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10/03/13

Recensione di Allucinazioni di Marko Hautala

Ho deciso di tentare la lettura di Allucinazioni di Marko Hautala.
 Questa è la trama:

"Mentre la Finlandia intera festeggia la vittoria del campionato del mondo di hockey su ghiaccio, tra le grigie mura di un edificio di periferia si consuma un orribile delitto. Tutte le prove conducono a Olavi Finne, un anziano che vive solo. L'uomo, in evidente stato confusionale, non è in grado di spiegare ciò che è successo e viene perciò rinchiuso in un istituto psichiatrico. Dieci anni dopo, Finne viene affidato alle cure di Mikael, un giovane infermiere che sta attraversando un momento difficile: sua moglie Saana è gravemente malata e lui stesso soffre ancora per le conseguenze di un vecchio trauma. Accudire un innocuo vecchietto dovrebbe essere un incarico semplice, ma pian piano, senza rendersene conto, Mikael si lascia coinvolgere dagli strani racconti di quell'uomo, fino a dubitare della diagnosi di schizofrenia riportata sulla sua cartella clinica. Così, mentre le distanze tra infermiere e paziente si accorciano, in Mikael comincia a farsi largo un'insana speranza: e se le farneticazioni di Finne sulla sapienza degli Egizi e sulla vita eterna avessero un fondo di verità? E se esistesse davvero un modo per vincere la morte? Dosando con maestria suspense e colpi di scena, Marko Hautala esplora il lato più oscuro dell'inconscio e dell'animo umano, in una storia che rivela quanto sia facile perdersi nel labirinto della mente."

Tratto da www.feltrinelli.it

Ecco la trama è brillante ma il romanzo assolutamente no. Mi ha profondamente delusa. O quasi peggio. Non mi ha comunicato nulla, nemmeno disgusto.
Sì, ci sono parecchi fatti più o meno sconvolgenti (ma intuibili) che avvengono verso la fine, però personalmente non ho ricevuto neanche una palpitazione come quella di un passo appena accellerato per non perdere il treno.
Leggibile, di veloce lettura. Ma appunto si fa leggere. Come un piatto insipido si fa mangiare.
Mikael me lo aspettavo più dinamico, non semplicemente senza spina dorsale. Anche se forse ho capito qualcosa circa il suo "sacrificio" per la moglie malata di cancro.
Olavi Finne, l'assassino del bambino, sembrava nascondere chissà quali segreti. Tutte queste frasi criptiche, questa antipatia e questo suo parlare come fosse un sacerdote egizio (ci fa pensare sia a doppia personalità che qualcosa di soprannaturale) e poi non ce ne viene nulla.
FInale che ci da una sommetta di risposte, ma un capitolo che salta di palo in frasca e la vera storia di FInne non l'ho mica capita fino in fondo. Spero solo perchè sono scema io. 
Gli infermieri mi stanno tutti antipatici, assolutamente poco professionali. I pazienti molto meno.
Per carità, è interessante perchè apprendiamo la routine di un ospedale psichiatrico. Capiamo quanto spesso i lavoratori possano essere negligenti o cattivi con i pazienti di questo tipo, quanto pochi siano i lavoratori che ci tengono a chi è in cura. Veniamo a conoscenza di un ambito ospedaliero in cui spesso i malati vengono maltrattati. Come che esistono reparti abitati da malati così gravi da essere pericolosissimi e che non vengono seguiti nella maniera più adeguata.
Un argomento scottante in ogni dove, anche in Italia dove non esistono più i manicomi ma centri di cui spradicamente si sente parlare in modo spregiativo.

Il tema è molto profondo e di pubblico interesse, ma il romanzo non mi ha proprio catturata.
Personalmente non lo consiglio ne voglio gettarci una cattiva luce. Semplicemente credo che non riscontri i miei gusti.

Citazione:

"..Il mondo fuori era pieno di misteri, di possibilità, di cose che proprio in quel momento stavano facendo sgranare gli occhi a milioni di persone, facevano battere il cuore, portavano le dita ad accarezzare pelli e pietre. Ma nel crrchio di Saana c'era il destino, e il peso della tristezza che bisognava portare. Per gli uccelli. Per chi è rimasto chiuso in ascensore al buio. Per caso. Sacrifici."

3 commenti:

  1. La trama sembrava promettente... ma data la tua recensione non so se leggerò il libro

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    1. Io mi sono un po pentita! Anche se non é pessimo.

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  2. Appena finito di leggere..che dire..sono andata a cercare subito le recensioni perchè credevo ci fosse un "senso" che non avevo afferrato,ma a quanto pare non sono l'unica a non averci capito un acca. Vabbè..mal comune mezzo gaudio ;)

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