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21/01/19

Recensione di Ink di Alice Broadway - vol.1

Trama: Immagina un mondo in cui ogni tua azione, ogni evento della tua vita ti viene tatuato sulla pelle, perché tutti lo possano vedere. Immagina se avessi qualcosa da nascondere… Non ci sono segreti a Saintstone: dall'istante in cui si nasce, successi e fallimenti vengono tatuati sulla pelle, così che tutti possano vederli e giudicarti, come un libro aperto. E proprio un libro i morti diventano: la pelle viene asportata, rilegata e consegnata ai familiari, come antidoto all'oblio che è ancora più temibile della morte. A patto che le pagine della vita superino il giudizio del consiglio: in caso contrario il libro viene gettato alle fiamme, e con lui il ricordo di un'intera vita. Quando l'amato papà muore, Leora, sedici anni, è convinta che il giudizio su di lui sarà pura formalità, e invece si rende conto che l'uomo nascondeva dei segreti, ma che di segreti ne cela anche il Consiglio… 

Quando il Rainbow Book Club su Facebook ha deciso di leggere questo volume sono stata anche piuttosto contenta.

La trama è perfetta ed intrigante al punto giusto.
Insomma, ogni fatto importante viene tatuato sulla propria pelle ed ogni marchio sarà decisivo per essere ricordati per sempre dopo la morte oppure dimenticati, senza possibilità di appello. Cosa succede se si hanno grossi segreti?
Leora non si pone proprio questa domanda. E' una cittadina modello e ciò che non riesce proprio a nascondere è il dolore per la morte del padre. Il conforto migliore che lei e sua madre potrebbero avere sarebbe di ricevere prima possibile il libro coi marchi del loro uomo più amato.
Nel mentre Saintstone sta vivendo un periodo tumultuoso: gli intonsi, i non marchiati banditi dalle città, ed i loro simpatizzanti minacciano la città. Il sindaco Longsight non concederà nessuna pietà, anzi renderà più forti le tradizioni e le condanne.
Per la protagonista inizierà un periodo ancora più difficile perché sembra che suo padre non fosse così trasparente e quindi sarà una corsa alla verità.


Appena iniziato a leggere scopro che la scrittrice è laureata in teologia, ma speravo fosse un elemento marginale. Però, leggendo ho notato che la religione è il fondamento del libro. Questo santo, i marchi e tutto il culto maniacale che si è tirato su la fanno da padrone. Ed io ho tanti problemi con le religioni, soprattutto se invasive o esageratamente importanti. Infatti l'Italia, paese LAICO sulla carta, non è proprio adatto a me, anche se lo amo. Per vari motivi i culti mi irritano e apprezzo per lo più credenze naturali. Una delle ragioni per cui mal sopporto le religioni è che dietro la scusa del credo tutte le paure hanno la priorità, ci si deve difendere e tutto è concesso per fini superiori. Guarda caso, nel libro, c'è il bando degli intonsi, coloro che non si uniformano a questa pratica.
Mi è piaciuto molto però l'elemento magico dei lettori, coloro in grado di leggere i marchi ed i loro portatori. Sono affascinanti ed inquietanti al contempo.
Molto suggestiva anche la fiaba che narra della nascita dei marchi tramite le figlie di un uomo che muore senza aver fatto nulla di significativo per essere ricordato, ma che esprime per le figlie il desiderio di lasciare traccia di sé. Una figlia sarà segnata sulla pelle dagli eventi più importanti, l'altra no. Nascono marchiati ed intonsi.

I personaggi...Boh!
Leora mi sembrava tanto promettente, invece si rivela una bandierina al vento. E' molto zelante, poi ha qualche dubbio, poi di nuovo il zelo...La capisco, ma è troppo altalenante! 
Il suo antagonista, Karl, fa di tutto per sembrare viscido. Forse è solo cretino, perché poi si scopre che forse un pò buono lo è.
Verity, la migliore amica, sembra una santa, eccelle in tutto. Per tutto il romanzo non me l'ha mai raccontata giusta. Troppo perfetta.
La mamma un pò mi urta perché non la dice mai tutta o non la dice proprio e poi si ritrovano nella situazione in cui sono.
Il sindaco e chiunque al governo (anche la racconta storie Mel e l'investigatore) invece mi urtano, sanno di falso lontano un miglio!

La lettura comunque scorre, le decorazioni presenti anche in copertina incantano, ma il finale è quanto di più inconcludente possibile. Si cerca il colpo di scena forzato, il cambiamento poco credibile delle percezioni della protagonista e tutto ciò regge poco.
Mi auguro che il secondo volume sia meglio. Non è un voto pessimo, ma raggiungiamo appena il minimo.
Avrei gradito più coerenza. I misteri sono anche all'altezza, ma tra l'inizio introduttivo e teorico infinito, l'incoerenza dei personaggi e il finale anomalo non ci siamo.


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