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23/04/17

Recensione L'arte di amare di Publio Ovidio Nasone

Trama: Due libri di consigli erotici rivolti agli uomini, e uno rivolto alle donne: un vero e proprio manuale amoroso, dettagliato e sistematico che non appartiene alla tradizione greco-latina e, nella sostanza, ha nell'Ars amatoria un esempio unico. Le "fonti" di Ovidio non sono tratte, come di consueto nello scrivere d'amore, dalla mitologia. L'ispirazione nasce dall'esperienza diretta del poeta, che si definisce un "esperto" della materia, e dal suo acuto spirito di osservazione sui comportamenti, le abitudini, i vizi e i vezzi degli "amanti" in mezzo ai quali vive. L'orizzonte è quello dell'elite romana spensierata, esibizionista, oziosa ed edonista degli inizi della nostra era. In questo mondo dorato l'amore è un piacere irrinunciabile, forse per la vaga consapevolezza che "Né viole né giacinti sono sempre in fiore e, una volta caduta la rosa, resta nella sua rigidità la spina.

Ecco, viene da dire "mi***a , che maschilismo!". Per fortuna ci si ricorda che l'opera è stata nel 2/1 AC!
Però all'inizio già leggere l'opera di uno che si definisce un esperto mi irrita, già mi darebbe fastidio lo facesse qualche specialista di oggi. Devo dire che apprezzo la modestia. Ma poi si passa alla lettura vera e propria ed è uno spettacolo...
Innanzitutto i due libri dedicato agli uomini non so se mi hanno fatto ridere o piangere. Ovidio consiglia i luoghi dove incontrarsi (luoghi affollati, ma dai?,specificando però quali), consiglia di farsi amico il marito se la signora è sposata, dà per certo che se la donna si nega bisogna insistere e che piacciono le maniere forti, offre suggerimenti sull'aspetto fisico (curato, ma non troppo, mi raccomando!), come farci ingelosire. Insomma un concentrato di maschilismo puro! Per fortuna parliamo di svariati secoli fa. Il guaio è che molti maschi non hanno bisogno di leggere tale manuale (e Dio ce ne scampi, potrebbero sentirsi nel giusto!), basta loro assimilare dall'esempio e dalla cultura (d'altronde finchè ci ostineremo anche solo a dire "è da maschi/è da femmine....).
Anche la parte femminile non scherza,  consigliandoci come accalappiare un uomo, di mangiare poco a tavola, come eludre la sorveglianza del marito o del sorvegliante, dobbiamo saper giocare ma essere misurate, abbigliarci a modo ma non essere esagerate ed anche insegnamenti osé, tipo "le posizioni" adatte al fisico di ognuna, in pratica il kamasutra dell'anno zero!
Ovviamente non ho inserito tutti i consigli....La cosa che mi sorprende è che la traduzione rende il discorso molto fluido. Mi risulta difficile che il parlato antico fosse così agevole. Poi magari lo era, in fin dei conti il latino tradotto in italiano lo è.
Inoltre spesso Ovidio perde la via diramandosi in riferimenti classici per poi tornare al discorso.
In relazione al classicismo io non ho trovare le esplicazioni promesse dal testo oppure sono state fatte e non me ne sono  resa conto. Fatto sta che o si ha una gran cultura classica o non si capiscono molto i riferimenti. Io li ho intesi, ma non tutti.
Utile lettura a livello culturale sia in senso di "libri classici da leggere" che come esempio di quello che dovremmo cambiare per giungere ad una parità vera.

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