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31/05/17

Recensione di Lui è tornato di Timur Vermes

Trama: Ricordate Le memorie di Schmeed di Woody Allen?: “Nella primavera del 1940, una grossa Mercedes venne a fermarsi davanti al mio negozio di barbiere al 127 di Königsstrasse ed entrò Hitler. ‘Voglio una spuntatina leggera’ disse ‘e non tagliatemi molto sopra.’” Schmeed, il barbiere del Reich, depositario dei segreti del Führer. Ecco: il romanzo di Timur Vermes sembra rimandare alla comicità di Allen. È l’estate del 2011. Adolf Hitler si sveglia in uno di quei campi incolti e quasi abbandonati che ancora si possono incontrare nel centro di Berlino. Egli non può fare a meno di notare che la guerra sembra cessata; che intorno a lui non ci sono i suoi fedelissimi commilitoni; che non c’è traccia di Eva. Non può non sentire un forte odore di benzina esalare dalla sua divisa sudicia e logora; e non riesce a spiegarsi l’intorpidimento delle sue articolazioni e la difficoltà che prova nel muovere i primi passi in una città piuttosto diversa da come la ricordava. Regna infatti la pace; ci sono molti stranieri; e una donna (sì, proprio una donna, per giunta goffa), tale Angela Merkel, è alla guida del Reich. 66 anni dopo la sua fine nel Bunker, contro ogni previsione, Adolf inizia una nuova carriera, stavolta a partire dalla televisione. Questo nuovo Hitler non è, tuttavia, né un imitatore, né una controfigura. È proprio lui, e non fa né dice nulla per nasconderlo, anzi, è tremendamente reale. Eppure nessuno gli crede: tutti lo prendono per uno straordinario comico, tutti lo cercano, tutti lo vogliono, tutti lo imitano. Il mondo che Hitler incontra 66 anni dopo, infatti, è cinico, spudorato, bramoso di successo e incapace di opporre qualsiasi resistenza al “nuovo” demagogo. Al massimo riesce ad apporre il compulsivo “mi piace” “non mi piace” dei social network. Farsa, satira, pura comicità, analisi spietata e corrosiva del nostro tempo, il romanzo d’esordio di Timur Vermes è un gioiello di intelligente umorismo, ed è divenuto in breve tempo, grazie al passaparola, un fenomeno editoriale con pochi precedenti. 

Parlare di "Lui è tornato secondo me è difficilissimo, benchè sembri facile.
Hitler si risveglia un giorno del 2011 in Germania, in un campo di Berlino, ricorda solo che fossero gli ultimi giorni di aprile.
Si accorgerà con sgomento di essere nel "futuro" e ben presto se ne da una spiegazione logica, accetta l'aiuto dell'edicolante che lo aiuta quando lo vede inizialmente barcollante poco dopo il risveglio e che gli trova anche lavoro, pensando si tratti di un comico che interpreti Hitler.

Il Fuhrer però non si lascia abbattere e cerca tutti i modi per trarre vantaggio dalla situazione, analitico e freddo come si è sempre descritto.  Lui vuole tornare al comando della nazione, nonostante molte cose lo lascino interdetto.
Così inizia a lavorare per la tv ed a sconvolgere la Germania. Chi lo osanna, chi comprensibilmente lo condanna, chi crede sia un pagliaccio...
Però oltre questo secondo me non c'è da dire. L'ho trovato un libro inconcludente e surreale. Non sono andata da nessuna parte durante la lettura ed è irreale che Hitler arrivi nel 2011. O si crede ai viaggi nel tempo oppure è uno squilibrato fissato con la storia del terzo Reich.
L'intento dell'autore è, credo, dirci la verità attraverso dell'ironia. Solo che io non ho riso. A volte mi sono sorpresa dell'analisi di alcune cose come le scritte in sovraimpressione del telegiornale fatte per distrarci dalle notizie serie oppure dei quarantenni che si comportano da ventenni, come altri dettagli sociologici, politici e militari. Altro che ridere, al massimo si dovrebbe piangere per il quadro che ne viene fuori. E perchè temo che se un altro Hitler venisse fuori, sarebbe pure seguito. Avrebbe qualche difficoltà in più, ma secondo me la massa non è certo più intelligente.
Il voto dovrebbe essere più alto. La scrittura è valida, affatto astrusa. E soprattutto ci sono delle note storiche assolutamente dettagliate che ci fanno conoscere l'Hitler storico (non quello del romanzo) come a scuola mai viene fatto studiare. Io non sapevo che fosse vegetariano, contrario alla caccia, un immigrato perchè ha fatto di tutto per diventare cittadino tedesco ed abbandonare la cittadinanza austriaca (da che pulpito poi quel che fece dopo) e molto altro.
Consigliato per farsi una cultura e per ragionare. Per ridere, un pò meno.

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