Buongiorno Lettori,
questa è la rubrica mensile dedicata alle letture "antiche", o meglio "d'epoca". Non siamo così fiscali, non vogliamo libri del 1587 ed in procinto di cadere a pezzi. Lo scopo della rubrica, ideata da
La lettrice sulle nuvole, è quello di smaltire i libri comprati ed accumulati nel tempo, per alcune di noi, ormai, decenni.
Si possono fare spoiler purché segnalati, sfogarsi, blaterare...L'importante è parlare in sincerità in compagnia!
Questo mese tocca a Ossidea La città del cielo di Tim Bruno, edito nel 2011, che ho letto, in numerose tappe, con mio figlio maggiore, sperando di invogliarlo alla lettura. Sto provando anche quotidianamente a fargli leggere libri piccoli e facili, ma il problema sta qui...Perché il libro gli è piaciuto, aspetta che mi procuri pure il seguito, ma finché lo leggo io va benissimo. E' la fatica sua il problema, agire, calcolare...ma a superare le due righe di lettura sembra che io gli abbia chiesto di pulire una camera con lo spazzolino da denti. Se non amerà leggere di suo, senza che qualcuno gli legga, spero che tutto questo sia utile per quando avranno i libri su commissione da leggere per scuola. Vedo che in prima media (lui comunque è in terza primaria), questa estate, hanno avuto scelta libera per due testi che comunque vanno letti.
Trama: Alla vigilia del suo dodicesimo compleanno, David Dream riceve la lettera che cambierà per sempre la sua vita. Seguendo le indicazioni contenute nel messaggio, il ragazzo trova la porta nel “tempo che si è fermato” e apre il libro incompiuto. D’un tratto una creatura fantastica, ferita e sofferente, irrompe nella sua camera attraverso un varco di luce. Pronunciando parole incomprensibili di una lingua sconosciuta, passa al giovane il testimone di una missione disperata. Il ragazzo suona il taharan, il corno magico che la creatura aveva al collo, e viene proiettato in un luogo misterioso e selvaggio: la Terra di Arcon. David dovrà intraprendere un lungo viaggio per raggiungere la Città del Cielo e salvare il regno degli elfi dal sanguinario esercito di Kahòs; ma un segreto terribile accompagna il giovane della razza degli uomini.
Questa è una storia misteriosa, per certi versi ammetto che mi ha ricordato il Signore degli anelli, almeno per il viaggio, anche se ovviamente la maestria di Tolkien è inarrivabile.
Il protagonista è David Dream, un ragazzino che in prossimità dei suoi dodici anni riceve da un uomo misterioso una lettera da parte di suo padre, scomparso molto tempo fa e di cui gli è rimasta solo una chiave legata ad un cordoncino di cuoio.
Da giovane adolescente leggermente preso di mira si trova presto coinvolto in un'avventura.
Di notte, dopo aver scoperto a cosa era destinata la sua chiave, si imbatte in casa sua in una creatura morente che, in un linguaggio incomprensibile gli affida chiaramente un compito. Non sa cosa debba fare, ma riceve un corno e la sua sacca da viaggio contenente del cibo ed una specie di diario.
Soffia il corno e si trova in un altro mondo. Sin da subito sarà accerchiato dai pericoli, ma trova anche numerose creature amichevoli di cui imparerà ogni volta il linguaggio.
Presto lo scopo della sua missione sarà chiaro: raggiungere il regno di Etheria, governato da Ossidea e minacciato dalle forze del male. Per raggiungere questo scopo viaggerà attraverso tutte le terre di Arcon.
Stringerà amicizia col protettivo cinghiale Grulfus e raggiungerà l'operoso popolo dei nuk nuk, popolo amico delle api. Si legherà perfino ai giganti e solcherà nuovi mari, conoscendo le popolazioni del luogo.
Il suo sarà praticamente un viaggio di esplorazione, anche se con un fine pratico e più grande.
E' anche chiaramente un elogio della natura: ogni popolazione ed ogni elemento naturale vive in simbiosi con gli elementi naturali, in molti casi natura ed urbe si compenetrano.
E' importante anche l'amicizia ed i legami con amici di cui ci possiamo fidare ciecamente.
Credo che il nemico, Khaos, voglia essere sinonimo di quando l'equilibrio con la natura viene meno e, anzi, l'uomo non capisce e continua ad infierire. Questo aspetto però viene accennato e tutto viene rimandato al seguito.
Se devo essere onesta, è un libro carino e che ha affascinato la mente di un bambino che si è visto davanti questo mondo nuovo, magico e ricco di natura che mio figlio, appunto, ama. Ma personalmente non mi ha emozionato né lasciato nulla. Ci sono parti pericolose, ma, se non alla fine, niente di eclatante o concreto.
Per il resto tanta esplorazione, qualche azione e, per me, poca sostanza pur se scritto bene e con ricchezza di particolari. Mi ha dato l'impressione di essere un pò costruito, con sentimenti sinceri ma calcati.
Che sia il primo libro troppo da "bimbi" che leggo e che la trasformazione in vecchiaccia stia avendo inizio? Magari è semplicemente il libro meno adatto a me. L'ho scelto solo perché mi sembrava adatto al mio "pollo" ed avevo anche ragione.
Ecco, invece, le altre blogger della rubrica che partecipano ad ottobre.