Trama: Una notte, la giovane Myra Driscoll scappa di casa portando con sé solamente un manicotto e un portamonete. A passo svelto e testa alta, se ne va per sempre. Raggiunge Oswald Henshawe, giovane spiantato di cui è innamorata, e lo sposa in gran segreto, rinunciando così alla cospicua eredità che le spetterebbe. Un gesto audacemente romantico, che in famiglia diventa una leggenda. Quando, molti anni dopo, una giovane amica le chiede se lei e Oswald sono stati felici, la risposta è glaciale: «Felici? Oh, sì! Come la maggior parte della gente».
E allora a che cosa è servito quel sacrificio? Che senso ha avuto barattare grandi fortune per una vita banalmente normale? Quelle che emergono, in questo romanzo breve ma stratificato, sono le mille sfumature di una figura ambigua e tormentata, una donna tanto risoluta nelle sue clamorose rinunce, quanto incapace di godere di una felicità che di clamoroso non ha nulla. Uno spirito libero che si trova a combattere contro i limiti della quotidianità e la crescente, esasperante consapevolezza di essere una donna totalmente diversa da quella che pensava di essere in giovane età.
Willa Cather, talentuosa autrice americana vincitrice del Premio Pulitzer, ci regala un piccolo capolavoro: pagine davvero indimenticabili, intrise di una grande carica drammatica.
Poi ti trovi in biblioteca e trovi uno dei tanti libri Fazi cui avevi buttato un occhio. E' pure breve. Che non lo prendi?
La voce narrante è Nellie, nipote di zia Lydia, donna assai legata a Myra, la celebrità di Parthia, nel sud dell'Illinois. Cosa la rese celebre? Ma fuggire con l'uomo amato, odiato dallo zio che si è preso cura di lei sin da quando è orfana, perdendo la cospicua eredità che le avrebbe lasciato il cocciuto parente alla sua dipartita. Invece tutto è sostanzialmente andato alla chiesa.
Nellie conosce Myra perché è ospite della zia nell'unica occasione in cui la donna sia mai tornata a Parthia e poi la conoscerà meglio dieci anni più tardi, quando le loro strade si incontreranno nuovamente.
Bè, possono dire quel che vogliono, ma Myra mi risulta arrogante, materialista, sicura di sè in maniera eccessiva, viziata. E si lamenta di Nellie dicendole che deve sentirsi meno importante. Da che pulpito? O proprio perché lei è stata cresciuta così conosce i rischi? Sarà anche una persona buona, ma guai a contrariarla che diventa subito poco...gradevole, per essere cortesi.
E se vogliamo una reale idea della donna, la descrizione si abbina perfettamente a quella della donna ritratta in copertina. Fine, ma innegabilmente troppo certa del suo pregio, presuntuosa.
Questo romanzo può essere letto come un semplice romanzo ambientato, a quanto mi suggeriscono le atmosfere, nei primissimi anni del '900. Ma si può trovare anche altro.
Ad esempio una contrapposizione tra vecchi e giovani. I primi previdenti, parlano dall'alto dell'esperienza. I secondi sicuri di quel che vogliono e sanno, salvo poi riflettere su cosa avrebbero o meno dovuto fare quando la gioventù li abbandona, non sentono ragioni.
I giovani soffrono, poi semplicemente si impara a non farsi toccare dalla vita, o a fingere bene.
Invecchiando si somiglia agli anziani tanto criticati e non sempre è un bene! Infatti a volte si hanno rimpianti e si distorce la realtà. O, semplicemente, si ammette ciò che ci siamo sempre negati di confessare a noi stessi. E' molto probabile che si diventi insopportabili e non mi serve un romanzo per saperlo, basta uscire di casa e guardare la fauna locale di persone "mature".
E' anche un romanzo sulle classi sociali. Myra ama gli artisti, odia intrattenere i danarosi, ma è inequivocabile la sua opinione di provinciali e gente del sud, il suo amore per la bella vita. Si subodora la sua anima snob.
Questo è quanto ho trovato io.
Però sono 89 pagine che non si sentono. Perfetto per un week end tranquillo così come per un breve viaggio dove si prevedono letture poco impegnative.
La voce narrante è Nellie, nipote di zia Lydia, donna assai legata a Myra, la celebrità di Parthia, nel sud dell'Illinois. Cosa la rese celebre? Ma fuggire con l'uomo amato, odiato dallo zio che si è preso cura di lei sin da quando è orfana, perdendo la cospicua eredità che le avrebbe lasciato il cocciuto parente alla sua dipartita. Invece tutto è sostanzialmente andato alla chiesa.
Nellie conosce Myra perché è ospite della zia nell'unica occasione in cui la donna sia mai tornata a Parthia e poi la conoscerà meglio dieci anni più tardi, quando le loro strade si incontreranno nuovamente.
Bè, possono dire quel che vogliono, ma Myra mi risulta arrogante, materialista, sicura di sè in maniera eccessiva, viziata. E si lamenta di Nellie dicendole che deve sentirsi meno importante. Da che pulpito? O proprio perché lei è stata cresciuta così conosce i rischi? Sarà anche una persona buona, ma guai a contrariarla che diventa subito poco...gradevole, per essere cortesi.
E se vogliamo una reale idea della donna, la descrizione si abbina perfettamente a quella della donna ritratta in copertina. Fine, ma innegabilmente troppo certa del suo pregio, presuntuosa.
Questo romanzo può essere letto come un semplice romanzo ambientato, a quanto mi suggeriscono le atmosfere, nei primissimi anni del '900. Ma si può trovare anche altro.
Ad esempio una contrapposizione tra vecchi e giovani. I primi previdenti, parlano dall'alto dell'esperienza. I secondi sicuri di quel che vogliono e sanno, salvo poi riflettere su cosa avrebbero o meno dovuto fare quando la gioventù li abbandona, non sentono ragioni.
I giovani soffrono, poi semplicemente si impara a non farsi toccare dalla vita, o a fingere bene.
Invecchiando si somiglia agli anziani tanto criticati e non sempre è un bene! Infatti a volte si hanno rimpianti e si distorce la realtà. O, semplicemente, si ammette ciò che ci siamo sempre negati di confessare a noi stessi. E' molto probabile che si diventi insopportabili e non mi serve un romanzo per saperlo, basta uscire di casa e guardare la fauna locale di persone "mature".
E' anche un romanzo sulle classi sociali. Myra ama gli artisti, odia intrattenere i danarosi, ma è inequivocabile la sua opinione di provinciali e gente del sud, il suo amore per la bella vita. Si subodora la sua anima snob.
Questo è quanto ho trovato io.
Però sono 89 pagine che non si sentono. Perfetto per un week end tranquillo così come per un breve viaggio dove si prevedono letture poco impegnative.
Mi piacciono i libri che, pur conservando la forma di romanzo di fantasia, affrontano tematiche sociali, come il conflitto fra le classi o le diverse generazioni.
RispondiEliminaQuesto romanzo ci riesce in pieno!
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