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26/11/17

Recensione de Il mezzo re di Joe Abercrombie

Trama: Yarvi non aveva mai pensato che sarebbe potuto salire al trono. Nato con una mano deforme è inadatto al combattimento e, nel disprezzo del padre, il re del Gettland, il suo destino è diventare uno dei “ministranti”, l’ordine di potenti sacerdoti consiglieri della corona. Ma, proprio la notte che precede l’ultimo esame, Yarvi e la sua maestra, Madre Gundring, sono raggiunti dalla notizia: il padre e il fratello di Yarvi sono morti, uccisi in un agguato ordito da Grom-gil-Gorm, sovrano del Vansterland, regno confinante e nemico. Adesso il re è lui. O mezzo re, per lo meno. Ma la sua vendetta dovrà essere intera.

Spinto anche dal volere della madre, la bella e inflessibile Laithlin, Yarvi giura che farà giustizia contro gli assassini di padre e fratello e parte per Vansterland, pronto a dare battaglia. Ma subito cade vittima di un’imboscata e, salvatosi miracolosamente in mare, viene portato al mercato degli schiavi. Qui viene venduto per prestare servizio sulla nave capitanata da Shadikshirram, mercantessa dal cuore nero e la lingua affilata. Solo, nel mare ghiacciato, spogliato del suo lignaggio e incapace di reggere un’ascia o uno scudo, Yarvi potrà contare su una squadra di compagni improbabili e su un’unica vera arma: la sua mente. Basterà per ritornare a casa e portare a compimento la sua vendetta?
Definito da più parti “il vero erede di George R.R. Martin”, Abercrombie è uno dei più importanti autori fantasy delle nuove generazioni, un vero fenomeno editoriale in Inghilterra. I suoi libri, che sanno unire alla perfezione immaginazione, profondità e ironia, hanno meritato gli elogi dei principali autori di letteratura fantastica del mondo, da Rick Riordan e Robin Hobb fino a Martin stesso.
Il Mezzo Re inaugura la “Trilogia del Mare Infranto”, e segna il debutto di nuovi personaggi di cui è impossibile non innamorarsi, veloci col cervello e con la spada, sempre complessi e disegnati con filo misto, buono e cattivo insieme.

Ehi, ma... Che storia! Ho girato l'ultima pagina col cuore che batteva!
Parliamone meglio...

Yarvi è il secondogenito di Uthrik del Gettland, non diverrà mai re e ne è più che felice. La sua vita è nel Ministero, ormai prossimo a divenire ministrante. Ma succede l'irreparabile, suo padre e suo fratello sono vittima di un'imboscata da parte di Grom-gil-Gorm, sovrano del Vansterland, così lui è il prossimo erede al trono. Niente che Yarvi si augurasse. E' storpio, incapace in battaglia, è sempre stato umiliato, lo scarto di casa. Questa è una disgrazia in più di un senso e ci si aspetta un attacco ai vanster per vendicarsi. L'attacco ci sarà e sarà anche l'occasione in cui il nuovo re sarà vittima di un tentato omicidio da parte dello zio Odem e dello scudo di sua madre, del suo cavaliere scelto Hurik. Loro non lo sapranno mai, ma Yarvi si salverà. Certo, vivrà da schiavo su una nave, ma sarà un'esperienza che lo temprerà. Imparerà molto su di sè, su come volgere le situazioni a suo vantaggio, a leggere gli altri. Non è la vita sicura di palazzo  che, per quanto la odiasse, era sicura e protetta.
L'obiettivo sarà solo uno: vendicarsi del tradimento e tornare legittimo re. Ai lettori la scoperta di come la storia andrà avanti. Ce ne saranno delle belle e nient'affatto scontate, anche se nella trama si va un pelo oltre degli accenni (infatti alcune cose all'inizio le ho indovinate).

Che dire... Questo libro non volevo leggerlo. Forse il paragone al prolisso Martin ed il commento dello stesso  mi avevano intimorita, temevo un fantasy crudo... E parzialmente è così. Questo fantasy non si nutre di fronzoli, non è all'acqua di rose. Se ci sono avvenimenti duri, cruenti non vengono addolciti o abbelliti. Sono così e basta, la dura realtà non viene trasformata.
Gli eventuali incubi di Yarvi sono molto realistici, cupi, violenti. La dimensione onirica sembra spaventosamente veritiera e lascia il cuore in tumulto.
Ogni personaggio è ben caratterizzato. Yarvi è il mio favorito e non è così banale. E' un antieroe, uno sfigatello cui ride dietro l'intero castello, conosciuto in tutto il suo regno per inettitudine. Ma ha un cervello ben più che brillante, futuro promettente ministrante (mestiere che mi ha assai affascinato ed intrigato). Mi ci sono affezionata da subito. La regina madre, Laithlin, è invece dura ed impassibile, sembra odiare il figlio, è ben più che esigente. Lo zio invece è  il classico leccapiedi perchè sembra gentile, buono e poi ti pugnala alle spalle! 
Anche i personaggi che incontreremo sulla nave saranno caratterizzati a dovere. Il capitano della nave, Shadikshirram, è una folle convinta di avere il cuore tenero. Probabilmente uno dei personaggi che ho apprezzato di più, anche se è dura non apprezzare anche il peggiore di loro, tutti hanno un ruolo da interpretare e lo fanno bene. Anche quelli muti, come lo sguattero Nulla, noto solo per essere un paria tra gli schiavi.
Inoltre la scrittura è favolosa. Bisogna fare il callo ai nomi nordici, ma la storia fila via veloce pur essendo ricca di descrizioni ed assolutamente non dispersiva.
E come è meraviglioso il finale! Giuro che non avrei mai pensato a nulla di più complesso. Dire che Abercrombie mi ha portata dove voleva lui è il minimo. L'ho trovato GENIALE!
Sicuramente continuerò la trilogia. 

4 commenti:

  1. Certe volte la vita ti riserva cose che non ti aspetteresti mai... come diventare Re, ad esempio! 😉
    Mi hai incuriosita moltissimo e mi hai fatto venire voglia di leggere questo libro!
    Un abbraccio e buona serata!

    Nuovo post sul mio blog!
    Ti aspetto da me se ti va!
    http://lamammadisophia2016.blogspot.com

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  2. aspettavo questa tua recensione, ho il libro in libreria che mi aspetta. E adesso davvero non vedo l'ora di cominciarlo, che bello

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    1. Ooooh, grazie :-D Aspetto di conoscere il tuo parere!

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