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18/12/17

Recensione di Un uomo di Oriana Fallaci

Trama: Un uomo è il romanzo sulla vita di Alekos Panagulis, che nel 1968 fu condannato a morte nella Grecia dei colonnelli per l'attentato a Georgios Papadopulos, il militare a capo del regime. Segregato per cinque anni in un carcere dove subirà le più atroci torture, restituito brevemente alla libertà, conosce l'esilio, torna in patria quando la dittatura si sgretola, è eletto deputato in Parlamento e inutilmente cerca di dimostrare che gli stessi uomini della deposta Giunta continuano a occupare posizioni di potere. Perde la vita in un misterioso incidente d'auto nel 1976. Oriana Fallaci incontra Panagulis nel 1973 quando, graziato di una grazia che non aveva chiesto, ma che il mondo intero reclamava per lui, esce dal carcere. Lei lo affianca e ne condivide una lotta mai paga. "Il poeta ribelle, l'eroe solitario, è un individuo senza seguaci: non trascina le masse in piazza, non provoca le rivoluzioni. Però le prepara. Anche se non combina nulla di immediato e di pratico, anche se si esprime attraverso bravate o follie, anche se viene respinto e offeso, egli muove le acque dello stagno che tace, incrina le dighe del conformismo che frena, disturba il potere che opprime." 

Io devo confessare che ho sempre avuto un grande pregiudizio verso Oriana Fallaci. La mia informazione su di lei non è approfondita, ma quanto ho avuto modo di leggere su di lei mi ha molto condizionata. Soprattutto l'intervista ad un'attrice che la interpretava in uno sceneggiato su di lei. Emergeva un personaggio duro, privo di compromessi, intollerante, è giusto solo quanto lei crede. Ed una così difficilmente mi sta simpatica. Ci può stare non essere d'accordo con qualcuno, ma le persone così intransigenti mi rendono intransigente a mia volta. E stupisce da una donna col suo passato e con la sua formazione.
Non fosse stato per il gruppo di lettura della biblioteca col cavolo che avrei provato a breve un libro della Fallaci che ho tra l'altro dovuto ingurgitare e per un libro del genere non va bene.

Come dice la sinossi, la storia riguarda Alekos Panagulis, dissidente politico greco, attentatore, disertore e molte altre cose si sono dette di lui. Ha pagato tutta la vita le sue attitudini anarchiche ed inclassificabili (non era fascista, ma nemmeno si definiva socialista o rivoluzionario, lui inseguiva la libertà pura).
L'immagine di apertura è bellissima. Una folla animalesca, una bestia, una piovra risvegliata dalla morte di Alekos. La scrittrice si chiede solo se volontariamente o su ordine di qualcuno e se tutto tornerà come prima (indifferenza ed ascolto degli ordini) o se è l'inizio della consapevolezza dell'individuo che vorrà protestare, farsi sentire. Perchè lui  è stato assassinato, checchè se ne dica.
Anche se farsi sentire ha un prezzo  e Panagulis lo ha sempre pagato. Non si è mai omologato, ha sempre alzato la testa. 

Il suo attentato contro Papadopulos, unica scelta che sembrava possibile perfino ad un pacifista come lui, fallì e questo fu solo l'inizio del calvario tra pestaggi, torture, abusi, privazioni, disumanità tra aguzzini e carceri. Quello che viene descritto è a dir poco terrificante e surreale. Non è facile credere che sono azioni che potrebbe compiere una persona sana di mente, se non uno squilibrato. Ancora più difficile è riuscire a credere che un uomo possa sopravvivervi. 

Ma in mezzo al dolore ci sono anche le risate: il bullismo che Panagulis è riuscito ad infliggere a Zakarakis, suo ultimo carceriere, è fenomenale. Giuro che mi ha fatto ridere più d'una trovata ai danni di quel tonto benchè  crudele di direttore. Questo gli chiede di farsi depilare integralmente per esempio! Una faccia da sberle come poche in ogni situazione.
Ed arriva anche l'incontro con Oriana e la relazione che ne scaturisce, un legame che si costruisce istantaneo anche se da lei negato il più possibile. Un legame che solo una tosta come lei poteva accettare perchè lui era impossibile. Nel romanzo a volte è esasperante. Certo, molti comportamenti sono dovuti alle sue idee, alle frustrazioni, ma è impossibile come uomo!
Finita la prigionia per amnistia Alekos vorrebbe rovesciare il mondo, ma trova mille ostacoli. E' e resterà solo.

Ho molto apprezzato i concetti che esprime ovvero la malattia della società riferita alle ideologie (tutti gli -ismo: fascismo, comunismo, nazismo..)  e ad i suoi seguaci tutti -isti (fascisti, comunisti, nazisti) e il male attribuibile agli intellettuali che diffondono ideologie, alla religione come causa originaria di bene e male con il cristianesimo.
Mi ha molto sorpreso che i timori complottisti e persecuzionisti di Alekos risultino sempre veri. Sembra un profeta. Forse Oriana gioca sull'origine greca del compagno, la cui nazione è la patria di Cassandra e della tragedia. E' comunque agghiacciante che abbia ragione, sempre o quasi.
Fa riflettere che il popolo non è sempre e solo innocente. Vero che deve eseguire gli ordini, ma partecipa ai massacri, per dire. E' anche una scusa trincerarsi dietro alla parola ordini.
Trovo giustizia anche nel concetto che bene e male sembrano distinti, ma c'è una grande zona di sfumature tra le due.
Altrettanto veritiera la sua affermazione circa la storia: gli americani hanno voluto la libertà ed è arrivato lo schiavismo, i francesi la rivoluzione francese ed è arrivato Bonaparte. Sembra quasi che il copione si ripeta sempre e che la libertà sia solo una finzione perchè arriva presto la censura, la dittatura anche se sotto mentite spoglie.

Non è un libro di speranza. E' una biografia, un dialogo, a tratti monologo di Oriana verso Alekos, ma anche un ritratto di quegli anni che non mira certo a regalare false speranze, semmai consapevolezza e la storia di un uomo che, dopo l'attentato e l'amnistia, non ha fatto notizia, i suo sacrifici dissolti nell'aria.
Sarebbe bello se tutti volessimo davvero essere soggetti unici, pensanti e che la storia ci aiuti a non dimenticare mai. Ma personaggi come Panagulis sono rari e la capacità delle persone, singolarmente e collettivamente, di emergere ed imporsi con raziocinio e volontà per essere rispettata come individuo dal potere è ancor più rara. Ed oggi una missione quasi impossibile, soprattutto nel cuore del mondo occidentalizzato che si fa intortare  a meraviglia da parole e balocchi.
Scusate se mi sono dilungata ma esprimere in due parole un libro talmente complesso non è facile.

2 commenti:

  1. Da anni dico di voler leggere qualcosa della Fallacci, ma non ci sono ancora riuscita. La tua recensione però mi ha confermato che devo assolutamente leggere qualcosa di suo ;)

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    1. Può essere scomoda ed antipatica, ma occorre provarla prima o poi. Se non altro per amore di informazione.

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