riprovato un paio di anni dopo e l’ho rimpallato. Mi attrae l’idea di leggerlo ma qualcosa mi respinge. Aspetterò di avere l’ispirazione!

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