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01/07/18

Recensione de Il tatuatore di Alison Belsham

Trama: Brighton. L’ispettore Francis Sullivan, giovane e ambizioso, è stato appena promosso, e questo è il suo primo caso importante. Marni Mullins, una tatuatrice di Brighton, ha trovato un corpo orribilmente scuoiato. Dalle prime indagini sul cadavere risulta chiaro che non si tratta di un omicidio isolato ma dell’opera di un serial killer. Il modus operandi e la firma sono agghiaccianti: mentre la vittima era ancora in vita, l’assassino ha rimosso intere porzioni di pelle, presumibilmente tatuate. Questa pista porta Sullivan a credere che una come Marni, che conosce il mondo dei tatuaggi come le sue tasche, sia l’unica persona in grado di aiutarlo. Ma lei ha tante ragioni per non fidarsi della polizia. E quando riuscirà a identificare il prossimo bersaglio del killer, lo dirà a Sullivan o si metterà da sola alla ricerca del “Ladro di Tatuaggi”?

Che io legga novità a volte è una novità anche per me, soprattutto se sono davvero recenti. Se poi aggiungiamo che è anche un thriller...Per quanto mi piacciano li leggo raramente.

Protagonisti sono...ecco chi sono? Tanti! Ma partiamo dalla trama principale.
Marni Mullins, in un torrido pomeriggio, in pausa da una seduta di tatuaggi, trova il cadavere di un uomo in un cassonetto, fa una chiamata anonima alla polizia e spera di non dover più rivivere brutte esperienze. Ma la fortuna non la assiste e verrà contattata da Francis Sullivan, neo ispettore di Brighton, zelante e pieno di pressioni data la giovane età. Se poi ci mettiamo dentro che il caso sembra più complesso del previsto e che il suo superiore Bradshaw è solo in cerca di gloria...

La collaborazione tra i due sarà dura, tesa e per niente facile. Lei refrattaria alle forze dell'ordine e lui cattolico e  fanatico della legge.
La narrazione si alternerà a Rory, sottoposto di Sullivan, a quella dell'assassino, ma sarà importante anche la voce di Thierry che sarà molto presente.

Ecco, la cacofonia di narrazione può confondere ed avrei assolutamente eliminato la voce di Rory, presuntuoso solo perchè più anziano. Non che il giovane ispettore sia meglio. E' così bigotto, credente, ambizioso e pedante che fa venire voglia anche a me di ribellarmi alle leggi.
Però nessun personaggio brilla per simpatia. Né il marito di Marni, Thierry, che è impetuoso, farfallone, dalle mani facili, né Marni stessa, troppo testa calda anche se mossa dalle migliori intenzioni.
L'assassino invece è fenomenale. Fa rabbrividire, la Belsham è davvero entrata nella sua testa perché  il killer è lucido, consapevole, felice di uccidere per rubare i tatuaggi. Mi fa quasi ringraziare di non averne!
Le dinamiche di polizia ed indagine sono verosimili, nei pregi come nei difetti.E ci si fa pure una piccola cultura nel campo dei tatuaggi che è un mondo a sé e molto affascinante.
La narrazione poi è sempre a ritmo sostenuto anche quando la situazione langue. E' impossibile essere lenti nella lettura e si arriva con ansia alle ultime pagine quando l'adrenalina è alle stelle e la verità prossima ad essere svelata, sorprendente come non mai, almeno per me. Non sarò una lettrice abituale, ma ho letto thriller che non mi hanno lasciato nulla, tutti tranne Carrisi ed Umberto Matino.
Insomma, più che promosso!

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