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13/12/13

Recensione di Prigioniere dell'Onore di Jasvinder Sanghera

Trama: Fatima ha solo sei anni quando scopre il peso della tradizione: i fratelli la picchiano per aver partecipato a una corsa scolastica con la gamba legata a quella di un compagno di classe. Kiren va a scuola e vorrebbe vivere come qualsiasi altra adolescente inglese, ma in famiglia non la pensano così: "Noi siamo diversi". E quando lei si ribella, la madre le punta un coltello alla gola: "Se non obbedisci, ti farò violentare dal tuo patrigno". Banaz, curda di nascita, si rifiuta di sposare l'uomo scelto dai genitori, e addirittura un giorno si fa sorprendere mentre bacia un ragazzo. Un disonore che verrà lavato nel sangue dall'intera famiglia. Sono solo alcune delle storie raccolte da Jasvinder Sanghera. Jasvinder sa bene cosa significhi la legge non scritta dell'onore. Di origini indiane, ha avuto il coraggio di rifiutare il promesso sposo impostole dai genitori. Il prezzo da pagare è stato altissimo: prima la persecuzione, poi il ripudio. Ma alla fine è riuscita a seguire il sentiero dei suoi sogni e a scegliere il proprio futuro. Al contrario di sua sorella, che dopo essere diventata la moglie di un uomo violento non ha retto e si è data fuoco. Ancora oggi, anche in Occidente, una pratica barbara costringe donne poco più che bambine in una condizione di prigionia e disperazione. Ed è in nome di tutte loro che Jasvinder combatte ogni giorno la sua battaglia per la libertà.

Se volete leggere "prigioniere dell'onore" mi auguro per voi che sia un periodo sereno.
Il libro è stato scritto dall'autrice de Il sentiero dei sogni luminosi (qui la mia recensione) dove Jasvinder ci narra la sua esperienza personale di ragazzina sfuggita per un pelo ad un matrimonio combinato, alla vita da rinnegata che ha vissuto per anni ed a quella piena di gioie ma anche di pericoli da che ha deciso di aprire Karma Nirvana, strumento per donne costrette a matrimoni forzati, vittime di delitti d'onore, violenze familiari, pressioni psicologiche. Per lo più per donne asiatiche ma personalmente penso sia aperto a tutte.
In questo libro sono raccolte le storie, nemmeno le più terribili, temo, di donne (ma anche uomini) che hanno subito matrimoni forzati e violenze pesantissime. Persone cresciute in seno a famiglie immigrate che ritenevano disonorevole che la propria famiglia assumesse costumi occidentali. Basta mettersi il rossetto o tagliarsi i capelli per farsi picchiare e dare delle sgualdrine che disonorano la famiglia. Spesso ci si oppone per non voler contrarre un matrimonio. Insomma quale ragazza che vive in un mondo come il nostro può desiderare di lasciare la scuola, per loro simbolo di libertà , in cambio di schiavitù tra le mura domestiche spesso con uomini che le sposano solo per ottenere un visto ed una serva da picchiare quando vogliono? Prima di Jasvinder c'era chi provava a salvarsi ma senza agganci spesso tornava a casa oppure moriva. Bastava avere un ragazzo benchè a livello platonico per essere private della minima libertà e vedersi organizzato in fretta un matrimonio. Nei casi peggiori la morte. E tutto sempre per l'onore. La donna deve tacere e sopportare. Chi si ribella è davvero una sgualdrina perchè non si adatta come le altre, attira la vergogna ed il disonore su di se. Poco importa che voglia vivere.
Vengono narrate di quelle situazione da film americano dove la ragazza scappa, viene presa in carico dalla Karma Nirvana o chi per loro (il lavoro di Jasvinder ha sensibilizzato molto la polizia), i parenti della vittima organizzavano rapimenti, minacce e via dicendo. Si sente di ragazze che traslocano molte volte negli anni perchè rintracciate di continuo.
Grazie alla Karma Nirvana ora si capiscono molte cose. Prima la polizia mandava a casa una ragazzina perchè diceva " se ho un ragazzo e lo scoprono mi ammazzano" anche perchè per un occidentale non è credibile e pensa ad un genitore severo ed antiquato che al massimo dà una sberla. E invece per quella ragazza è vero. Oppure i mezzi di protezione erano bassi. La ragazza veniva ascoltata e salutata con "le faremo sapere". Altre volte, su pressione della famiglia, ritira la denuncia per l'ambivalenza dell'affetto per la famiglia e l'odio per come la trattano. Sono tutte situazioni atipiche per l'occidente, comprensibili solo per la violenza domestica.
Dovremmo includere, oltre ai casi etnici, anche quelli di famiglie normali dove però vengono praticate violenze e li la cultura dell'onore non c'entra. Ho avuto contatti diretti con le case famiglia e storie raccapriccianti se ne sentono anche li. Eppure sono tutte ragazze che vengono da famiglie di "buona reputazione e cristiane".
Ogni storia che leggo alimenta in me l'odio per chi maltratta i deboli. La cultura non può giustificare la violenza, le percosse, i danni psicologici. In futuro vorrei avere la possibilità di aiutare concretamente chi sta male. Al livello di Jasvinder, che riceve perfino minacce forti, non so se ce la farei ma ogni contributo per chi viene maltrattato è senz'altro importante e forse vitale.


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