Pagine

17/11/13

Recensione de Il Sentiero dei sogni luminosi di Jasvinder Sanghera

Trama: Mi fermai con la moneta sulla fessura del telefono. La mano mi tremava. Fuori della cabina, Jassey, il mio ragazzo, mi incoraggiava ad andare avanti. Lo feci, composi il numero e aspettai. "Mamma" sussurrai quando sentii la sua voce. Da quando ero scappata di casa non le avevo più parlato. Ma le sue parole non furono quelle che avrei voluto sentire. "Ci hai disonorato. Per noi è come se fossi morta" disse. Scivolai lungo la parete della cabina e rimasi accovacciata sul pavimento. Non mi ero mai sentita così sola. Era davvero un crimine così grave voler vivere? Non ero che una ragazzina e il mio delitto era aver rifiutato di sposare l'uomo che mio padre aveva scelto per me, e amare un ragazzo di una casta inferiore alla mia. Nonostante io sia cresciuta in Inghilterra, non potevo sfuggire alle mie origini indiane e musulmane. La mia era una famiglia tradizionalista: una donna deve accettare la propria condizione. Altrimenti è una donnaccia. Ma io non potevo farlo, io volevo essere libera, libera di amare, e di andare al college. Non volevo fare la fine di mia sorella Robina. Lei le tradizioni le ha rispettate tutte, fino all'ultimo, quando non ha retto più. È vero che la libertà ha un prezzo, e io l'ho pagato fino in fondo. Da quella cabina sono uscita per seguire la scia dei miei sogni.

 Il sentiero dei sogni luminosi, Shame in lingua originale, è un libro con una scrittura fluida ma dai temi molto forti. E consiglio vivamente di leggerlo quando il proprio stato emotivo è per lo meno stabile.
SI tratta infatti dell'autbiografia di Jasvinder da quando, a 15 anni, scappa di casa per fuggire da un matrimonio combinato dai suoi genitori come a tutte le sue sorelle. Il suo per la gurdwara, comunità indiana in Inghilterra, è un doppio tradimento: fuggita dal matrimonio e per di più con un ragazzo di una casta inferiore che si chiama Jassey. La sua famiglia la ripudia e rifiuta ogni contatto con lei. Sua madre perfino le rivela che per loro è come se fosse morta ora che li ha coperti di vergogna.
Per la sua comunità conta molto il senso del dovere, dell'onore, del rispetto della tradizione soprattutto se si è femmine (ai maschi invece tutto è concesso), del tenere i panni sporchi in famiglia, preoccuparsi del pensiero altrui e non far mai conoscere la verità su di sè agli altri.
Questo modo di crescere e pensare davvero pesante e retrogrado è una mannaia sulla testa di Jasvinder che si sente per anni colpevole e non vittima per essersi salvata, al contrario di tante donne asiatiche, da una vita di dolore e facilemente di violenze domestiche terrificanti. Ma non si stancherà mai di cercare di tornare in contatto coi familiari.
Per anni vive in alternanza tra depressione e rinascita, affiancata da un bravo ragazzo come Jassey.
La vita di Jasvinder non sarà mai semplice e compierà scelte sempre più difficili come aprire Karma Nirvana, un centro sociale per donne asiatiche, in particolare, che vivono situazioni di maltrattamento e violenze e matrimoni forzati, avvalendosi delle sue conoscenze culturali e di esperti per far sentire a loro agio ed aiutate donne che spesso non conoscono neanche la lingua del paese dove vivono e che, non essendo capite ne legalmente ne culturalmente, tornano quasi sempre dai propri carnefici.
Jasvinder non è perfetta e nella vita personale adulta compie scelte a volte molto discutibili ma ha avuto il coraggio che a tante donne nella sua situazione è mancato, lottando con tutti i sensi di colpa e le difficoltà venute a seguire. E' un essere umano con un grande potenziale combattivo che è poi riuscita a diffondere in un progetto grandissimo ed ancora oggi attivo, sempre in cerca di aiuto e volontari. Ed alla fine capisce che i genitori hanno sbagliato ma anche che credevano di
fare il meglio per le figlie.
Purtroppo a volte la cultura è un grande limite. Per noi occidentali questi argomenti appartengono al passato e non ci sogneremmo mai di ripudiare una figlia per aver rifiutato un matrimonio combinato perchè non glielo proprorremmo mai. Ed allo stesso tempo andremmo a fare la festa al marito se sapessimo che la picchia invece che voltare la testa e dirle che deve rispettare l'uomo, che è fatto così, che deve essere obbediente e non farci vergognare nella comunità. Amo molto le culture estere, tranne quando queste calpestano la dignità umana fino a ridurla in frantumi. Quella per me è brutalità.
Per carità neanche noi siamo bravissimi in Italia. Quanto poco si sente di fatti orribili accaduti tra le mura dometische nazionali da connazionali? Sarà una percentuale molto più bassa, ma anche qui in parte ci sono delitti d'onore, violenze psicofisiche, gente che ha parecchi problemi che riversa violentemente sugli altri, concezioni impossibili come proibire di uscire ai figli pena forti punizioni. A livello statistico a violenze familiari, femminicidio e simili non siamo affatto santi. E come noi anche nel resto del mondo civilizzato. E' troppo comodo pensare che questi fatti riguardano solo gli stranieri "incivili" ovvero Arabia ed Asia. Sono solo i fatti più conosciuti, più diffusi per notizie e quantità ed è più facile additare "lo sporco straniero".
Jasvinder ha anche scritto altri due libri : Daughters of Shame e Shame Travel. Il primo è uscito anche in Italia, e lo leggerò prossimamente, col titolo di Figlie dell'Onore, una raccolta di esperienze di altre donne.

Nessun commento:

Posta un commento