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25/10/12

Recensione di Multiversum di Leonardo Patrignani



Leonardo Patrignani, classe 1980, scrive dall'età di sei anni, spronato dalla madre che lo convince a scrivere un racconto sulla sua versione personale degli attuali "Gormiti" con la promessa di presentarlo alla Rai. Probabilmente il suo fu il tentativo di spronare il figlio nella sua passione ed oggi ci troviamo col risultato di Multiversum, suo romanzo d'esordio molto promettente.
Jenny ed Alex sono due adolescenti che vivono l'una a Melbourne e l'altro a Milano. Si parlano tutti i giorni senza essersi mai visti. LA loro particolarità è di poter parlare con la mente anche se non sanno perchè. All'inizio è doloroso, avvertono svenimenti, ma col tempo tutto diviene naturale.
Ad un certo punto, per convincersi di non essere pazzi, cercano di incontrarsi.
Alex parte grazie ad un prestito del suo migliore amico Marco, un giovane genio del computer confinato nella sua sedia a rotelle a causa di un incidente d'auto. Cosa che non lo scoraggia: è un genio del computer e potente hacker. 
Il ragazzo fugge senza dire nulla ai suoi. Una volta arrivato, senza aver smaltito ma, anzi accresciuto, l'emozione del viaggio e dell'incontro imminente, si dà appuntamento con Jenny. Solo che lei non c'è, lui nemmeno eppure sono nello stesso posto.
Scoraggiato, Alex chiama Marco che gli intima di non temere. Non è pazzo, semplicemente la sua amica vive in una dimensione parallela, uno degli strati che lui chiama Multiverso e che prende una direzione diversa a seconda di ogni singola scelta diversa rispetto a quella fatta nella nostra realtà.
Lei invece non ne vuole più sapere di lui, frutto della sua pazzia.
Comincia così una corsa a cercare Jenny, addirittura ad incontrarla. Le scoperte, o meglio,e nuove informazioni, porteranno confusione nella testa del ragazzo. Ma arriverà a capire, tramite viaggi nei ricordi altrui o nei propri parecchio del perchè lui e Jenny siano così. Loro sono la chiave di un mistero e della salvezza dell'umanità da un pericolo.
Molti gli enigmi ed i personaggi chiave, come il vecchio veggente incontrato a Melbourne.
Il romanzo non brilla in originalità. Il tema è vecchio ed usato più volte. L'autore però scrive in maniera avvincente e fluida. Ci fa amare i personaggi, simpatizziamo per loro, ci arrabbiamo con loro e gioiamo con loro. Il miglior dono di uno scrittore è far entrare in sintonia lettore e personaggi.
Ed il finale è assolutamente criptico ed aperto. Prima ci viene dato il solo esito possibile e poi un finale aperto ed inesplorato.
Non sarà da massimo dei voti... ma un 9,5 è meritatissimo!

3 commenti:

  1. anche questo è da leggere..magari lo inserisco nella scaletta del prossimo mese..perchè io mi faccio la scaletta..sono pazza sì....per genere. uno fantasy,uno thriller,uno narrativa etc etc se no nn ne cavo piede

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  2. Ce l'ho li in libreria che aspetta *-*

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  3. No non 6matta vale ottantadue! Anche io ne faccio alcune e prioritarie sono quelle dei libri presi in bibliografia!

    Ne vale la pena leggerlo anche se il tema non é dei poi nuovi

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