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13/11/17

Recensione de I Medici- Una dinastia al potere di Matteo Strukul

Trama: Firenze, 1429. Alla morte del patriarca Giovanni de’ Medici, i figli Cosimo e Lorenzo si trovano a capo di un autentico impero finanziario, ma, al tempo stesso, accerchiati da nemici giurati come Rinaldo degli Albizzi e Palla Strozzi, esponenti delle più potenti famiglie fiorentine. In modo intelligente e spregiudicato i due fratelli conquistano il potere politico, bilanciando uno spietato senso degli affari con l’amore per l’arte e la cultura. Mentre i lavori per la realizzazione della cupola di Santa Maria del Fiore procedono sotto la direzione di Filippo Brunelleschi, gli avversari di sempre continuano a tessere le loro trame. Fra loro c’è anche una donna d’infinita bellezza, ma dal fascino maledetto, capace di ghermire il cuore di un uomo. Nell’arco di quattro anni, dopo essere sfuggito a una serie di cospirazioni, alla peste e alla guerra contro Lucca, Cosimo finirà in prigione, rischiando la condanna a morte. Fra omicidi, tradimenti e giochi di palazzo, questo romanzo narra la saga della famiglia più potente del Rinascimento, l’inizio della sua ascesa alla Signoria fiorentina, in una ridda di intrighi e colpi di scena che vedono come protagonisti capitani di ventura senza scrupoli, fatali avvelenatrici, mercenari svizzeri sanguinari… 

Avrò in casa questo libro da oltre un anno e non mi ero mai decisa ad iniziarlo. Il momento è giunto.

La storia si apre a Firenze nel 1429, senza troppi preamboli. Veniamo catapultati nella costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore ad opera di Brunelleschi e della gioia di Cosimo de Medici nel vedere la sua realizzazione.
Non potendo prendere di petto le origini di quella che è una dinastia, non senza creare un'opera enciclopedica, Strukul decide di partire da Cosimo, non a caso. D'altronde, è un mecenate d'arte e cultura, un membro influente della sua famiglia, colui che ha voluto l'opera e l'intervento del Brunelleschi. Le vicende di cui è protagonista non sono di poco conto: evita la guerra con Lucca, è vittima di cospirazioni che porteranno ad un'alleanza con la Serenissima e probabilmente col ducato di Milano.
Niente avrebbe potuto però senza l'appoggio della famiglia, pur essendo lui pieno di acume ed ingegno. Il terreno che la madre Piccarda e il padre Giovanni, altro Medici importante ed influente, conta non poco. Quando le cose si mettono male, ovvero quando verrà accusato dall'oppositore Rinaldo degli Albizzi e verrà esiliato, sarà grazie all'appoggio di suo fratello Lorenzo e della moglie Contessina che avrà modo di ideare nuovi piani e rafforzare comunque la famiglia e la loro posizione.
La parte migliore è data dai "cattivi" ed è strano che io lo dica. Non tanto da Rinaldo, quanto dai suoi sgherri, Laura e Reinhart. Sono tanto crudeli, quanto tormentati, a tratti malinconici. Ho quasi provato affetto per loro. Danno un tocco speciale al romanzo. Rinaldo invece arriva a far ridere. Parla solo di morte, distruzione e pugno di ferro. E' monotematico! Certo meglio del duca Visconti che fa realizzare che dove nasciamo è dovuto al caso proprio. Tanto potere, ed è un folle capriccioso. Il classico bambino viziato che si trova troppo potere tra le mani.

Questra trilogia è un inno alla nostra cultura, ad una delle famiglie più importanti del passato. Ne abbiamo così tanto e ne parliamo così poco! Non possiamo passare la vita a leggere saggi, ma dovremmo scrivere più romanzi storici sul nostro paese, certo con criterio. Aiuterebbe la formazione culturale!
Strukul è stato magistrale. Ho trovato eccessivamente fluente la sua scrittura per un libro storico che normalmente è un genere ampolloso e dettagliato, per quanto coinvolgente. Ma è stato anche un pregio perchè non ci si annoia mai e si è spronati a continuare.
La mia altra difficoltà è stata la sua narrazione a quadri. Necessaria, ma mi sembrava di saltare ogni volta venti metri tra un palazzo e l'altro con questi sbalzi temporali. Mi ha reso difficile inquadrare i personaggi che altro non sono che persone realmente esistite a cui avrei però voluto applicare più empatia. Non ha aiutato aver visto a spezzoni la serie tv che interpreta bene , ma in modo diverso la famiglia. Il telefilm è più cupo e duro. Lì Cosimo è una faccia da sberle.
Certo, occorrerebbe una linea del tempo per rinfrescare la storia a chi non ne sa nulla o ricorda poco. Alcune sottigliezze sono difficili da seguire ed avrebbe fatto la differenza. Se ci si attiene al romanzo ci si ritrova a capire tutto, ma sarebbe stata utile.
Vengono fuori anche questioni morali. I Medici sono "i buoni", ma lo sono davvero? Questo romanzo insegna che chiunque, soprattutto chi è al governo, per quanto buono sia ha compiuto azioni riprovevoli. E' giusto? C'era forse altra scelta? Si può affermare di essere dalla parte dei corretti anche quando per difendere il proprio partito si agisce in maniera poco limpida per quanto assolutamente più onesta di altri?
Il linguaggio ed il lessico sono uniti in una miscela di informale e di alta qualità. C'è la parola più complessa, comunque comprensibile nel significato quanto un registro agevole e facile.
Il lavoro di Strukul è stato dettagliato, accurato e basato su tutte le ricerche storiche del caso. Ovviamente qualche libertà nella scrittura c'è e ci sta perchè altrimenti non sarebbe un romanzo.
In sintesi (scusate il papiro!) un romanzo storico di qualità che avvicina ad un interessante capitolo della storia italiana.


2 commenti:

  1. ho avuto più o meno la tua stessa opinione! (di nuovo)

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    1. Bè, mi fa piacere XD Un buon confronto nasce tanto da opinioni divergenti, se esposte con cortesia, tanto da opinioni similari perchè magari si amplia con più piacere il discorso.

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